Si', l'istruzione professionale e' di serie B
Giacomo Franciosa - 15-11-2001
Oggi sì. L'istruzione professionale è di serie B, tranne forse qualche isola felice o qualche scuola con una tradizione tale che ancora riesce a fermare il degrado. Per il resto: ignoranza, approssimazione culturale, qualche volta violenze. In ogni caso contenuti curriculari di materie professionali totalmente slegati dalla realtà.
E allora? Tutti al liceo? Ma non sarà solo demagogia? Credere e far credere che tutti gli studenti possano o debbano seguire contenuti disciplinari di tipo 'liceale' è ciò che sta affondando la già precaria istruzione superiore.
D'altra parte, la famosa riforma dell'obbligo scolastico ha già provocato danni incalcolabili. Faccio tutti gli anni esami di scuola media e, tutte le volte, decidiamo di promuovere studenti la cui preparazione di base è, a dir poco, fatiscente. Ma questi studenti, che un tempo seguivano la formazione professionale 'non strutturata', oggi devono iscriversi al primo anno di scuola superiore, cioè agli istituti tecnici o professionali. A questo punto il quadro è chiaro. L'altra possibilità sarebbe trattenerli nella scuola media, facendola diventare un cronicario o un lager.
E' forse una bestemmia dire che esiste una fascia di studenti che nella scuola non riesce ad imparare praticamente nulla? eppure per loro si scrivono e si attivano progetti speciali, fantastiche attività di laboratorio, collaborazioni con altre strutture del territorio, corsi di recupero, centri di ascolto ecc...Eppure non c'è niente da fare. Loro non imparano, anzi, e qui le crisi personali dei docenti esplodono, disimparano quelle poche cose che sapevano. Ma i nostri pedagogisti d'accatto, che non sanno nemmeno come sia fatto uno studente, insistono: devono continuare ad andare a scuola, altrimenti non siamo europei, altrimenti siamo tutti corresponsabili nella riedizione della scuola di classe. Invece se vanno a scuola tutti, le classi miracolosamente spariscono. La scuola, intanto, è affondata. Tutta.
Allora, prima di sparare su questa ennesima riforma della scuola, per favore: meno ipocrisie. Ne abbiamo tutti bisogno.

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 Piero Alacchi    - 18-11-2001
Giacomo è di un realismo politicamente e didatticamente inacettabile. Dirigenti e gruppi dirigenti degli Istituti Professionali dovrebbero dichiarare il loro fallimento professionale e umano. Impossibile !
L'errore di fondo, ideologico, è stato quello di considerare l'uguaglianza una priorità rispetto alla libertà di fare. Adesso che gli Istituti hanno la libertà di fare si pensa solo a mettere in mostra iniziative della serie "comunque vada, sarà un sucesso" anche se non partecipa nessuno.
La valutazione dei POF è la dimostrazione dell'inconsistenza dell'offerta formativa; ed è solo una valutazione effettuata sulle carte !
La scuola dell'uguaglianza forzata, del tutti la stessa cosa, dell'andatura lenta e noiosa del sapere in perenne lotta con il fare, dell'odio verso il fare e dell'invidia verso il sapere, della centralità dei contratti sindacali ha creato il sistema ipocrita di cui siamo testimoni. Non servono riforme, serve un ricambio generazionale!

 Prof Didimo Chierico Taranto    - 18-11-2001
Solo poche righe: non e' l'Istruzione Professionale di serie B ma TUTTA LA SCUOLA! Laureato in Lettere Classiche cum laude, insegno in un Istituto Professionale e faccio lezioni private di Lingua Latina e Greca. Ebbene? Forse che il Liceo Classico sta meglio? Affatto! Non ignorano solo le due lingue auliche, ma anche l'Italiano e...quindi tutte le altre materie. La Scuola( con la S maiuscola) dovrebbe educare , acculturare e praparare:tre verbi della prima declinazione che significano la stessa cosa. Guardiamoci in faccia e, anche, dentro di noi: fa' niente di tutto questo?

Saluti Prof. Didimo Chierico
Istituto Superiore Statale
Taranto

P.S. Consoliamoci: abbiamo la scuola dell'autonomia!
Sursum corda............

 Frigo Maria Bertilla    - 18-11-2001
Sono un insegnante tecnico-pratico di una scuola professionale del Veneto da sedici anni e per questo non mi sento affatto di serie B perchè lavoro proprio con quella fascia di ragazzi che nella scuola non riesce ad imparare.
Nella scuola professionale arrivano ragazzi difficili , spesso con realtà familiari disastrose che hanno bisogno sopratutto di docenti capaci di orientarli. Certo alcuni imparano poco, ma la scuola resta l'unico luogo in cui possono essere accettati per come sono prima di essere scaraventati in una società dove tutti devono essere efficentissimi per valere!!!

 Alberto M. Onori    - 18-11-2001
Caro collega, un solo commento: perché non cambia mestiere o no se ne va in pensione? con codeste idee farebbe un regalo gradito alla scuola italiana e a sé stesso, che tanto la disprezza
PS. Io ci insegno, nelle scuole di serie B... prima di chiacchierare a vanvera, specie se si formano dei giovani, bisognerebbe informarsi meglio.
Cordialità

 Giuseppe Farinella    - 20-11-2001
Proviamo a guardare il modello della danimarca dove hanno risolto da oltre 20 anni con efficacia il problema !!!

 Francesco Contalbi    - 20-11-2001
Ho letto i commenti alla tua lettera.
I colleghi commentatori sono di una pochezza che fa ridere, anzi, no: fa paingere
Hai ragione tu. Vi sono ragazzi che non riescono ad apprendere quasi nulla. Certo, colpa della società, diciamo così, mai colpa della loro indolenza. In tal modo deresponsabilizzandoli di tutto li abbiamo rovinati. Oggi per molti di loro sputare addosso ad un insegnante o rubare per comprarsi un cellulare è la cosa più normale di questa terra, tanto la colpa non è loro: è della società.
Caro Giacomo, tu hai detto la verità, ma la verità è difficile da accettare, soprattutto per persone a basso che QI. Siamo vissuti per anni nella demagogia più totale e molti colleghi l'hanno assorbita tutta. Noi NON siamo assistenti sociali, la nostra funzione è quella di insegnare. Se fossimo assistenti sociali avremmo un contratto da assistenti sociali e uno stipendio adeguato. In Italia siamo sempre tutti pronti ad assolvere i delinquenti, i degenerati, i fannulloni, i cialtroni, i ladri e i corruttori, i concussi e i concussori e così via. Chi ha alzato una flebile voce per difendere le vittime ? O i "normali", quelli che vorrebbero studiare ma che non possono perchè nelle classi da 30 elementi l'insegnante passa il suo tempo a tener bravi i "RAGAZZI VIVACI" ?
La verità è che ai politicanti che si sono succeduti hanno addossato alla scuola tutte le incombenze sociali che non riuscivano a colmare altrimenti.

Non ti preoccupare Giacomo, non tener conto di una minoranza di colleghi figli del 68 e dall'encefalogramma piatto: i tempi stanno per cambiare. Il grande pendolo della storia ha invertito la sua direzione.



 Ceccolini Maddalena    - 25-11-2001
L' unica cosa che mi sento di commentare alla lettera scritta dal collega è che concordo pienamente. Invito il Ministro a riflettere sullo scontento generale che esiste tra i Docenti su come "sono costretti "ad operare. Dico costretti perchè sembra che nessun Ministro (ultimi in particolare) hanno tenuto conto dell'opinione della base.
Docente di Educazione Artistica - Bologna
Maddalena Ceccolini

 Maurizio    - 15-05-2003
L'istruzione professionale non serve, il biennio 92 è stato un grave male, ed oggi si stà peggiorando ancor più riducendo ulteriormente orari di laboratorio e finanziamenti per i medesimi...
dove andremo a finire ...
Già ora l'industria non assorbe più diplomati e quaificati dalle scuole profesionali, fino a pochi anni fa , anche nelle realtà meno industrializzate era uno dei titoli che davano sicuramente maggiori opportunità di lavoro ...
Che fare... continuare a distruggere quel poco che resta riducendo orari di pratica, finanziamenti per i laboratori " veri", sostituiti sempre più da pseudo laboratori dove si fa esclusivamente simulazione !!??

 Mariella Pantò    - 14-01-2007
Caro Prof Franciosa,
sono Mariella, sicuramente una delle tante alunne "Marielle" che ha avuto nella sua bella lunga e importante carrirera (per lei e per chi come me ha avuto il piacere di essere una sua studentessa).
Sono quella Mariella che grazie a lei ha amato la matematica e le scienze, la stessa Mariella che una mattina come un fulmine in una giornata di sole le ha chiesto: " Caro prof, come si fa a diventare scienziato"?
Scrivo qui perchè per uno di quei casi incroci delle pagine sul web che in un modo o nell'altro attraversano la tua vita e per rispondere ad un commento che le è stato fatto sicuramente da chi non la conosce, non ha avuto questo piacere e giudica così sommariamente da far paura.
Mi rivolgo al dott. Alberto M. Onori che addirittura la esorta a lasciare il sistema scuola e ad andare in pensione.
Caro dott. Onori, le assicuro, e sono pronta a dirlo a tutti forte e chiaro, che il Professor Franciosa è uno di quei professori che uno studente dovrebbe incontrare almeno una volta nella sua carriera scolastica.
Uno di quei professori che oltre ad insegnarti la materia te la fa amare, uno di quei professori che tu ricordi sempre con immenso affetto perchè sono uomini speciali, uno di quei professori che sanno ascoltare e ti rendono migliore.
Mi dispiace dott. Onori per quel commento così dettato un pò dalla noncuranza forse o dalla mancanza di conoscenza della questione.
Posso solo dire che di prof come Franciosa ce ne sono uno su un miliardo, ma meno male che quell'uno su un miliardo c'è!
A lei caro prof e a chi legge Buon Lavoro e Buon Anno!