breve di cronaca
La Moratti all'opposizione: "Collaboriamo"
Yahoonews - 05-02-2003


ROMA - In un clima che tra maggioranza e opposizione diventa sempre più teso e rissoso, il timore del ministro dell'Istruzione Letizia Moratti è che questa situazione possa penalizzare chi non ne dovrebbe rimanere coinvolto, cioé gli studenti. L'educazione scolastica, secondo il ministro, ma questa è di certo una delle esigenze condivise anche dal centrosinistra, è uno dei settori più in sofferenza del momento, e per questo da viale Trastevere arriva, tramite le colonne del Riformista, un appelo a tutte le forze politiche a collaborare per il bene comune. Proprio mentre la fuga di cervelli mette in crisi anche gli enti di ricerca.

"I sistemi politici maturi - dice il ministro dell'Istruzione, protagonista pochi mesi fa di una polemica con il ministro delle Finanze Tremonti per i soldi riservati in finanziaria alla scuola - fanno ricorso a questo metodo. Bush e Clinton si sono messi d'accordo, dopo un faticoso negoziato,
sulla riforma scolastica denominata No child left behind".

E se sono riusciti a mettersi d'accordo Bush e Clinton, lascia intendere la Moratti, non c'è motivo per cui non debbano riuscirci anche l'Ulivo e la Casa delle libertà, nella prospettiva di un interesse comune: "In Italia gli schieramenti tendono a sovraccaricare il problema della scuola di contenuti ideologici - continua il ministro - facendo prevalere gli aspetti che dividono su quelli che uniscono. Invece io trovo molta gente che mi dice: in questa materia non ci siamo noi e voi, ci sono solo gli studenti".

La prima cosa da migliorare, afferma il ministro, è la qualità del sistema scolastico: "Le recente analisi sulla qualità ci pongono a un punto molto basso: siamo al 21° posto tra i paesi Ocse in quanto ad apprendimento della matematica, e al 23° posto per le scienze. E questo nonostante abbiamo un insegnante ogni dieci studenti contro il rapporto di uno a quindici della media Ocse. Da noi il costo per studente è più alto del 15% della media europea. Eppure solo il 40% della popolazione adulta ha un diploma contro il 61% della Francia e l'84% della Germania. Negli ultimi 40 anni - proseguen la Moratti - quasi dieci milioni di giovani si sono rivolti all'università, ma i laureati sono stati poco più di tre milioni. Nonostante questo molti sono ancora convinti che la nostra scuola sia la migliore del mondo".

A chi la accusa di "voler distruggere i licei" il ministro dell'Istruzione risponde piccata: "Chi lo dice vuol conservare lo statu quo: e questo è ingiusto anche socialmente, perché la scuola e l'università attuali hanno smesso di funzionare come motore di mobilità sociale. Il liceo classico è certamente un punto di eccellenza, ma assorbe oggi solo l'8 per cento della popolazione scolastica. Vogliamo occuparci anche del resto? E' oggi che il sistema scolastico è classista e selettivo: perché i più dotati e i più benestanti vanno al liceo, e gli altri finiscono in quell'area grigia dalla quale solo il 50% esce con un diploma, contro il 70% degli altri grandi paesi europei".

La Moratti ha anche pronta la risposta per chi parla di "federalismo scolastico", e rivendica allo Stato tutti i poteri di controllo in materia: "La funzione educazione/istruzione/formazione - afferma - è una funzione sociale regolata pubblicamente. L'esercizio di tale funzione può essere affidata allo stato, alle regioni, agli enti locali, o a soggetti privati. Ma la definizione dei suoi contenuti di fondo e la verifica di efficienza ed efficacia spettano allo stato. In Italia il 94% del sistema di istruzione è gestito dallo stato, nel resto d'Europa la percentuale dei privati arriva fino a 30%, con ottimi risultati".

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