breve di cronaca
Quelli che...la riforma
Anna Pizzuti - 15-03-2003
Senza commenti, quasi con spirito di servizio. Perché è la scuola che ci aspetta.

I brani che seguono sono tratti dai giornali dei due giorni successivi all’approvazione della riforma dei cicli. Fuoriregistro ha ospitato spesso la voce di chi è contrario a questa riforma. Ora ci sembra giusto ascoltare anche gli altri.
La ricerca è stata condotta sulla rassegna stampa del sito del ministero, sui quotidiani del 13 marzo e del 14 marzo.

LE DICHIARAZIONI DEL PREMIER


Da - "La Stampa"

ROMA - Appena due ore dopo l´approvazione da parte del Senato della riforma organica della scuola italiana, Silvio Berlusconi è comparso nella sala stampa di Palazzo Chigi e ha fatto di tutto per mostrarsi «particolarmente soddisfatto»: il Presidente del Consiglio ha in gran parte resistito alle domande su altri argomenti («Parliamo soltanto di scuola, ragazzi, altrimenti non fate il titolo...») e poi ha riempito di gentilezze il ministro dell´Istruzione Letizia Moratti, seduta al fianco del Presidente: «Poco fa - racconta Berlusconi - era così contenta per l´approvazione della riforma che ha telefonato al marito e l´ha chiamato "amore"». Berlusconi ha spiegato di essere compiaciuto soprattutto per un motivo: «Sono soddisfatto perché si tratta della prima riforma organica della scuola italiana, dopo 80 anni e cioè dalla riforma Gentile del 1923: finora erano state fatte soltanto riforme parziali e ben 34 tentativi di riforma falliti».
……..
«Noi intendiamo applicare la riforma e la applicheremo gradualmente e compatibilmente con le possibilità di bilancio, tenendo conto del Pil e dei parametri di Maastricht, che non ci danno una capacità di spesa illimitata». Ma Berlusconi ha pubblicamente preso un impegno con il ministro Moratti: «Garantisco la mia pressione sul ministro dell´Economia Tremonti per garantire i fondi promessi, con un occhio sempre all´andamento globale dell´economia». Il Presidente del Consiglio ha tenuto a sottolineare che quella della scuola è «una delle 24 riforme che abbiamo presentato agli italiani», ha sostenuto che altri Stati hanno impiegato «decenni per ammodernare il sistema di istruzione»; che «non c´è nulla di più importante della formazione» e che «tutte e tre le "i" (informatica, inglese e imprese) sono state rispettate nei programmi». E per rendere comprensibile a chiunque uno degli effetti della riforma - la possibilità di trasferirsi in qualsiasi momento da un tipo di scuola all´altro - Berlusconi ha sciorinato una delle sue battute: «Se la bionda più carina è nell´altra classe, il passaggio si può fare...».

Da “Il Giornale”

Emozionata Letizia Moratti. Prolifico di metafore scolastiche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Che per commentare l’asenteismo in Senato che ha preceduto la riforma storica della scuola, rischiando di affossarla paragona i senatori ai ragazzini che “quando ci sono le interrogazioni vanno alla toilette” E per chiarire la bontà di un’educazione che spetterà alle regioni (avranno una quota di gestione nella formazione) ricorda che “una volta, in prima media dovevano venire dei miei amici a trovarmi e io mi resi conto di non sapere niente della mia città, dei laghi lombardi. Dovetti trovare dei libri per studiare tutto in una sera per portarli in giro. Ora i bambini potranno imparare la storia, la geografia, le tradizioni culinarie della propria regione” E poi le “frittelle che cucinava mia madre dopo i trenta e lode…”

Da “L’eco di Bergamo”

La ricchezza di un paese – ha detto infatti Berlusconi – è anche data dal numero dei cittadini che lavorano, 4 su dieci in Italia contro i 6 su 10 negli USA, dal numero degli anni lavorativi e dal livello della professionalità” Quindi ha concluso: “facendo uscire dalla scuola cittadini più preparati, incrementiamo la ricchezza del paese. Per questo la scuola e il capitale umano sono così importanti”


I COMMENTI



Da "La Stampa"

L´INDUSTRIALE: FINALMENTE

ROMA - Molto positivo il parere di Confindustria sul complesso della riforma. L´attenzione che il ministro Moratti ha posto su formazione, nuove tecnologie, alternanza scuola-lavoro, ha recepito quelle che sono da sempre le priorità indicate dagli imprenditori.
Silvio Fortuna, consigliere delegato di Confindustria, che cosa le piace di più di questa riforma?
«L´attenzione riservata alla formazione professionale. Fino ad ora questo indirizzo di studi è stato considerato la serie B del percorso scolastico: chi non riusciva al liceo o all´istituto tecnico veniva dirottato lì. Ora, invece, la formazione assurge a canale parallelo di quello dell´istruzione e, avendo un radicamento regionale, può essere particolarmente attenta alle esigenze del territorio».
Lei, però, ha espresso giudizi lusinghieri anche sul tradizionale liceo, come mai?
«Io credo che il liceo classico e quello scientifico siano state delle ottime palestre per la classe dirigente attuale e sono contento che siano stati conservati e valorizzati. Chi usciva dal liceo però, ai tempi miei, non sapeva nulla di tecnologie moderne, di economia, di diritto. Ora invece la Moratti ha inserito in quelle scuole indirizzi tecnologici ed economici che danno una formazione operativa. E questo è un vantaggio».
Come la mettiamo con gli stages?
"L´alternanza scuola-lavoro è una delle novità più rilevanti. All´istruzione di un tempo mancava l´attitudine applicativa, che ora viene così recuperata".

Da "L' Avvenire"

MORATTI: UNA SCUOLA LIBERA, EQUA, FLESSIBILE

Soddisfatto l’intero schieramento di maggioranza, che ha sostenuto la legge in Parlamento. Secondo Mario Mauro (FI) “il futuro della nostra scuola si giocherà tutto sul principio di libertà: libertà di scelta e di educazione. Sulla stessa linea Giuseppe valditara, di AN: “E’ la riforma delle opportunità per i nostri giovani, che valorizza la persona e i suoi talenti, offrendo a tutti una Prospettiva lavorativa concreta di realizzazione personale”.


Da "Il Sole 24 ore"

LA SCUOLA CAMBIA SOLO CON LA QUALITA’

La riforma scolastica del centrodestra, ottenuto il sì definitivo del Senato è diventata legge. Evviva! In primo luogo perché la scuola ne ha bisogno: l’immobilismo, aggravato da decenni di tentativi andati a vuoto le ha già fatto troppo danno. In secondo luogo perché ogni riforma è perrfettibile, ma per migliorarla bisogna averla di fronte.
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Da più di un secolo nei paesi industriali – in tutto il mondo, è bene ricordarlo, democrazia e progresso civile sono andati di pari passo con l’industrializzazione – l’aumento del benessere è stato accompagnato, e nei paesi nordici preceduto dalla diffusione dell’istruzione: cioè dalla progressiva estensione degli anni che tutti i giovani debbono passare sugli anni di scuola. In un mondo che, come risorsa produttiva, mette al primo posto il sapere, può sembrare masochistico, se non suicida, ridurre, anziché estendere l’obbligo. Non lo sarà ad una condizione: che i giovani imparino in otto anni di scuola quanto oggi apprendono in nove.


L’INTERVISTA A LL’ONOREVOLE APREA: NEI PROGRAMMI ANCHE LA CULTURA LOCALE

Si teme un abbassamento dela qualità dell’offerta formativa
Il secondo decreto, molto probabilmente riguarderà l’organizzazione del sistema di valutazione gestito dall’Invalsi. Ed è qui che si gioca la partita della qualità, facendo crescere tra gli insegnanti la cultura della valutazione che non potrà più essere autoreferenziale. Pensiamo anche ad una ipotesi di carrieralegata alla valutazione.
Ma le singole scuole potranno decidere, per esempio, di studiare la lingua padana al posto di quella italiana?
La questione non si pone in questi termini. Il numero di ore obbligatorie per lo studio dell’italiano non potrà esere sostituito dallo studio di lingue minoritarie. Ci sarà una qota di ore, il 10% circa, da dedicare ai programmi regionali in piena autonomia.

Da "Libero"

LA RIFORMA C’E’, LA SCUOLA LIBERA NO

Per i politici, come per i movimenti, un autentico “mercato dell’educazione” resta tabù. Evidentemente c’è ancora chi crede che “nella società italiana, dove la religione cattolica è predominante, la libertà della scuola non può avere altra conseguenza… che l’isituzione quasi esclusiva di scuole cattoliche. Pertanto la libertà della scuola può essere garantita soltanto dalle scuole di Stato” La citazione è di Norberto bobbio (11 marzo 1986). Sarebbe come dire: se c’è libertà di stampa molti lettori acquisteranno il quotidiano X, anziché Y. Quindi impediamo loro di leggere X.


Da "Il Secolo d’Italia"

VALDITARA: ABBIAMO MANTENUTO GLI IMPEGNI. UNA RIFORMA COSTRUITA SU MISURA DEI GIOVANI

“E’ la riforma delle opportunità per i nostri giovani. Una riforma che valorizza la persona ed i suoi talenti, offrendo a tutti una prospettiva lavorativa concreta e di realizzazione personale. Abbiamo mantenuto l’impegno assunto con gli elettori di cancella re la nefasta riforma Berlinguer-De Mauro, criticata, erlatro, da tutti i sindacati e sostituirla con un’altra che adegua la scuola ad una società complessa e dinamica”


TRADIZIONE, QUALITA’, COMPLETEZZA. SUI PROGRAMMI INDIETRO NON SI TORNA
Intervista a Ciambrone, esperto di Viale Trastevere

Quali sono i punti forti dei programmi delle elementari e delle medie?
I programmi di stroia, scienze e geografia vengono distribuiti su un arco di sei o sette anni.
Qual è l’ottica?
E’ quella dell’approfondimento. Un’ottica che rivediamo anche nei licei. Il Ministro, infatti, ha detto: “Bisogna recuperare la tradizione della liceità, quella cioèdi studiare poche cose e studiarle bene, approfonditamente”
Che cosa si ottierne?
Nella scuola elementare si studierà bene la storia greca e romana, mentre nelle medie si parte dal medioevo. Stessa cosa in geografia: non ci sarà più l’esame sulle regioni d’Italia, poi dell’Europa, poi del mondo. Alle elementari si studieranno solo le regioni d’Italia.
Si potrebbe obiettare che “repetita iuvant”
Una contestazione del genere la fa solo chi non sa cosa avviene oggi nelle scuole….
Cosa accade?
In quinta elementare si studia (sic) l’Europa e il mondo. Che di fatto in un anno non si possoo studiare. Si era quindi arrivati a fare delle unità tematiche: mi spiego meglio: si studiava l’allevamento bovino in Europa, che è un argomento astratto e inadeguato ai bambini della scuola elementare

LA SCUOLA RITROVA IL SUO RUOLO

Nel nuovo assetto scolastico la formazione professionale sarà un canale di pari dignità del sistema educativo, che non escluderà – tramite un sistema di passaggio o passerelle – il trransito all’istruzione liceale, né ulteriori approfondimenti post-diploma. La fame di manodopera specializzata delle imprese, che comporta in molti casi il ricorso delle aziende agli extracomuniatri, ma anche la cronica disoccupazione di un proletariato intellettuale privo di competenze specifiche e proprio per questo condannato allo sfruttamento del lavoro precario, potranno avere finalmente termine. Natruralmente il successo della manovra dipenderà anche dalle capacità delle singole regioni – cui la riforma istituzionale delega le competene in materia – dimostreranno nell’affronatre gli accresciuti impegni ed anche nel valorizzare le competenze dei professori provenienti dai vecchi istituti professionali statali,che non possono vedere il loro stato giuridico sottoposto ad una “reformatio in peius” (…) Un aspetto qualificante – e ancora in corso di definizione – della riforma Moratti, è rappresenato dal’istruzione iceale che, rispetto all’assetto precedente, comprende anche ambiti, come quello economico e tecnologico, in recedenza coperti dagli istituti tecnici. (…9 la licealizzazione di istituti che nel vecchio assetto conservavano un’impostazione professionalizzante, può suscitare qualche perplessità, almeno fino a quando i nodi fondamentali per l’accesso al mondo del lavoro per i diplomati dei licei economici e tecnologici non saranno sciolti, come avverrà con i decreti delegati.


Da “La Padania”

IN CLASSE SI STUDIERA’ LA CULTURA LOCALE

“ Con la mia riforma – ha dichiarato il ministro Moratti – ho disegato una scuolache deve allevare persone responsabili, capaci di avere relazioni interpersonali e sociali, e liberare i govani dalla schiavitù della televisione e delle discoteche che ti abbandonano nella tua solitudine. La scuola italiana oggi è classista(…) e favorisce così i figli dei più ricchi ed emarginando (sic) i figli delle famiglie più deboli”

UNA RIFORMA CHE SIA LIBERA DALL’ACCADEMISMO DI SINISTRA

Pretendere che in uno stato di buraocrati e assistenzialisti, dove invocare la meritocrazia suona ancora come una bestemmia, si riesca a rimediare a decenni di immobilismo con la bacchetta magica sarebbe davvero ingeneroso Il Movimnto studentesco padano (…) è ottimista sul percorso che si sta intraprendendo. Gli indirizzi contenuti nel progetto dimostrano il tentativo di liberare la formazione scolastica, dai limiti di una eccessiva accademicità.
(…) La divisione dela secondaria superiore in liceo e formazione professionale consente finalmente un avviamento guidato e concreto al mondo del lavoro e, a nostro avviso, risponde perfettamente a quella spinta programmatica che da tempo auspichiamo per la formazione dei nostri ragazzi. Nell’era della devolution, diviene fondamentale rimarcare l’importanza della interrelazione tra le scuole ed il territorio, non solo in termini socioculturali, ma anche nella prospettiva di una collaborazione con il tessuto produttivo locale.
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