breve di cronaca
I professori bocciano Sirchia
La Stampa - 04-10-2001
I professori bocciano
di Grazia Longo

Stipendio più alto agli insegnanti che non fumano? «Assurdo, siamo già obbligati a non fumare», «offensivo, perché altre sono le qualità da premiare», «inutile, si troverebbe subito una scappatoia all’italiana». Ai docenti torinesi, la proposta del ministro alla Sanità Girolamo Sirchia non piace per niente. «In Italia muoiono ogni anno 90 mila persone per cause legate al fumo - sottolinea il ministro - e i ragazzi, per non dipendere dal tabagismo, hanno bisogno di validi modelli di riferimento».
Ma la sua idea di offrire un incentivo a chi è libero dal vizio della sigaretta non convince nessuno. Né gli insegnanti che fumano, né quelli che non lo fanno. Per non parlare dei sindacati che bollano l’iniziativa ministeriale come «un incentivo sì, ma a fumare di più, dalla rabbia per lo stato in cui versa la scuola italiana».
Primo giro di ricognizione alla scuola media Ugo Foscolo. Intervallo all’aperto, ragazzini di seconda e terza media che corrono o chiacchierano nel cortile, due professoresse sedute sui gradini. Con la sigaretta accesa. «Se abbiamo sentito della proposta del ministro? Eccome, stavamo discutendo proprio di questo. Ci sembra una sciocchezza». Perché? La prima a rispondere è Doriana De Carli, insegnante di educazione artistica: «I ragazzi hanno più spirito critico di quanto si pensi: in classe abbiamo discusso dei rischi del fumo, e loro sono in grado di comprendere che la scelta degli adulti fumatori non ha nulla a che vedere con la loro vita. Come vede fumiamo qui all’aperto, dentro la scuola mai». «Lì è vietato - interviene Paola Cuniberti, titolare di una cattedra di educazione tecnica - e quindi non vedo la necessità di istituire un premio economico per chi non fuma: la legge c’è già, non occorrono ulteriori ricompense. Ai miei studenti poi, ho spiegato bene i disagi che mi ha creato quest’abitudine».
Che genere di disagi? «Problemi di salute e di amicizia con persone che non tollerano la sigaretta, ma comunque non smetterei certo solo per ottenere soldi in più nella busta paga». Contro il surplus a fine mese, nonostante non fumi, si schiera anche la professoressa di italiano Daniela Martignone: «Non c’è alcun motivo di ottenere del denaro in più per un atteggiamento già regolato dalla legge. Un altro discorso è quello dell’esempio da dare agli allievi: noi siamo anche educatori e quindi forse chi fuma dovrebbe evitare di farlo vicino alla scuola». In sintonia con l’attenzione all’autocontrollo è anche Anna Valli, fumatrice, docente di lettere all’istituto tecnico Avogadro. «Io cerco di sforzarmi a non accendere la sigaretta in cortile o vicino all’ingresso. Ma poi fumo troppo a casa, e a rimetterci sono i miei figli!». Più tollerante verso se stessa è Cetti Milano, insegnante di matematica: «Non credo che gli studenti si facciano condizionare. Pensi che mio marito, fumatore, ha avuto il cancro ai polmoni. Lui è guarito, ma le nostre due figlie non hanno mai smesso di fumare nemmeno un giorno».
Sul ridere la butta invece il sindacalista della Cgil scuola Alberto Artioli. «Altro che smettere di fumare, per lo stress finiremo per intossicarci i polmoni». Quale stress? «Invece di lanciare proposte senza senso i nostri ministri farebbero meglio a preoccuparsi per i tagli alla scuola previsti per i prossimi anni: non solo ci aspettano meno soldi, ma anche l’impossibilità di essere sostituiti da un supplente a meno che non ci si assenti per più di un mese». ISTRUZIONE E SALUTE FRA PROFESSIONALITA’ E LIBERTA’ PERSONALI CHE COSA HA DETTO SIRCHIA «Si può usare la leva degli incentivi e dei disincentivi nei confronti degli insegnanti che danno il cattivo o buon esempio agli studenti». La proposta l’ha lanciata il ministro della Sanità Girolamo Sirchia (foto), alla conferenza stampa della presentazione della settimana europea contro il fumo, annunciando che di questo problema presto discuterà con il ministro della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti. «A un adolescente - ha continuato Sirchia - non fa molto effetto sapere che fra vent’anni potrà ammalarsi. Occorre cambiare messaggio. E’ inutile fare editti o gride manzoniane, e in certi casi la predica non serve, ma occorre entrare nella meccanica e trovare la rotella giusta da oliare per cambiare i comportamenti». E l’esempio, secondo il ministro, potrebbe essere la molla giusta. Ugualmente deciso il ministro sugli incentivi, bocciati dai sindacati e già oggetto di polemica fra i docenti: «Il meccanismo dell’incentivo - ha detto - utilizzato da sempre in tutto il mondo, è uno di quelli che si possono e si devono usare». Infine il ministro Sirchia dice di non aver dimenticato la proposta di legge antifumo già annunciata da Veronesi e assicura di volerla portare avanti.


  discussione chiusa  condividi pdf