La centralità della scuola. Un caso di amore molesto
Giovanna Lo Presti - portavoce Cub scuola - 14-08-2021

Non è una novità la distanza, spesso incolmabile, tra il dire ed il fare. Ne abbiamo esempi tutti i giorni e le cronache politiche sono talmente infarcite di discordi ipocriti e senza fondamento che riteniamo non sia il caso di portare esempi. Vogliamo però soffermarci, ancora una volta, su un caso clamoroso di "amore molesto". Non si può definire altrimenti la conclamata e universalmente riconosciuta "centralità della scuola".
 La scuola come luogo geometrico in cui convergono le attese, le attenzioni, le cure di tutta la variegata "comunità educante" ha subito, invece, nel periodo pandemico, ogni tipo di affronto. Tra il discorso sulla scuola ed i provvedimenti presi per garantirne il funzionamento si è creato un baratro vertiginoso. Soltanto un fatto desta meraviglia: che ci sia potuta essere una così omogenea inefficienza riguardo ad ogni aspetto della vita scolastica. Così, a pochi giorni dalla riapertura di settembre ci si trova con locali scolastici sempre inadeguati, classi riempite oltre ogni ragionevolezza, pronunciamenti del CTS sulla sicurezza nelle aule che, come le onde del mare, vanno e vengono, sempre secondo un principio di preoccupante vaghezza. Gli organici non sono stati adeguati per accogliere un maggior numero di classi, primo effetto della riduzione del numero di studenti; quanto al precariato, a qualcuno quest'anno sarà consentito il passaggio al tempo indeterminato ma molti altri resteranno sospesi nel limbo.
Se lo scorso anno avevamo avuto la babilonia delle GPS, quest'anno si è replicato: il disordine regna sovrano e il superiore Ministero sembra si diverta ad introdurre motivi di incertezza e di scontento per quella parte di personale che ha il solo demerito di dover lavorare in condizioni non stabili. Vero esempio di ipocrisia o di illogicità è il pronunciamento del teorico della "scuola affettuosa" , l'attuale ministro dell'Istruzione, che, da un lato, proclama che i lavoratori della scuola sono vaccinati contro il Covid al 90% e dall'altro avalla provvedimenti estremamente punitivi (sospensione dallo stipendio dopo cinque giorni di assenza per mancanza di Green Pass) per quel 10% che ancora manca all'appello. Ma per carità, dice sempre il Nostro, non si tratta di uno schiaffo morale ai docenti e agli ATA. E allora di cosa si tratta, visto che siamo di fronte, forse, alla categoria più vaccinata e che comunque, se le cose andranno come ha detto il Ministro, verrà immediatamente penalizzata e trattata con severità maggiore rispetto agli stessi lavoratori della Sanità?
Ultima, ma non del tutto trascurabile, una notizia recentissima: la Corte dei Conti, pur approvando la relazione sulla gestione finanziaria relativa al 2019 dell'Invalsi ha notato varie criticità, che vanno dai 5 milioni di euro spesi per le prove non realizzate nell'anno scolastico 2019-2020, al milione di euro, speso nel giro di tre anni, per i 91 esperti in quiescenza, al conflitto di interessi legato alla nomina a presidente dell'Ente di Roberto Ricci, che si troverebbe, visto il ruolo sinora ricoperto nel CdA, a "mettere a rischio la separazione tra funzioni di indirizzo politico-amministrativo e funzioni di gestione amministrativa".
Dunque, l'edilizia scolastica è quella che era due anni fa, con le sole "novità" pittoresche dei banchi con le rotelle e poco più; la sicurezza a scuola è fluttuante, e temiamo di essere realisti a prevedere che verranno messi in atto Protocolli sulla sicurezza ridicoli quanto quelli dello scorso anno. Anzi peggio. Leggiamo nel Protocolllo 2021-2022: "In linea generale e qualora logisticamente possibile (?) si raccomanda di mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro (sia in posizione statica che dinamica)" ma "laddove le condizioni strutturali-logistiche degli edifici scolastici, legate anche alla disponibilità di risorse umane e alle conseguenti ripercussioni organizzative, non consentano i l distanziamento di sicurezza interpersonale, resta necessario mantenere le altre misure" e cioè "è opportuno tenere aperte leggermente e contemporaneamente una o più ante delle finestre e/o di eventuali balconi e la porta dell'aula in modo intermittente o continuo".
Questa misura "dovrà essere adottata anche nelle giornate con avverse condizioni meteorologiche". Seguono raccomandazioni generiche su come "modulare" le aperture per non prendersi la bronchite: leggere per credere.
Possiamo quindi affermare che per la scuola non è stato fatto nulla di significativo: il personale attende sempre il rinnovo di un contratto scaduto da troppo tempo, l'edilizia scolastica continua ad essere deficitaria, le misure sanitarie vanno oltre il ridicolo, il personale precario continua a garantire il funzionamento della scuola ma viene bistrattato da ogni punto di vista, i neo-immessi in ruolo devono subite il gratuito oltraggio del blocco triennale sulla sede di prima nomina, gravano nubi sull'Ente che dovrebbe garantire la valutazione del sistema scolastico, tutti i lavoratori della scuola vengono usati come capri espiatori per promuovere la discutibile idea che il Green Pass garantisca la sicurezza sanitaria. Eppure, la scuola è "centrale", è "il bene comune" più prezioso del Paese etc.etc., a conferma che il nostro è un Paese dalla facile retorica e che l'amore verso la scuola, come detto in premessa, non è che un caso di amore molesto.. Ogni giorno la scuola prende un ceffone, non sempre metaforico: il nostro sindacato sarà in prima linea nella mobilitazione, che auspichiamo forte e quanto più possibile volta a sostenere una piattaforma ampia, al fine di contrastare l'emergenza educativa, lavorativa, strutturale che affligge da decenni la scuola italiana.


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