Double-face
Emanuela Cerutti - 08-11-2000
Il doppio ruolo non è mai una buona condizione esistenziale.
Prova ne sia l’avventura occorsa alla signora che chiameremo Rossi, di professione insegnante e di vocazione madre, convinta sostenitrice delle posizioni democratiche, ma refrattaria alle invasioni di campo di qualunque genere.
Ligia al dovere, la signora Rossi partecipa al primo incontro del Comitato Genitori dell’Istituto superiore alla quale l’ennesimo figlio si è iscritto quest’anno.
Ligia al dovere e poco convinta, perché già precedenti esperienze, in diversi ordini di scuole, l’ hanno fatta pensare ai vecchi Decreti Delegati come a qualcosa di lontanissimo, quasi un modo a parte.
Lei ha lottato per la libertà di educazione e la partecipazione sociale. Crede in una scuola creativa e divertente. Crede al suo lavoro. Trova però spesso muri, incomprensioni, confusioni tra autonomia e controllo, sponsor di troppo.
Comunque non rinuncia al coinvolgimento. Si siede sorridente in mezzo a volti nuovi ed ascolta.
Programmi, progetti, il bene dei nostri figli, solidarietà, però tante difficoltà, però gli insegnanti, però il preside,fatica a comunicare…..
Il ragionamento si aggroviglia nei meandri della contraddizione tra dichiarazioni ed intenti, rivelando, in fondo, la tipica ansia genitoriale, che non permette al figlio di essere “abbandonato” e inasprisce un po’ gli animi, rischiando di far cadere il discorso a pura recriminazione un po’, mi si consenta, di bottega.
La signora Rossi smette di sorridere, perché sta pensando che non va bene. Si alzeranno i soliti muri, compreso quello del pianto docente, e si continuerà a cercare un significato smarrito.
Per costruire relazioni occorrono premesse irrinunciabili: motivazioni, scopi, disponibilità al confronto e al cambiamento, competenze, rispetto dei ruoli, senso della realtà ed un fondamentale ottimismo.
Pare che alcuni ingredienti manchino, pare che la volontà dominante sia di parte, rivendicativa, poco propositiva in termini progettuali. Questo è un rischio.
La signora Rossi si alza e cerca di riprendere il filo, ponendo la questione a monte: parliamo di qualità dei rapporti, ascoltiamo il parere dei figli, interroghiamoci sui reali bisogni….
Il Presidente non ha più tempo. Queste domande le riprenderemo più avanti: dopo le elezioni.
Lei è un’insegnante, vero? E’ stato un piacere, alla prossima!.
La signora Rossi accende una sigaretta e ricomincia a sorridere.
Sta pensando che vuole un sacco di bene ai suoi figli.

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