Lettera alle scuole islamiche
Federico Repetto - 03-11-2001
Cari lettori di Fuoriregistro

I mondo della vita sta dilagando nel mondo della scuola e lo specialismo delle nostre materie scolastiche non ci soddisfa più appieno. Il difetto naturalmente non è nelle materie, ma nel mondo che ci circonda e che ci sta sommergendo.
Il 13 maggio, il 20 luglio a Genova e l'11 settembre sono più forti della scuola e della didattica. Se le valutazioni possono essere divergenti sui primi due, non c'è dubbio che la terza è una catastrofe globale dalla quale tutti noi possiamo aspettarci solo male anche a livello locale.
È assolutamente giusto che gli specialisti continuino a fare il loro lavoro, nonostante tutto (una parte dei miei professori si erano formati durante la seconda guerra mondiale, ma l'italiano, il latino, la matematica, ecc. li sapevano lo stesso). Pero' educare (fino alle superiori incluse) non vuol dire solo trasmettere nozioni, ma trasmettere il senso della nostra civiltà democratica, il nostro “patriottismo costituzionale” (Habermas) di italiani e di europei. Tornando ai miei vecchi professori, la mia insegnante di ginnasio, staffetta partigiana, mi ha insegnato altrettanto bene Dante e Manzoni, le lotte di classe nella repubblica romana e la storia della Resistenza e dell’Olocausto.
I lettori di Fuoriregistro non sottrarranno nulla al nostro lavoro di insegnanti se, con i loro studenti, tenteranno un dialogo via internet con scuole dei paesi islamici (realisticamente, in particolare con la sponda islamica del Mediterraneo, con la quale abbiamo in fondo molte cose in comune), e con insegnanti e studenti islamici in Europa.
Si tratta di smentire quello che il nostro presidente del consiglio ha detto davanti all'opinione pubblica mondiale (e che tra l'altro è un nuovo messaggio diseducativo lanciato ai nostri studenti, oltre che un contributo alla guerra fredda anti-islamica).
Si tratta inoltre di ascoltare quello che gli altri hanno da dire, perché non li conosciamo affatto. Di aprire un dialogo alla base.
Qui sotto troverete una lettera-modello da inviare alle scuole on line dei paesi islamici mediterranei, che sarà presto pubblicata dalla rivista del CIDI, "Insegnare" e, speriamo, da altre riviste. Questa lettera forse non è ancora del tutto soddisfacente e al più presto ne pubblicheremo una versione migliore su www.didaweb.net/mediatori/, con una traduzione inglese, francese e anche araba.
L'idea ha comunque un difetto: che le scuole islamiche ON LINE probabilmente sono ben poco rappresentative del mondo islamico.
Bisognerebbe partire on line, ma poi arrivare a creare il CASO e a dargli risonanza, ed arrivare a scrivere a giornali di paesi islamici o a scuole non on line (magari lettere tutte uguali fotocopiate, ma tante). A questo punto non basterebbe più l'inglese ma ci vorrebbe l'arabo… Tuttavia, anche là dove non è possibile un dialogo interculturale effettivo (dato che l’arabo non lo sappiamo), sarebbe già bello mandare un semplice messaggio di pace.
Mandate le vostre riflessioni ed eventuali adesioni a mediatori@didaweb.net
A voi la parola.
Federico Repetto


Ecco il testo della lettera alle scuole dei paesi di religione islamica che sarà pubblicato da “Insegnare”.


Ai fratelli e alle sorelle di religione musulmana impegnati nella scuola come studenti e
come insegnanti,

Noi firmatari, che insegniamo o studiamo in numerose scuole sparse per l'Italia o che apparteniamo ad associazioni che si occupano dei problemi dell’educazione, vogliamo assicurarvi che nutriamo fiducia nel dialogo con voi e vi consideriamo amici e fratelli. Alcuni dei nostri media, dei nostri governanti e dei nostri concittadini italiani o europei, hanno mostrato, dopo l'attentato terroristico delle Torri Gemelle, un atteggiamento di diffidenza - e qualche volta di superiorità o di ostilità - nei confronti del mondo musulmano, che noi non condividiamo affatto. Egualmente riteniamo ingiusto e inaccettabile che nella punizione dei colpevoli del fatto criminale siano coinvolti numerosi innocenti.
I pregiudizi nei confronti dei musulmani ci sembrano tanto più ingiustificati in quanto vengono dall'occidente, che ha conquistato e colonizzato in tempi recenti gran parte dei paesi islamici e del mondo intero. Inoltre non si può dimenticare che il Fondo Monetario Internazionale, i governi e le grandi multinazionali dell'occidente da tempo hanno fortemente condizionato i prezzi e i mercati di tutto il mondo.
Tuttavia la diffidenza e i pregiudizi della gente comune nei nostri popoli nascono anche dall'ignoranza e dalle esagerazioni o distorsioni dei media. L'uomo comune del nostro paese (e cosi' anche noi che vi scriviamo), non sa veramente come voi pensiate, ne' come voi preghiate Dio, ne' come voi viviate nella vita quotidiana, o come viviate l'esperienza della scuola. Questo messaggio è quindi un invito al dialogo tra le singole scuole, le singole classi, gli insegnanti e gli studenti, nella convinzione che la conoscenza ci affratelli.
Chi vuole entrare nella nostra rete per scambiare notizie, opinioni, immagini, o anche semplici saluti, può farlo scrivendo all'indirizzo elettronico mediatori@didaweb.net. Ci farà piacere se ci direte che cosa pensate del nostro messaggio. Eventualmente potrete dirci se siete interessati a proseguire il dialogo con una classe (e di quale età e tipo di scuola), o con singoli insegnanti o studenti. Vi suggeriamo, per cominciare, i grandi temi seguenti:
1)opinioni sul problema dei rapporti tra i popoli e le civiltà
2)vita quotidiana nei rispettivi paesi
3)la scuola e i suoi problemi
4)navigazione internet e impiego dell'informatica a scuola
5)insegnamento delle lingue straniere
6)TEMI DA VOI PROPOSTI
Vi invitiamo infine a diffondere nelle scuole - e ovunque lo riteniate opportuno - il messaggio che vi inviamo in lingua araba. A quanti volessero entrare in contatto con noi per posta ordinaria in lingua inglese, francese o italiana, potrete dare gli indirizzi postali che sono disponibili in www.didaweb.net/mediatori/ Siamo desolati di non capire l’arabo e di poter offrire solo una corrispondenza nelle lingue occidentali. Tuttavia conosciamo la grande tradizione araba di cultura, che ha permesso agli europei di leggere non solo i grandi filosofi Ibn Sina e Ibn Rashd, ma perfino il greco Aristotele, tradotti dall’arabo. Speriamo che in un futuro non lontano tutti conoscano almeno un po’ le lingue e le culture di tutti gli altri.
Con amicizia

un gruppo di insegnanti, di studenti e di volontari appartenenti a diverse scuole italiane, e ad associazioni non governative


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Daniela Borgioli    - 04-11-2001
Perché fratelli e sorelle?E' un messaggio religioso o laico?. Direi che sono dei colleghi, mi torna molto di più. Perché i sensi di colpa occidentali per non conoscere l'arabo? Ci sono delle lingue internazionali, usiamo quelle anche se sono occidentali, possono valere il latino e il greco di un tempo. Il tono è paternalistico e nello stesso tempo di scusa non so bene per che cosa. Non c'e dialogo se non ci si mette sullo stesso piano, mi fa l'effetto del parente di Don Rodrigo che serve a tavola, ma non si siede insieme ai suoi commensali. Saluti

 gragnano pellegrino    - 05-11-2001
la vs lettera è ridicola e patetica
il mondo musulmano non potrà mai essere un mondo parallelo a quello cristiano ed occidentale e suo amico ma solo un mondo alternativo e in perenne conflitto con esso
le vs illusioni derivano da una superficiale conoscenza del'islam e delle sue finalità e da un demagogico e pietistico modo di vedere i problemi che non da oggi esistono tra il mondo occidentale e l'islam
da sempre l'islam lotta per distruggere l'occidente cristiano e sostituirvisi
e ciò perchè l'etica cristiana ed occidentale è la più grande nemica dell'etica islamica
l'islam non individua alcuna differenza tra stato e religione la religione è stato e pertanto i dettami religiosi sono regole di stato
l'islam giustifica i più vergognosi atteggiamenti dell'uomo in genere: il dominio sui più debole (es le donne) il fingersi amici quando si è in pochi (vedi il comportamento degli islamici in ocidente) il diventare prepotenti quando si è in molti (vedi il caso dei cristiani in libano)
l'islam non è tollerante (vedi la mancanza di libertà di culto e di pensiero nei paesi islamici)
quelle da voi propangadate sono solo pie illusioni

voi diffondete