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Mediawatch: osservatorio sulle bugie di guerra
Peacelink - 25-03-2003
"Non riuscivo a credere che i giornalisti fossero qui per firmare praticamente pezzi scritti dai militari. Tutto questo e' il contrario di quello che ha sempre significato l'America, liberta' di pensare, liberta' di scrivere".

[Dichiarazione di Oriana Fallaci nel 1991, al ritorno dalla prima guerra nel golfo. Fonte: Claudio Fracassi, "L'inganno del Golfo. La guerra che nessuno ha raccontato", ed Avvenimenti 1991]




Nel 1991, durante la prima azione di guerra della Nato contro l'Iraq, i mezzi di informazione hanno inventato la favola delle "bombe intelligenti", capaci di fare distinzione tra "buoni" e "cattivi". Solamente a cose fatte le stesse autorita' militari statunitensi hanno spiegato che le "bombe intelligenti" erano state solamente il sette per cento degli ordigni sganciati. Come se questo non bastasse, 77 "bombe intelligenti" su 167 hanno mancato il bersaglio. e anche il 70 per cento delle 80.000 tonnellate di esplosivo sganciate durante l'operazione "Desert Storm" ha raggiunto obiettivi diversi da quelli prefissati.

Questi dati sono stati occultati da un silenzio omertoso, e ancora oggi qualcuno cerca di farci credere alla "bufala" degli ordigni selettivi e dotati di senso critico. Questa volta, pero', l'opinione pubblica non e' impreparata. Dieci anni di propaganda e informazione manipolata dal Kossovo all'Afghanistan, uniti a dieci anni di esperienza nell'attivismo digitale ci hanno insegnato a difenderci dalle bugie con cui gli strateghi dell'"information warfare" e i "giornalisti con l'elmetto" inquinano il sistema dell'informazione.

La nostra "arma" nonviolenta per difenderci dalle informazioni manipolate sara' l'articolo 8 della legge sulla stampa, la 47 del 1948, che da' a qualunque cittadino il diritto di ottenere una rettifica sulla pubblicazione di notizie false che lo riguardano. Questi venti di guerra riguardano ognuno di noi, e pertanto richiederemo alle testate giornalistiche e televisive di rettificare tutte le informazioni false o manipolate.

Ci rivolgiamo ai cittadini che davanti al teleschermo o leggendo il giornale lottano contro la rabbia e il senso di impotenza che nascono da affermazioni palesemente false o faziose.

Ci rivolgiamo ai giornalisti e agli operatori dei media che vorrebbero esprimere il loro disagio per tutte le manipolazioni, gli imbrogli, le scorrettezze e le violazioni deontologiche a cui assistono senza poter reagire.

Ci rivolgiamo a tutte le realta' di informazione indipendente, ai mediattivisti, alle associazioni e alle organizzazioni di volontariato dell'informazione.

Ci rivolgiamo a tutte le persone di buona volonta' che vogliono ribellarsi contro chi gioca a rimpiattino con le coscienze

Ci rivolgiamo anche alle persone che pur non essendo contrarie alla guerra, sono contrarie alla menzogna.

A tutti loro chiediamo di segnalare tutte le informazioni false, faziose, parziali o inesatte che riguardano le azioni di guerra presenti e passate.

Tutte le segnalazioni vanno effettuate cliccando qui

Le organizzazioni che promuovono questa iniziativa si impegnano a raccogliere e produrre documenti, articoli, approfondimenti e riflessioni sul ruolo dell'informazione in tempo di guerra, per rendere un servizio a tutti coloro che vorranno leggere tra le righe della propaganda per cercare la verita' nascosta dietro le regole dell'"infotainment" e dell'informazione spettacolo.

Questa "commissione popolare di vigilanza" sul sistema dei media non avra' un capo ne' un padrone, e il suo lavoro sara' costruito a partire dal libero contributo di tutti coloro che parteciperanno a questa iniziativa. Oggi piu' che mai i giornali e la televisione sono chiamati a rispondere del loro operato, e la lista delle cose di cui rendere conto verra' costruita da ciascuno di noi.



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