Lino Milita - 12-01-2003 |
La signora non sarà razzista ma è sicuramente un’ elettrice di Borghezio! Quello che cosparge di urina le Moschee! Non sarà razzista ma sicuramente è molto “ignorante”! Nel senso etimologico del termine! Provate ad analizzare questa sua frase: “Non sono infrequenti i casi di cittadini stranieri, onesti lavoratori, che si sono inseriti nel tessuto sociale, ma sono assai frequenti i casi di individui che nel nostro Paese vivono sfruttando la prostituzione, riducendo in schiavitù ragazze più o meno inermi, commerciando in droga o borseggiando, rubando, rapinando con una ferocia che ha surclassato i metodi mafiosi.” Ma come: non sono infrequenti i casi di cittadini onesti lavoratori? Ma cosa dice? Non lo sa che la stragrande maggioranza degli immigrati, cioè svariate centinaia di migliaia, lavora onestamente, è indispensabile per le sue fabbrichette del Nord-est, versa i contributi Inps spesso a fondo perduto per pagare la sua pensione? Per l’onesta signora dunque il milione, circa, di cittadini immigrati si divide grossomodo equamente fra onesti lavoratori inseriti e malavitosi incalliti. In base a questa onesta contabilità ritiene di non essere razzista? Rifaccia bene i conti e la prossima volta dica: a fronte di centinaia di migliaia di onesti lavoratori esistono casi non infrequenti di delinquenti. Non vi sembra più onesto e più vero? |
Caelli Dario - 19-01-2003 |
Commento il commento. Quando leggo "casi non infrequenti" penso che sia giunti alle capriole carpiate all'indietro per non far capire nessuno. Non è più semplice dire "casi frequenti"? Allora ecco che come d'incanto si chiarisce il concetto. Di frequente la presenza di extracomunitari può essere correlata alla criminalità. Su questo bisogna essere severi e implacabili. Nessuno che pretenda di commettere reati e di restare impunito deve poter godere dei benefici della permanenza nel nostro paese. Per tutti gli altri un caloroso benvenuto, un augurio di trovare in Italia quello che nel loro paese non c'è, un augurio di poter in futuro ritornare al loro paese, se lo vorranno, così da contribuire alla crescita e al rinsaldarsi delle loro radici etniche e culturali. Se invece decidono liberamente di restare e di essere italiania tutti gli effetti, ben venga. Ma diciamolo con chiarezza, per favore! |
Rina Rossi - 19-01-2003 |
Finalmente qualcuno che ha il coraggio di affermare pubblicamente che l'italia è il "nostro" paese. Dalla cronaca degli ultimi tempi sembra che ci sia più spazio ed indulgenza verso i fannulloni extracomunitari che verso i cittadini che pagano le tasse. Prima o poi ci stuferemo di mantenerli ed allora vedremo cosa succede. |
Patrizia - 19-01-2003 |
Bruna, sei un mito. Conosco poche persone che hanno il coraggio di dire quello che pensano (e che a mio giudizio) pensa la maggior parte della gente, ma che è assai impopolare. Vediamo quotidianamente sforzi immani di integrazione diretti a persone che non hanno nessuna voglia di integrasi. E questi tentativi ci costano davvero tanto. Anch'io la penso come te. Felicissima di convivere con persone di altre razze, anzi di un'unica razza, quella umana, ma rispettose delle leggi e delle consuetudini di un paese che abbiamo costruito nei secoli. Pat |
rita lugaresi - 20-01-2003 |
Gentile signora, sarebbe opportuno, prima di parlare di lingua (si riferiva al lessico, suppongo), approfondire i concetti sottesi all'uso che lei fa di parecchi termini, per es. etnia, da lei usata evidentemente a sproposito. E, al volo: cita il nazismo, quale espressione di razzismo. D'accordo. E secondo lei, in quale terreno culturale il nazismo ha trovato modo di perpetrare tutte le atrocità che sappiamo? I cittadini tedeschi erano tutti brutti e cattivi? La mia opinione è che abbiano contribuito anche: l'ignoranza, i luoghi comuni, il bisogno di semplificazione, di identificare un nemico che attenta alla nostra tranquillità, benessere, ecc... |