Invito del cardinale per il 16 marzo al Palalido. Due consiglieri issano la bandiera arcobaleno su Palazzo Marino
Lezione sulla pace, Tettamanzi convoca i fedeli via Internet
La convocazione è arrivata ieri in Rete,
www.diocesi.milano.it, un messaggio via Internet del cardinale Dionigi Tettamanzi per spiegare che
«la pace può e deve diventare inevitabile» e chiamare a raccolta l’intera diocesi: due rappresentanti per ciascuna delle 1.100 parrocchie, una settantina di associazioni, «realtà pastorali» varie più quelli che vorranno venire. Almeno 3.500 persone chiamate a seguire una «lezione» sulla pace il 16 marzo, al Palalido. Arriverà anche l’arcivescovo Renato Martino, presidente della commissione vaticana Giustizia e Pace. E
«non sarà né una manifestazione ingenuamente pacifista, né una presa di posizione pro o contro qualcuno: sarà un momento serio di riflessione e di conoscenza della dottrina della Chiesa e delle sue concrete implicazioni», scrive il cardinale.
La riflessione partirà dalla
Pacem in terris , l’enciclica che Giovanni XXIII scrisse nel ’63, poco prima di morire, durante la crisi dei missili a Cuba e la costruzione del muro di Berlino. Tettamanzi lo ha già spiegato, «il contesto d’oggi non è affatto meno pesante e inquietante di quello di Giovanni XXIII». Allora il Papa disse: «Non sono d’accordo con coloro che ritengono impossibile la pace». Così il cardinale richiama «alla pace mondiale», il che significa «riaffermare il dovere storico e morale che, a livello dei responsabili, si facciano tutti i tentativi possibili per evitare la guerra; l’esigenza di compiere ogni sforzo per sconfiggere il terrorismo e toglierne le cause; la necessità di sostenere l’opera degli organismi internazionali; l’urgenza indilazionabile di costruire un mondo più solidale, che elimini le disparità e operi in concreto per ridistribuire equamente non solo beni e risorse economiche, ma anche conoscenze e democrazia».
Ieri mattina, i ragazzacci di Sansone , guastatori di Radio Popolare, sono andati all’assalto (incruento) di Palazzo Marino, con i consiglieri «Atomo» Tinelli (Rifondazione) e Maurizio Baruffi (Verdi) a fare da palo: per cinque minuti, la bandiera iridata della pace è stata esposta in barba al veto del sindaco Albertini. Al di là degli scontri politici, però, la questione è radicale. «È giunto il tempo che i popoli, le nazioni, il mondo intero - una volta per tutte - abbiano la saggezza e il coraggio di alzare forte la voce», scrive Tettamanzi, «lo stesso grido di Paolo VI nel Palazzo dell’Onu: Mai più la guerra! ».
Gian Guido Vecchi