La pace, la guerra e la scuola
Tuttoscuola - 11-02-2003
800.000 bandiere della pace, di cui 600.000 solo nell'ultima
settimana: la bandiera con i colori dell'arcobaleno, con la parola
ìpaceî al centro, ha avuto una vasta diffusione, soprattutto nelle
scuole, grazie anche a un sito Internet molto visitato.
La bandiera non puo' essere esposta sui pennoni ìistituzionaliî
perche' una legge, promossa dall'on. Luciano Violante, autorizza
l'esposizione di sole tre bandiere: quella tricolore nazionale, quella
europea e quella dell'ente locale (Regione, Provincia o Comune). I
dirigenti scolastici sono ovviamente tenuti a far rispettare la legge.
Ma il punto non e' questo. Per chi si occupa di educazione, il punto
e' se e come la problematica della pace e della guerra debba diventare
oggetto dell'attivita' educativa, se debba entrare dentro le aule,
oltre che, inevitabilmente, nelle assemblee studentesche, vista
l'evoluzione della vicenda irakena a livello internazionale.
Lo spazio certamente esiste nei programmi tradizionali, come tema di
educazione civica (la Costituzione italiana ne parla esplicitamente),
ma un punto d'appoggio si trova anche in quelli nuovi predisposti dal
MIUR, e gia' in sperimentazione nella scuola primaria: nelle
ìIndicazioni nazionaliî, in materia di ìeducazione alla cittadinanzaî,
la pace e' citata nell'elenco delle conoscenze e anche in quello delle
abilita' . Il docente potrebbe dunque legittimamente trasformare tali
indicazioni in obiettivi formativi, e trattare l'argomento in classe.
Sarebbe bene, naturalmente, che cio' fosse fatto con quella apertura
critica e problematica che si addice ad una corretta azione educativa.

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