A proposito dello stato giuridico degli insegnanti
Gianni Mereghetti - 24-02-2003
Lo stato giuridico è certamente la questione seria non solo della professione docente, ma della riforma della scuola, per realizzare la quale necessitano fattori chiari di libertà, e tra questi la libertà di insegnamento secondo una nuova definizione che risponda all’urgenza dell’oggi.
Per questo non si può definire un nuovo stato giuridico, che superi quello del 1974 dove la professione docente era funzionale alla partecipazione, senza identificare che cosa significhi libertà di insegnamento, anche perché nella pratica quotidiana è vissuta come terminale di una posizione difensiva o di giustificazione di ogni arbitrio.
La libertà di insegnamento, garantita dalla Costituzione Italiana, ha due dimensioni che devono essere considerate e svolte insieme:
- la prima è la possibilità di esercitare liberamente, nell'ambito degli obiettivi generali del sistema scolastico e del pluralismo culturale che il Piano dell’Offerta Formativa deve promuovere in ogni istituzione scolastica, una scelta contenutistico-metodologica per contribuire alla crescita culturale, educativa degli studenti
- la seconda consiste nel fatto che, se di fronte alle domande di istruzione e di educazione delle famiglie e degli studenti un insegnante si assume la responsabilità di una proposta didattico-educativa, tale responsabilità è reale solo implicando da una parte la libertà di scelta delle famiglie e degli studenti rispetto alla proposta fatta, dall’altra la valutazione della sua efficacia, uscendo dall’attuale autoreferenzialità.
E’ dunque chiaro che una professionalità docente oggi si può esercitare solo secondo termini di libertà e responsabilità, che devono essere riconosciuti ad ogni insegnante, ma contemporaneamente ad ogni scuola autonoma e paritaria, ad ogni famiglia e ad ogni studente.
Una nuova professionalità docente sarà possibile solo se parallelamente il sistema scolastico complessivo diventerà effettivamente un sistema libero, il che non è utopia, basterebbe infatti che il Ministro Moratti applicasse in ogni suo aspetto, da quello didattico a quello economico, le due leggi con le quali il ministro Berlinguer ha modernizzato la scuola italiana, quella dell’autonomia e quella della parità scolastica. Del resto è evidente che senza vera autonomia e vera parità non ci può essere una nuova e piena professionalità docente!
Nell’ottica di un nuovo stato giuridico degli insegnanti, se la questione prioritaria è la ridefinizione della libertà di insegnamento, gli altri fattori che devono essere affrontati sono:
- la formazione iniziale dei docenti , la quale, se spetta all'Università dal punto di vista delle conoscenze disciplinari, spetta alle Scuole e alle Associazioni Professionali per quanto riguarda le specifiche attività di tirocinio e l’abilitazione all’insegnamento
- i meccanismi per il reclutamento, che devono trovare sempre più nelle scuole i loro terminali. E’ in questa direzione che oggi si potrebbe introdurre, in modo sperimentale per gli insegnanti che vogliano percorrere questa strada di libera professione, una quota percentuale di assunzione per chiamata nominale, come avviene ad esempio nel Baden Wurttemmberg. Questi insegnanti assunti per chiamata e disposti a rinunciare al ruolo, sarebbero da considerare a livello giuridico ed economico come liberi professionisti.
- l’introduzione di funzioni diversificate della professionalità docente sia di tipo didattico che organizzativo da acquisire attraverso titoli di merito, e l’introduzione di meccanismi di carriera. Di particolare importanza per la vita della scuola dovrebbe essere la funzione di ricerca e di coordinamento disciplinare.
- La valorizzazione dell'associazionismo professionale. Un nuovo stato giuridico dovrebbe riconoscere le Associazioni Professionali come unica rappresentanza accreditata presso il Ministero della Pubblica istruzione, le Direzioni regionali, le singole scuole autonome per quanto riguarda le problematiche didattiche e culturali della professione docente. Le Associazioni Professionali dovrebbero poi dotarsi autonomamente di un organismo di rappresentanza.
Da ultimo non si può non sottolineare a chiare lettere che un nuovo stato giuridico che stabilisca i fattori fondamentali della professione docente deve essere definito per legge, e non sottoposto a contrattazione sindacale!




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