Quand'ero alla Sonderschule
Pino Tizza - 31-01-2003
Fino ad oggi non ho mai inserito un racconto di ragazzi della Sonderschule perché non è facile portarli a scrivere. Ci sono riuscito in alcuni casi, ma risalgono ad alcuni anni fa.
Parecchi anni fa, per evitare che i ragazzi i italiani andassero a finire in percentuali così alte alla Sonderschule, le controparti tedesche e italiane avevano sottoscritto un accordo che prevedeva la presenza di un insegnante italiano durante il testo psicologico.
Mi ricordo di un ragazzo che in Italia avrebbe vissuto cent'anni senza conoscere la problematica della Sonderschule, la cui famiglia faceva di tutto per evitare che il figlio andasse a finire alla Sonderschule.
Si sentiva come spaesato. Non c'erano più ormai le classi di inserimento e ad inserire i ragazzi di tutte le nazionalità provvedevano già come adesso le
Seitenaeinsteigerklasse, e già il nome non suona bene, e lui aveva imparato, sì, parecchio soprattutto dai compagni di classe, ma non le cose giuste.
Il collega tedesco faceva le domande e lui rispondeva.
Non ne azzeccò una, neanche per sbaglio.
Non riuscivo a capire da che cosa dipendesse e, per rendermene conto alla fine chiesi al ragazzo:
- E allora, come pensi che sia andata?
- Benissimo! Ad ogni mia risposta lui diceva sempre: "Gut! Machen wir weiter!"

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf