Classi pollaio: e i genitori?
Gianfranco Scialpi - 07-11-2016
Molto ho scritto sulle classi-pollaio ( L 133/2008 ) , trattando gli aspetti giuridici, pedagogici e organizzativi. Ritengo, e lo ribadisco, che la loro abolizione era la "Madre" di tutte le riforme. Se la "Buona Scuola" avesse cancellato quest' "aberrazione organizzativa e anticostituzionale", voluta dal duo Gelmini-Tremonti, avrebbe inviato un reale segnale di discontinuità con i governi di destra. La normalizzazione delle classi in relazione ai dettami pedagogici e ai criteri di sicurezza, avrebbe fatto uscire il proclama renziano del "cambiaverso" dall'annuncite, sostanziandolo in un provvedimento di discontinuità con il passato.
Detto questo, rimane probabilmente una questione non adeguatamente trattata. Perché i genitori non intervengono? Perché rimangono apparentemente indifferenti di fronte alle classi pollaio, dove la sicurezza e la qualità dell'insegnamento sono compromessi? Difficile rispondere. Solo loro possono dare una risposta. Probabilmente molti non sono consapevoli della situazione. E' difficile per chi non è "addetto ai lavori" cogliere le sfumature, notare i particolari che fanno parte del profilo del docente. O forse, ne sono consapevoli e non individuando una soluzione praticabile, rimuovono il problema. E quando questo è espulso dalla coscienza, non esiste. Almeno, fino a quando non accade il " fattaccio" che non ha il bottone rewind. Purtroppo l'evento reale e tragico non è preceduto da salvataggi che come un videogioco consentono dopo il "game over" di riprendere la storia da un punto favorevole.
Ma esistono anche dei danni formativi di cui i genitori non sono pienamente consapevoli. Infatti quanta promozione della persona, quante opportunità formative sono perse a causa delle classi pollaio o superpollaio ( Legge Stabilità 2015 ) che non consentono la piena attuazione dell'inclusività? In questo contesto le classi pollaio sono la soluzione ottimale per offrire meno formazione e quindi per promuovere persone a basso profilo critico e riflessivo.
Concludendo, rimane la domanda: perché i genitori non danno un segnale forte? Mi piacerebbe avere qualche risposta da parte degli interessati.

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 Massimo Favaro    - 02-11-2016
Caro Scialpi, la risposta è semplice.
Ai genitori italiani (mi riferisco alla maggioranza, ovviamente, non a tutti), magari dà fastidio che la classe del figlio sia di 30 alunni, ma allo stesso tempo arreca un piacere immenso che quegli sfaccendati di insegnanti che lavorano 18 ore la settimana e hanno 3 mesi di ferie, abbiano da fare qualcosa in più. Questa è la triste verità: inutile illudersi di avere dalla nostra parte i genitori. Altrimenti non si spiegherebbe perché la scuola sia tenuta in così poco conto da politica e opinione pubblica.
Cordiali saluti.