Gli insegnanti dell'ITC Marro - 23-04-2003 |
Da alcuni giorni il MIUR (Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca) ha inviato alle scuole i dati relativi alle classi e alle cattedre che saranno attivate per il prossimo anno scolastico. Il criterio di fondo che è stato osservato dai funzionari delle direzioni regionali del Ministero è di tipo contabile: il taglio di circa 9.000 cattedre in tutta Italia, di cui 6.133 nella scuola superiore. Gli strumenti per ottenere questo risultato sono essenzialmente tre:
Ci teniamo a fornire qualche indicazione intorno agli "effetti collaterali" che i risparmi così ottenuti avranno sulla qualità del servizio che le scuole forniranno ai vostri figli (o, se si preferisce, sulla qualità del nostro lavoro) a partire dal prossimo anno scolastico.
La nostra valutazione complessiva è che ci troviamo di fronte ad una ristrutturazione del servizio scolastico pubblico che sacrifica ad una logica puramente contabile non solo qualunque esigenza del personale e dell'utenza, ma anche ogni criterio di funzionalità e persino i più elementari principi di civiltà. In molti di noi si fa strada un senso sempre maggiore di sconcerto, soprattutto da parte di coloro che hanno creduto a lungo e sinceramente nel senso profondo della funzione dell'istruzione pubblica e del proprio lavoro, e che ora sono costretti a constatare che per l'amministrazione si tratta di nulla più che una voce di bilancio. Come già saprete, l'organico inviato dal ministero prevede la formazione di una sola classe quinta per il corso IGEA, a fronte delle attuali due classi quarte, rispettivamente di 14 allievi di cui due portatori di handicap (4A IGEA) e 16 allievi (4B IGEA), per un totale di 30 allievi, di cui due portatori di handicap. È evidente che si tratta di una situazione grottesca da ogni punto di vista. In aggiunta alle riflessioni esposte sopra in merito al disconoscimento dei diritti degli allievi portatori di handicap e all'affollamento delle aule (chi di voi è entrato in un'aula del Marro si rende conto facilmente che lo spazio è appena sufficiente per 20 - 25 alunni e che 30 letteralmente non ci stanno), si pensi al disagio che comporterà affrontare lo stesso esame da parte di due classi con storie completamente differenti e programmi svolti per quattro anni in modo autonomo l'una dall'altra; infatti fino all'anno scorso valeva la norma di un decreto ministeriale del '98 che prevedeva che le classi finali fossero le stesse dell'anno precedente, e solo recentemente il ministro Moratti ha introdotto la possibilità di accorpare le quinte. Tuttavia, per quanto riguarda il Marro, il provvedimento viola una serie di normative e siamo discretamente fiduciosi che l'amministrazione ritornerà sui propri passi, come hanno già richiesto il Capo di istituto e la CUB scuola. Sarete tenuti puntualmente informati degli sviluppi della situazione e, qualora non fossero sufficienti i passi già compiuti, ci permetteremo di chiedere anche la vostra collaborazione. |
mirella Albano L.S.A.Avogadro-Roma - 27-04-2003 |
Più che giusto. Chi ha ideato una cosa simile non è mai entrato in una scuola , o meglio , non è mai entrato in una scuola italiana. Gli insegnanti possono fare 10-12 ore al massimo di lezione frontale, le altre 2-5 o 10 o quello che sia , possono solo essere di sorveglianza o di gestione gicché è scientificamente dinostrato- chi vuole si documenti- che lo stress psicofisico di un docente non ne consente di più. Le 18 o più ore sono possibili se si gestisce una scuola su modello anglo - sassone, dove il docente ha un numero di alunni limitato ( non i nostri 30 per classe!) programmi modulari di norma inferiori anche del 60% rispetto ai nostri, e sono gli studenti a recarsi nelle aule dove c'è il docente di " fisica" ad esempio. non viceversa. Finché avremo una gestione all'italiana e una distribuzione delle ore simile ad un orario ferroviario , le 18 ore cattedra per tutti sono un'eresia, meglio, un fallimento annunciato. Se si vuole fare una riforma , riforma sia, ma sul serio ed in modo congruo. Dubbio atroce: al Ministero della di-struzione chi ci sta? Un esperto o un capostazione? |
maria sardella - 27-04-2003 |
Può dare un' idea della situazione? Un gruppo di docenti (nella fattispecie quelli di disciplina pittorica) nel nostro liceo sperimentale artistico "Leonardo" di Brescia, pare si sia accordato col dirigente scolastico per cattedre di 19 ore. Alla faccia del lavoro della RSU! Come fare ad arginare l'irresponsabilità di una consistente parte del corpo(senz'anima) docente? |