Giornata romana inondata di sole e graziata da una temperatura insolitamente mite. A Piazzale Numa Pompilio e a Via delle Terme di Caracalla è già pieno di manifestanti. Le bandiere arcobaleno, centinaia di migliaia, servono a tutto oltre che ad essere sventolate.

Chi le adotta come sciarpa, chi come singolare "domino" sopra piumini e giacche a vento, chi lo indossa come una "kefia" e chi come un chador multicolore, quasi fosse un "controsimbolo" di libertà. Ovunque domina il colore, mai così tanto arcobaleno è stato visto in una manifestazione.

Prime cifre
Oltre il milione prima dell'appuntamento delle 14, orario nel quale doveva partire il corteo, ma che per l'enorme afflusso è stato spontaneamente anticipato alle 12. Sono queste le prime cifre sull' enorme affluenza alla più grande manifestazione pacifista che ci sia stata nella capitale, fornite dagli stessi organizzatori che, visto l'inizio, ora credono si possa raggiungere il traguardo dei due milioni in piazza a fine giornata.

Il lunghissimo corteo, chilometri e chilometri di gente, di bandiere, di speranze di pace, continua a percorrere le strade del centro, con la "testa" che poco prima delle 13 era ben oltre piazza Venezia

Colori e speranze
La creatività questa volta si è sbizzarrita davvero. Con il colore quale simbolo di un'intera manifestazione c'era solo l'imbarazzo della scelta. Perfino per gli striscioni, innumerevoli, è stato scelto un colore diverso e gli slogan non sono scritti solo su fondo bianco, ma anche giallo, verde, rosso, viola e blu.

Tante anche le bandiere dei Ds, di Rifondazione Comunista, dei Verdi, dei Comunisti Italiani. E soprattutto tante le bandiere del sindacato, soprattutto quelle rosse della Cgil. Variegata, in accordo con il tema dominante della manifestazione, anche la "colonna sonora". Domina il rock a tutto volume, ma si sente anche tanta musica sudamericana.

Roma, 15 febbraio 2003