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IL RAP
BOTTA E RISPOSTA
Otto domande (e otto risposte da scoprire!) su temi e tematiche culturali.
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IL RAP


Che cos’è il “Rap”?
[ risposta ]
È un genere musicale cha nasce verso la fine degli anni Settanta nei quartieri neri delle metropoli statunitensi. Inizialmente, il rap era fatto da brevi brani manipolati da un disk-jockey ( DJ) che interveniva bloccando e rilasciando manualmente l'avanzamento del disco, mentre un “rapper” cantava o recitava un testo molto veloce e in rima (rap significa "chiacchierare" nello slang americano).
La popolarità del rap all’inizio fu limitata ma, appena qualche anno dopo, il genere entrò a far parte della tendenza principale della musica e della cultura giovanile americana. Gruppi rap neri (Run-DMC) e bianchi (Beastie Boys) diffusero uno stile i cui temi spesso duri (le vita delle bande, la droga, la criminalità) furono raccolti anche da musicisti provenienti da altre esperienze.
Il rap successivamente è stato al centro di intense controversie per i suoi testi brutali e violenti che parlavano di sesso con un linguaggio molto esplicito (i 2 Live Crew furono incriminati per oscenità e in seguito prosciolti). Altri artisti e gruppi rap, come Public Enemy, NWA (Niggers With Attitude), Ice-T e Ice Cube, sono stati accusati di esaltare la violenza e l'estremismo politico.
Il tema di fondo che ricorre usualmente nei testi dei rapper è la povertà. Nei quartieri ghetto, nelle case popolari dei quartieri neri – dove la nuova musica nasce come grido di rabbia, espressione sonora della miseria e dell’angoscia del sottoproletariato nero - i bambini che sono nati in quegli anni ( anni settanta) non hanno mai visto lavorare i propri genitori. La spaccio della droga è il mezzo più diffuso per sfuggire alla miseria. E il rap, a questo punto, diventa un’alternativa.
Come e quando nasce questo genere musicale?
[ risposta ]
Come e quando nasce questo genere musicale?
Le radici del rap risalgono almeno alla fine degli anni sessanta e all’apparizione dei Last Poets, un gruppo di giovani neri che esprimono in rima la loro rabbia. Scrivono testi impegnati la cui violenza basterà a suscitare l’interesse perfino dell’FBI. Il gruppo nato nel 1969 sarà attivo per venticinque anni.
Sul certificato di nascita della nuova musica sarebbe indicata come data il 1976, e come luogo il Bronx, quartiere ghetto di New York. Il Rap in effetti nasce in occasione dei “block party” (block significa isolato), cioè delle feste rionali delle comunità nere. Protagonisti di queste serate il DJ (disk-jockey ) con la sua valigetta di dischi, e il Master of Ceremonies ( maestro di cerimonie) il conduttore, chiamato anche MC ( pronuncia “emsì”) con il compito di animare la festa.
L’MC accompagna il programma del DJ esortando la folla a ballare. I dischi maggiormente utilizzati sono quelli latino americani o i pezzi strumentali di funk (vedi D/R n. 4) ricchi di quell’effetto ritmico chiamato “ break” che il DJ mixerà ( mischierà) reinventando i brani . L’MC incalza la folla con interventi sempre più ricchi, che pian piano diventano testi rimati.
La nascita del rap sui mass-media avviene invece con il disco Rappers’ Delight nel 1979, una hit mondiale del gruppo Sugarhill Gang. Il trio non riuscirà mai a rinnovare il boom commerciale del suo primo singolo, e superati dai nuovi protagonisti nel corso degli anni 80 e 90, vivrà di rendita del primo successo riproposto infinte volte in compilation diverse.
Com’era il rap negli anni 80?
[ risposta ]
I rapper, nei primissimi anni 80, sul modello di Rappers’ Delight raccontano aneddoti preferendo le rime gioiose e spensierate e la comicità (un esempio è questo: porto collane d’oro, mi vesto di pelle, ho soldi a palate e ragazze a volontà).
Appena dopo, invece, nasce il rap militante e politicamente impegnato. Siamo nel decennio in cui al potere c’è Ronald Reagan, un periodo che vedrà i tagli a tutti gli stanziamenti sociali e l’abbandono definitivo dei ghetti neri che vivono in preda a una microguerra civile alimentata, dall’83/84 in poi, dall’arrivo massiccio sul mercato americano del “ crack” ( il crack è un residuo della cocaina molto assuefacente che deve il suo macabro successo al basso costo. Il crack compare nei testi dei rapper e nei loro video).
Negli Stati Uniti le probabilità per un nero di essere disoccupato sono due volte e mezzo maggiori rispetto a quelle di un bianco. Se i neri rappresentano il 6% della popolazione, fra quella carceraria sono il 50%. Nelle grandi città la principale causa di morte per un nero giovane è l’omicidio. Si tratta di un dramma spesso denunciato dai rapper.
Intanto radio e TV dell’epoca “reganiana” ignorano o nel migliore dei casi esitano a programmare il grido di rabbia dei nuovi rapper.
L’aggravarsi, però, delle condizioni di vita nei ghetti neri contribuisce alla radicalizzazione del rap. Gruppo simbolico della rabbia a favore dei neri erano allora i Public Enemy.
Sul versante propriamente musicale, dopo gli anni rap - funk in cui la musica è suonata da gruppi tradizionali, arriva la svolta dell’elettronica che rivoluzionerà le sonorità rap.
Praticamente musicisti e tecnici, attraverso l’elettronica, sono in grado di servirsi di tutte le potenzialità del materiale che invade gli studi di registrazione. Costruiscono così un suono nuovo e compatto che ingloba tutte le tendenze: il funk, il soul, il rock fondendole in uno stampo diverso.
Che cos’è il funky e quale collegamento ha con il rap?
[ risposta ]
Funky è un termine coniato negli anni cinquanta e indica una modalità ritmica e sonora presente in diversi ambiti della musica leggera contemporanea. Nel linguaggio “slang” dei neri d'America, funk è l'odore che il corpo sprigiona in stato di eccitazione. Funky è in origine una musica d’impronta trasgressiva, strutturata in modo prevalentemente ritmico e con una grande capacità di coinvolgere fisicamente l'ascoltatore.
Infatti, nonostante l' originaria tendenza a una radicale e liberatoria purezza espressiva, il forte impatto del funky sull'ascoltatore lo ha reso molto compatibile con le esigenze del mercato discografico. A testimoniarlo sono le numerose derivazioni nel genere “disco music” degli anni Settanta e Ottanta.
In termini generali le caratteristiche iniziali del funk sono presenti anche nel rap, ma in un modo particolare, meno generico, e con un’accentuazione che va oltre la sola espressione musicale.
Che cos’è e cosa rappresenta la cultura “hip hop”?
[ risposta ]
Il rap è una sottodivisione di ciò che viene chiamato hip hop, una tendenza (un vero e proprio stile di vita) che si è formato verso la fine degli anni Settanta tra i giovani neri di New York. Sorto come espressione della cultura di strada, l'hip-hop si sviluppa attraverso la musica rap, la break dance e il graffitismo.
Il rap è la componente di base di questo fenomeno culturale che ha prodotto forme musicali assai diverse tra loro, dal semplice gioco musicale alla dura protesta sociale e politica. Originariamente vicina al rap per contenuti e ispirazione, la break dance è nata come danza metropolitana eseguita per le strade da neri e portoricani. Accompagnata dalla break music – concitata, dura e spesso ridotta alla sola ritmica – la break dance è una danza da marciapiede di carattere acrobatico che richiede movenze sincopate e articolazioni snodate. Ulteriore componente del fenomeno hip-hop è il graffitismo, espressione artistico-trasgressiva realizzata dai gruppi giovanili metropolitani; l'intervento sui muri della città e nelle stazioni della metropolitana con scritte, affreschi e decorazioni si pone come espressione diretta di una creatività che si sottrae alle mediazioni delle forme artistiche tradizionali.
Senza dimenticare il codice di abbigliamento: i berretti da baseball e le tenute sportive sono diventate popolari essenzialmente grazie ai rapper e a tutti i protagonisti dell’universo hip hop.
Il berretto Kangol (quello con visiera) è l’accessorio preferito di James Todd Smith, alias LL Cool J, adolescente venuto dal quartiere del Queens che a soli sedici anni nell’87 si impone come sex symbol dell’hip hop, componendo il primo rap in forma di canzone d’amore ( I Need Love).
Quale importanza ha la Francia nel Rap?
[ risposta ]
Anche in Francia, come in America, alcuni giovani riprendono i codici della cultura hip hop per richiamare l’attenzione sulla realtà sociale della periferie cittadine.
A fare da portavoce sono gruppi eterogenei e, contrariamente agli Stati Uniti, il loro denominatore comune non è il colore della pelle.
Tutto avviene dopo il 79 e l’uscita del disco Rappers’ Delight della Sugarhill Gang: anche i giovani francesi si immergono letteralmente in questa specie di ping-pong verbale.
La radio libere, che nascono in Francia nell’81, diventano il mezzo per eccellenza della diffusione del rap americano.
I punti di diffusione della cultura hip hop restano un quartiere multietnico di Parigi e “Radio Nova”. La domenica si organizzano, sui terreni abbandonati del quartiere, “block party” alla newyorchese, con l’intervento di graffitisti, rapper in erba e aspiranti alla gloria in generale.
Nonostante qualche iniziale resistenza, la cultura hip hop finisce per trovare spazio anche sulla stampa francese. Alcuni settimanali inseriranno le espressioni dei rapper stabilmente nelle loro pagine, altri regolarmente recensiranno tutte le uscite della musica rap.
Quando, poi, i primi rapper arriveranno nelle hit-parade, parte un segnale per i giovani dei quartieri caldi. Da Marsiglia a Lione, attraverso i sobborghi parigini, si formano le POSSE ( “ gruppo” in slang giamaicano), i gruppi provano le loro canzoni e le registrano, le fanno ascoltare, le mandano alle radio. I nuovi decoratori delle città, i graffitisti, scrivono i nomi degli aspiranti artisti “hip hop” lungo le strade o sui vagoni della metropolitana.
L’esempio americano è quello che fa scuola, ma il livello linguistico diverso, combinato con i diversi gerghi nati nei quartieri dormitorio multietnici parigini, danno ai rapper francesi un’originalità piuttosto unica in Europa.
Quali sono le caratteristiche del rap italiano?
[ risposta ]
In Italia la cultura “hip hop” si è costituita sulla base di generi arrivati per vie e in tempi diversi, includendo anche fenomeni non strettamente musicali come, per esempio, il graffitismo.
Al di là dalle intrigate influenze subite dai vari generi, l’anello di congiunzione tra i vari gruppi giovanili è, comunque, la grandissima importanza attribuita al messaggio trasmesso attraverso la musica. Essa è vista come un veicolo per esprimere inquietudini, raccontare storie difficili e dà forma, in definitiva, ad un quadro pregnante del disagio giovanile.
Il legame con il modello americano è indubbio, ma si risolve entrando nella specificità del genere italiano. Come nei ghetti americani, così nelle periferie italiane, i giovani rapper sentono l’esigenza di parlare del proprio mondo, raccontare storie vissute, esprimere la rabbia che viene da realtà degradate con il potente mezzo della musica.
Rifiutata con consapevolezza la riproposizione passiva delle esecuzioni del rap americano, i rapper nostrani hanno adattato contenuti e ritmo alla loro particolare realtà. Questo spiega anche la scelta di cantare in italiano o nei mille italiani parlati nella penisola.
Il gruppo romano Onda Rossa Posse con il brano “Batti il tuo tempo” uscito nel 1990, fa esplodere il fenomeno rap in lingua italiana. Gli Almamegretta, gruppo di Napoli, già nei titoli dei brani o delle compilation, rifiutano l’uso massificato e inconsapevole della lingua. La loro preferenza è la manipolazione del linguaggio in senso ironico e filosofico, come fanno per esempio con i proverbi: “Ce sta chi ha dato ha dato e chi nunn’ha maje avuto” ( Ci sta chi ha dato, ha dato, e chi non ha mai avuto).
Ancora, un gruppo come gli Articolo 31 per i quali l’hip hop è divertimento, spiritualità, rabbia. Hanno dichiarato che si esprimono attraverso una varietà di temi e di ritmi per necessità: utilizzano l’hip hop per descrivere tutti gli stati d’animo che vivono giorno dopo giorno.
Quali sono le caratteristiche e le specificità della cultura che esprime il rap?
[ risposta ]
Il sociologo Franco Ferrarotti scrive in proposito:
“ Le Posse (gruppi) sono forme di aggregazione che riuniscono le culture del conflitto, l’ultimo dissenso organizzato interpersonale e radicato nel territorio che è possibile oggi in un mondo totalmente amministrato”.
E ancora: “Sono una realtà controcorrente, un freno al commercialismo trionfante, il richiamo ad una società diversa, la spinta verso un mondo alternativo, non predatorio, non utilitaristico e più umano, neo artigianale e pacifista.
L’influenza dell’hip hop nord americano è indubbia, ma non esercita quel controllo egemonico di cui il potere USA ampiamente gode in altri campi della vita sociale europea. Nei testi delle canzoni non è difficile leggere una denuncia articolata dei problemi dell’isolamento urbano, del rapporto carente o inesistente con le istituzioni ufficiali, della contraddittoria paura e voglia di entrare a far parte di un contesto sociale di cui si vorrebbe essere protagonisti e dal quale ci si sente in grado maggiore o minore rifiutati. L’artista diviene in queste condizioni colui che elabora forme e linguaggi per vivere il presente.
Dietro il rumore organizzato e i suoni apparentemente privi di senso è forse possibile intravedere una spinta utopica verso un mondo alternativo che esprime un antico bisogno di trascendenza .
La sede naturale per esprimere la cultura delle Posse sono i Centri sociali. Essi si pongono come Centri di aggregazione soprattutto nelle periferie delle grandi città, in zone di degrado e di abbandono in cui è più forte la mancanza di spazi destinati a concerti, spettacoli e battaglie sociali.
Il Leoncavallo di Milano, Radio Onda Rossa di Roma, il Fata Morgana di Messina, l’Officina 99 di Napoli, ed altri, sono Centri che hanno svolto un ruolo di riferimento essenziale per la cultura hip hop e underground. In alcuni casi hanno dato vita a formazioni musicali che ricordano nel loro nome il legame con i Centri stessi”.

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 soulking    - 12-04-2003
Mi è capitato per caso di leggere il tuo articolo, molto interessante e ben curato, ma per quel che riguarda il rap in Italia non sono d'accordo, perchè inesatto. Io sono un ragazzo cresciuto col mito della cultura hip hop, posso assicurarti che la discografia presa in esame da te non ha posto le basi del rap in Italia, ma sono altri i gruppi e rapper che per primi si sono cimentati in questo genere musicale. Le basi in italia si devono ai primi gruppi Posse, ad esempio Isola Posse, All Star, Papa Ricky, ed altri, dove per lo più i testi erano contestazioni politiche; negli anni l'evoluzione musicale ha portato ai primi dischi e gruppi rap, come Radical Staff, Sangue misto,South Posse, Frenkie hi-nrg, Rapa Dopa, Otr , fino ai nostri giorni Kaos , Gruff, Neffa ecc....
Ti consiglio di non citare gli Articolo 31, è vero che si deve a questo gruppo in piccolissima parte il diffondersi del rap in Italia, ma non di quello fatto bene.

ciao da soulking

 MeMo    - 02-05-2003
Rispondo al commento di Soulking: anch'io seguo da tempo la cultura hip-hop e condivido pienamente ciò che hai scritto sul rap italiano anche se gli Articolo 31, non li considero poi così pessimi...forse vogliono innovare qualcosa,inserire del punk col rap...i loro primi pezzi non erano male,c'era l 'influsso di Dj Gruff, ora se non si rendessero commerciali, avrebbero del buono.

 LADY    - 04-06-2003
Per me l'hip-hop è più ke vita.
Questo articolo mi è sembrato molto interessante anke se ormai sapevo tutto ma x quelli nuovi del campo è veramente un buon aiuto!!!
Complimenti!!! RESPECT FOR LIFE.

 maG    - 05-06-2003
Ciò che scrivi è davvero interessante..anche perchè la scena hip hop in italia si è un pò persa..ma come si dice pochi ma buoni..Ma di una cosa mi stupisco..si è parlato di rap italiano..si sono citati gli articolo31 e non avete nominato il vero mc..l'unico con il flow nelle vene..JOE CASSANO!
sempre al primo posto!
Ciao a tutti!!!

 1000    - 07-09-2003
YO bros

Non so a quanto tempo fà risale sto articolo comunque oltre a ripetere che gli Articolo 31 sono la feccia del rap (dato che non sono neanche capaci di scriversi i propri testi),
vorrei citare dei grandi che supportano continua evolution nel rap made in italy : Turi , Banana Sapiens , Bassi Maestro, Majestic 12 , Jitsu ken tai ecc.
Inoltre vorrei dire ke si può essere famosi anche senza vendersi , nel loro piccolo guarda i Flaminio Maphia.

 Smog tFc    - 10-09-2003
Yo x il rap italiano non ha ragione chiunque che citi articolo 31...
I migliori sono pochi... ora quasi nessuno...ricordatevi gruffJ.Cassano, Flaminio, Sacre scuole e anche Hi NRG, gli altri hanno fatto pocho

 -LADY STRINGA-    - 01-12-2003
ma hai perfettamente ragione in questa pagina non mi permetto di trovare molti difetti a parte il fatto di non aver nominato quell'uomo che la doppia h non lo ha mai dimenticato e non lo dimentichera' mai JOE CASSANO a tuta la caciara che faceva da pischello..rip
..lady stringa..

 daniele sexxx    - 11-12-2003
ciao a tutti ...come sempre trovo persone che stanno li' a discutere su chi deve avere il rispetto o no...mi fanno ridere le persone che giudicano venduti questi o quelli....e' la cosa che ha trasformato l' hip hop delle posse ..il primo in italia.. in una moda da adolescenti...tutti possono provare ad avvicinarsi a questa musica o stile di vita..nessuno escluso.e chi vuole eliminare qualcuno è gia fuori in partenza...poi scusate l' hip hop è in fin dei conti una cultura che non é nata in Italia ed é logico che non puo' che contaminarsi con quello che c'e' qua. daniele sexxx

 B-girl    - 19-03-2004
l'hip hop è vita...
sono daccordo con ki dce ke joe è il n°1..è vero..cmq nn è vero k il rap è morto...tocca a noi continuare a farlo vivere..quind ragazzi credete in questo...
B-girl

 Yo-yo    - 28-11-2004
il migliore è joe cassano, ma con gli articolo 31 ci siamo cresciuti(ricordate i tempi dela spaghetti funk)
ciao rappers

 FAT-KIM    - 25-02-2005
yo fratelli ho bazzicato su sto sito per caso ma già mi piace comunque vorrei dire basta con queste fottute puttanate sugli articolo 31 insomma diciamolo..............fanno skifo!!!! non si possono definire dei rapper oppure delle persone che seguono la cultura hip-hop...... insomma la mia ragazza mena è in assoluto lo skifo più totale........................ma così mi tieni è veramente bella.......ascoltatela ve lo consiglio!!!

 mr flow mc    - 25-03-2005
complimenti x l'articolo....concordo tutto qello ke c'è scritto, però si doveva parlare anke di bologna joe cassano camelz finezza click fce sono sangue misto zona dopa...sono gruppi ke hanno fatto storia..si poteva anke parlare della differenza tra nord e sud
milano tutti sotto le palle!(scusate il termine)di sano bussines,vibrarecords ecc..bologna tutti sotto la pmc..konosco degli amici ke stanno in questa crew...e poi noi del sud(x esempio io sono di napoli)ci facciamo un cuore grande x registrare un pezzo
io ho fatto un kasino x far uscire il promo della mia crew...one saluto mr flow mc cfob klan napoli sotterranea
joe rip

 B-BOY SNOD from I.N.S    - 12-06-2005
le cose che hai descritto sono assolutamente vere ancora oggi ci sono persone che ascoltano old school e la cosa significa nessuno ha dimenticato quei momenti d'oro che hanno fatto conoscere al mondo i ghetti americani come bronx arlem ecc...... io da ballerino di break dance che balla con il funky old school ho imparato a conoscere questa cultura superando il rap d'oggi e in conclusione posso dire che spero in un ritorno in grande della OLD SCHOOL


 shone black    - 14-06-2005
dear homies..credo che l' hip hop per un ragazzo di 17anni come me fappresenti l'unica via d'uscita dalla relta... quando vado in freesta posso gettarmi nel ghetto a pistole spiegate difendendo tupac..oppure posso sempliocemente augurarmi ed immaginarmi un giorno migliore..!!! credo che i migliori oggi siano i dogo,la pmc,e como produttori italian job(shocca-don joe-shablo)...peace unity and having fun..cheeress

 Rapper rj-mc    - 17-06-2005
gli articolo 31 facevano grande musica e grande rap,sono stati i primi a diffondere l'hip hop in italia.
andatevi ad ascoltare cd come Strade di città del 1993 o Così com'è del 1996.è vero hip hop ed inoltre ha la capacità di piacere anche a chi non è proprio fan dell'hip hop il che è un pregio e non un difetto.
ora hanno cambiato genere ma il loro rap rimane uno dei migliori della penisola

 Mr FLow Mc    - 02-08-2005
ottimo soulking hai ragione
bologna numero 1
rapa dopa f.c.e.
zona dopa
sto vedendo ke la scena del sud si sta evolvendo sempre di +
ho abuto kontatti kon yoschi x il demo
kon amici di bolo
di milano
kon ghopher x delle produzioni
l'underground biz della mia città ha a vuto kollaborazioni
kon esa
tormento
fish
apachekip
bassi

 Dj EgO    - 31-08-2005
Il rap è una voce che non morirà mai perchè è la voce di chi non ci sta ad essere schiacciato da una società fondata su falsi ideali.Purtroppo però oggi il 99% degli artisti rap compresi quelli made in italy sono attirati unicamente dal fattore money
e notorietà immediata.
Un consiglio che vorrei dar loro da Bassi Maestro all'mc che lo fa da ieri è: ragazzi non fate i fenomeni da circo portate alta la vera cultura hip hop !!!

 qlc    - 31-10-2005
Premetto che al contrario di tanti non c'è l'ho con nessun mc + o - conosciuto che sia... ma dicono degli articolo traditori, ma NEFFA?! anche lui ha cambiato genere per giunta lui sputando sull'hip hop..articolo commerciali? i sottotono solo testi d'amore..i flaminio?? piotta??....
Secondo me questo è uno dei problemi dell hh in italia, se uno vende automaticamente è commerciale...
E poi i vari screzi tra gli mc..cazzo in italia ci sono 100 mc, contando gli amatoriali e tuttti che si odiano....
Credo che se uno non ti piace non lo ascolti, e se uno cambia... pazienza a me per esempio piace il nuovo genere degli art 31, è mi sembra MOLTO piu carica di significato sputate al re che tranqi funky....
A ognuno i suoi gusti, adesso sulla scena ottimi i club dogo e mondo marcio, in frees ottimo ensi....
Infine se vogliamo aiutare sto genere i cd vanno presi originali..

 UDT    - 01-11-2005
si è parlato di articolo 31... non è rap...
bologna è rap, inoki e joe cassano rappresentano
milano è rap, club dogo mondo marcio rappresenta
e tutti gli altri che fanno parte della scena, in tutta italia, da turi a faby fibra a ape zampa nesli pesi piuma la creme..e tutti tutti gli altri
Vorrei farne parte anch'io... Canto sulle mie basi, le registro al computer... Piacciono ai miei amici, anche a chi non mi piace piace l'hip hop italiano, penso di avere talento... ma non sono fortunato, non ho conoscenza e sono solo in questo mondo... Il mio sono sogno più grande è rappresentare l'hip hop italiano e Milano...
Magari mi capitasse qualcosa dal cielo...

 nigga mc 89    - 26-12-2005
bel testo...anche io daccordo con il fatto degli articolo 31 sono peggiorati parecchio quando si sono commercializzati e hanno trasformato il loro rap e in robaccia (riascoltatevi "nato per rappare" dove la filosofia è giusta ma l'hanno abbattuta pochi anni dopo, questa è ipocrisia...) ora sulla scena ci sono i mitici one mic che spaccano sul serio ultimamente, i club dogo non scherzano, rap piu pulito ne fa anche nesly con e senza fabri, frankie con roba anche piu ragionata e quasi "intellettuale" e non dimenticatevi di jesto che se anche giovane ha talento con le sue mitiche punchline incatenate

 nicola -ChimEra' s DJ-    - 05-02-2006
a me pare che qui l'unico che capisca di hip hop sia chi ha scritto sul sito.Primo. Secondo gli articolo 31 _concordando sul fatto che sono dei falliti_ sono i migliori "scrivirime" d'italia.Terzo "YO" in italia non si dice."Abbasso" i collanozzi e gli anellazzi.

 Lux    - 02-04-2007
ragazzi...il rap nn lo ha fatto solo joe cassano, avete mai sentito parlare di noyz narcos? o dei truceboys? in the panchine? e danno e masito? cazzo ragazzi, è vita... il cuore del rap romano!

 paula    - 29-12-2007
cCao...mi è piaciuto molto il tuo articolo perchè è spiegato molto bene...io amo il rap xkè secondo me è una musica piena di sentimento ... ci insegna di come la vita fa skifo certe volte ... e particolarmente di come soffre la gente che sta peggio di noi .. almeno a me trasmette moltissimo !

 chicapisca    - 18-03-2010
soulking regna!