breve di cronaca
Formazione televisiva
La Stampa - 15-12-2002

LA TELEVISIONE SOSTITUISCE INSEGNANTI E RICERCA

Storia usa e getta


A proposito dei tic della destra. La simpatia per i blocchi stradali dei
Cobas del latte e l'insofferenza per quelli degli operai della Fiat non
appartengono più soltanto al senso comune della destra; nel consueto gioco
di rispecchiamento con gli umori della sua base sociale, Berlusconi se ne è
appropriato attribuendo a quel tic una sorta di legittimità istituzionale. E
' stato così anche per la incredibile risoluzione della Commissione Cultura
della Camera sui libri di testo? Certamente anche in questo ambito esiste un
senso comune di destra che guarda con sospetto alla storia, che diffida
della sua complessità.

C'è una diffusa voglia di una storia «usa e getta» che non è quella prodotta
dalla ricerca scientifica, né quella raccontata dai manuali scolastici. E
qui è il punto. Quest'anno, in uno dei test di ammissione delle matricole
all'università di Torino c'era una domanda che suonava pressappoco così:
«Quanti anni il pci è stato al governo nell'Italia repubblicana, 5, 10 o
30?»; ebbene quasi il 20 per cento ha risposto 30 anni! Scusate, ma questa
non è ignoranza.

Il fatto è che oggi a trasmettere conoscenza storica non è più la scuola,
non sono più i manuali. Il problema della storia insegnata nelle scuole è la
drammatica inadeguatezza dei metodi, la spaventosa esiguità delle risorse da
mettere in campo per confrontarsi con gli altri «agenti di storia» che
alimentano il senso comune e storiografico grazie alla potenza dei talk show
televisivi. Altro che le due ore settimanali a disposizione dei professori!
I media, è il caso di dirlo, hanno sconvolto i dati dell'esperienza
sensibile pregressa: in passato, per uno studente le preconoscenze storiche
erano direttamente mutuate dalla famiglia, dal luogo in cui viveva e da
quelli che poteva eventualmente aver visitato; la televisione, il cinema,
internet hanno radicalmente cambiato questo stato di cose, immergendo i
giovani in un flusso continuo di informazioni d'immagini e di suoni tutti a
diverso titoli intrecciati con la storia.

L'ultima leva dell'immaginazione fu quella che giocava con «i soldatini di
piombo». Ma i media hanno anche modificato la funzione sociale
tradizionalmente svolta dalla scuola. L'istituzione scolastica si affermò
nell'Inghilterra del XVII secolo proprio a partire dalla prima «inondazione
di informazioni» provocata dalla moltiplicazione dei volumi a stampa. La
scuola fu chiamata allora a controllare l'imponente flusso di produzione
cartacea avviato grazie all'invenzione di Gutenberg, selezionando e
tramandando quello che valeva la pena trasmettere alle giovani generazioni.

Oggi la scuola sta per smarrire questa sua funzione: «A lunga scadenza - ha
scritto Postman - la televisione può portare gradatamente alla fine della
carriera degli insegnanti visto che la scuola è stata un'invenzione della
stampa»». In questo senso, la risoluzione approvata dalla maggioranza non
solo è sbagliata ma è anche penosamente inadeguata a confrontarsi con un'
emergenza che tocca direttamente i delicati meccanismi della trasmissione
della memoria storica in questo Paese.

Giovanni De Luna


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