Pace nella giustizia
Alfonso De Vito - 01-02-2016
La cittadinanza onoraria per Abdullah Ocalan è un importante segnale politico!
In primo luogo per il rispetto dei diritti umani del leader curdo rinchiuso in isolamento da 17 anni nell'isola prigione di Imrali. Milioni di persone nel mondo hanno firmato per la sua liberazione anche perché Ocalan esprime oggi e forse più che mai la speranza di emancipazione e di libertà di un popolo che vede negati i propri diritti e perfino la propria identità ed è sottoposto ai tragici effetti della guerra in Siria e di una guerra non dichiarata in Turchia da parte del governo di Davutoglu e del presidente Erdogan.
Ponendosi al centro di un complesso dibattito sul tema del "Confederalismo democratico" è stato il primo leader di un movimento di liberazione nazionale a criticare la forma Stato e il suo stesso ruolo nel ventunesimo secolo, rinunciando di fatto al separatismo in nome di un processo democratico e radicale di autonomia dal basso, centrato sul rispetto della natura, sull'emancipazione di genere e sulla giustizia sociale.
Si è fatto portavoce in Turchia di un processo di "pace nella giustizia" che al momento è stato respinto drammaticamente dall'attuale leadership dello Stato turco, ma ha trovato interlocutori tra milioni di cittadini curdi e turchi, come dimostra lo straordinario risultato elettorale del partito Hdp alle due recenti elezioni, pur pesantemente condizionate dagli attentati e dalla militarizzazione sociale del kurdistan del nord. In Rojava la resistenza alle bande dell'Isis, sintetizzata agli occhi del mondo dall'esempio eroico della città di Kobane, si accompagna alla sperimentazione di un progetto democratico radicale, plurale e interculturale che costituisce un modello possibile di fuoruscita dal basso dall'inferno della guerra in Siria.
Per la città di Napoli il riconoscimento del ruolo di Ocalan e dell'esperienza politica che la sua figura oggi sintetizza è non solo un segnale coerente col ruolo di ponte e di dialogo verso i popoli del Mediterraneo, ma anche attenzione a quei percorsi di democrazia radicale e di riappropriazione sociale dal basso che possono costituire anche una moderna chiave interpretativa per il superamento della condizione di subalternità dei sud d'Italia e d'Europa.

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