breve di cronaca
Scuola, l'accusa è di falso in bilancio
Il Manifesto - 13-02-2003
Slitta l'approvazione definitiva della riforma Moratti. Ieri è stato approvato il primo articolo, poi tutto si è bloccato e le votazioni riprenderanno stamattina. Il testo dovrà però tornare al senato dopo le due correzioni apportate nel pomeriggio dalla commissione bilancio. Per risolvere l'eterno contenzioso tra la ministra e il responsabile dell'Economia Giulio Tremonti, che da sempre nega la copertura finanziaria alla riforma, ieri è dovuto entrare in campo lo stesso Berlusconi, convocando su due piedi un summit a palazzo Grazioli. La mediazione suggerita dal premier sarebbe contenuta appunto nelle modifiche apportate dalla commissione bilancio. In mattinata, infatti, l'aula aveva sospeso l'esame della riforma chiedendo alla commissione di esprimere il sospirato parere definitivo sulla copertura finanziaria della legge Moratti. E' a questo punto che è entrato in scena il premier, per evitare una nuova e devastante crisi. La commissione, riunitasi nel primo pomeriggio, ha dato il via libera, condizionando però il semaforo verde a due modifiche.

La prima è l'individuazione del triennio di bilancio per gli oneri che derivano dalla nuova normativa per le scuole materne e primarie: non dovrà essere il 2003-2005, come indicato dalla legge, ma il 2004-2006. La seconda correzione impone che i decreti attuativi delle deleghe siano emanati «solo successivamente all'entrata in vigore di provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti riforme finanziarie».

La riforma della scuola resta così ostaggio di Tremonti. Passerà sulla carta, ma è destinata a rimanere bloccata in attesa di reperire i fondi. Dopo l'approvazione della legge delega sulla riforma scolastica, andrebbe infatti varata una legge di previsione finanziaria per ogni decreto attuativo. Difficile credere che un percorso simile possa compiersi davvero nei 24 mesi preventivati per l'emanazione dei decreti, ovvero per la concreta entrata in vigore della riforma.

E in ogni caso, il testo, così modificato, dovrà tornare al senato. «Più che altro torna nelle mani di Tremonti», commenta Titti De Simone (Prc) mentre secondo Giovanni Manzini - responsabile scuola della Margherita - come al solito «Berlusconi promette tutto a tutti ma, in concreto, la copertura finanziaria non c'è». Dello stesso avviso Piera Capitelli, componente Ds in commissione cultura: «Il parere parla chiaro: questa riforma manca di copertura finanziaria. Siamo in presenza di una legge manifesto che però di fatto è inapplicabile».

Al dibattito parlamentare hanno preso parte, a sorpresa, anche i diretti interessati, gli studenti. Un gruppo di giovani dell'Uds, dalla tribuna degli ospiti, ha improvvisamente innalzato cartelli con disegnati sopra codici a barre e la scritta: «La scuola non è in vendita». Un parere del quale forse varrebbe la pena di tenere conto insieme a quello della commissione bilancio.

Interessante anche il parere della Lega, che non ha evitato di dire la sua in materia di riforma dell'istruzione: nella pubblica istruzione sono presenti troppe donne, il che «può costituire un handicap nei processi educativi». La Lega propone quindi di instaurare delle vere e proprie quote, sia pure «costituzinalmente compatibili» per incoraggiare l'assunzione di professori maschi.



IAIA VANTAGGIATO
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