breve di cronaca
I portatori di handicap sempre penalizzati
Il Tempo - 18-12-2002


MA quale padre, quale madre di famiglia, toglierebbe il necessario al proprio figlio portatore di handicap per darlo all’altro figlio per godersi il superfluo? Se esistono famiglie del genere, bisognerebbe senz’altro affidarle alle attenzioni dei servizi sociali. E se questi ipotetici genitori sedessero in Parlamento basterebbe affidarli un giorno (fra qualche anno), al giudizio dei propri elettori? E i guasti che intanto vengono prodotti come e da chi vengono sanati?
Queste e altre domande mi salgono dentro con rabbia alla notizia del buono fiscale per gli utenti della scuola privata. Bonus che dovrebbe coesistere nella stessa legge finanziaria con il taglio al numero degli insegnanti di sostegno per gli alunni e studenti portatori di handicap. Misura che rende sempre più evanescente ed ipocrita ogni considerazione sul primato della scuola italiana nel processo di integrazione scolastica dei disabili. Misura che nella realtà rischia di spingere tanti ragazzi in una situazione di maggior isolamento e frustrazione.
La scuola pubblica viene spogliata di risorse economiche, umane, materiali; si sparga a piene mani nel corpo insegnante e nei lavoratori della scuola delusione, frustrazione, impotenza, perdita di senso.
Tra i giovani il senso e il valore dello studio si perde in una società che predica scorciatoie, furbizie, apparenza. Tra noi che conviviamo con gli ultimi, con i nostri disabili, con quelli che nella scuola vedono un pezzo importante della loro vita, del loro essere sociale, con quelli che ogni giorno cercano di strappare un pizzico di autonomia in più, prevale quel misto di rabbia, di amarezza e di delusione profonda verso chi fa della politica separazione e supponenza.

Maurizio Pietropaoli - Roma

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