Chi tocca uno tocca tutti!
Usi Ait Puglia - 28-10-2015
Ovvero dopo la, doverosa, denuncia sociale si passa all'azione diretta

Solo una riflessione. Sono notizie che non si vorrebbero mai pubblicare, che non ti fanno dormire la notte e costano tempo, fatica immane e il coinvolgimento di persone per bene messe alla gogna dall'avidità di pochi. Avere le carte, conversazioni, le prove di quanto si scrive non ti rende meno inquieto. Poter documentare le tue denunce ti fa solo dormire sonni tranquilli perché sai, certo che lo sai, che l'animale ferito proverà a colpirti, a farti male. In quel momento sarai solo e dovrai essere disposto a pagare tutte le conseguenze. Devi essere disposto a mettere sotto schiaffo la tua famiglia. Dedico a loro il mio lavoro tutti i giorni. Senza il loro sostegno non avrei la forza e gli strumenti per scavare. La serenità sta nell'aver fatto fino in fondo ciò che dovevi, ciò per cui hai deciso di fare il giornalista e non altro nella vita. E poi la fierezza di lasciare l'eredità più grande a tuo figlio. Non i soldi, ma la schiena dritta per poter affrontare la vita con determinazione. Poi, chi vivrà vedrà. E anche se questo non è un paese in cui ognuno sta dove dovrebbe stare, ci sarà un Tribunale a Berlino. Chiudo con un pensiero a chi sta tentando di farci desistere in ogni modo: non è aria. Si va fino in fondo. (Antonio Loconte giornalista con la schiena dritta)


Non crediamo ci sia molto da aggiungere a questa - chiara e netta - presa di posizione di chi - unitamente a Francesca Mangiatordi e Francesco Papappicco - ha deciso di metterci la faccia (ed il cuore) denunciando il malaffare e le corruttele nella (mala)sanità pugliese. Che ha reagito sottoponendo, entrambi a provvedimenti disciplinari tanto ridicoli quanto inconcludenti nella forma e nella sostanza poiché si sostanziano per quel che sono ovvero il frutto della repressione che viene messa in atto dai padroni quando si sentono minati nei loro affari.

Loconte - dal canto suo - rappresenta la Stampa libera da padroni, non allineata, scevra da preconcetti e autentica rara residuale espressione del miglior giornalismo d'inchiesta, tanto da esser stato, due anni or sono, oggetto di minacce di morte per aver scoperto e denunciato senza remore gli scandali nel 118 pugliese.
Da questa mattina Francesco Papappicco e Francesca Mangiatordi all'ospedale della Murgia ricominciamo la protesta con "catene e sciopero della fame" fin quando non sarà ritirato il provvedimento della Censura a Francesca e gli assurdi procedimenti disciplinari a carico di Francesco. Vogliamo che si faccia piena luce sul complotto ordito contro Francesco, Francesca e Loconte.


L'estrema forma di protesta intrapresa dai due medici del 118 e del pronto soccorso del "Perinei" di Altamura non nuocerà in alcun modo il servizio pubblico dal momento che i 2 sanitari - pur in sciopero della fame - continueranno a prestare la loro attività al servizio della collettività locale.


Ora la questione è posta ed è di pubblico dominio: tocca a noi, ora, agire e sostenere la loro battaglia in modo semplice e concreto senza fughe in avanti né tentennamenti in virtù del principio solidaristico del se toccano uno toccano tutti. L'invito è quello di inviare messaggi, fax, mail, telegrammi di solidarietà agi recapiti sotto indicati inviandone anche - per conoscenza - al Quotidiano Nazionale di Bari (Bari@ilquotidianoitaliano.it) e alla Redazione web dell'USI-AIT (anarres56@tiscali.it) per la pubblicazione on line.

Presto pubblicheremo anche una petizione da sottoscrivere (e far sottoscrivere) e da inviare con modalità da concordare ai recapiti che socializzeremo.

Contro la ragion di "Stato" che assolve corrotti e corruttori (ovvero sé stesso);
CONTRO LE CENSURE, I BAVAGLI, LE PURGHE!!!
Per una sanità senza profitto!


USI-AIT Puglia

-TRIBUNALE DI BARI 0805749014/0805740722 Tribunale.bari@giustizia.it
- ASL BA Direzione Generale 0805842563 direzione.generale@asl.bari.it
- ASL BA Direzione Sanitaria direttore.sanitario@asl.bari.it
- Uoc controllo di gestione 0805842697 CONTROLLODIGESTIONE@ASL.BARI.IT
- UO RISK MANAGMENT E QUALITA' VINCENZO.DEFILIPPIS@ASL.BARI.IT
- COLLEGIO SINDACALE 0805842457 segreteriacollegiosindacale@yahoo.it
- Regione Puglia 080456789 urp@regione.puglia.it
- ARES 0805403483 DIRGEN@ARESPUGLIA.IT
- Presidente Regione Puglia 0805406275 President.regione@pec.rupar.puglia.it
- Area promozionale della salute 0805403459
- Cittadinanzattiva 0636718333 mail@cittadinanzattiva.it
- Direzione territoriale del lavoro 0800994084 DTL-Bari@lavoro.gov.it

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 Usi Ait Puglia    - 07-11-2015
Prove tecniche di censura preventiva

Il titolo scelto non tragga in inganno. No, non stiamo parlando della Turchia di Erdogan che fa chiudere le testate giornalistiche scomode oppure oscura i "social" per impedire la diffusione di notizie, video, immagini sgradite al regime. No. Stiamo parlando dell'Italia, anno secondo dell'Era Renzi.

E' una sensazione che tutti coloro che "lottano sul campo" #mettendocilafaccia hanno provato almeno una volta.

Giorgio Cremaschi - in una vecchia nota - lamentando il totale silenzio della stampa "embedded" (direbbero quelli "bravi" ma noi li definiremmo, più prosaicamente, "asserviti velinari") su una, partecipatissima manifestazione del sindacalismo di base ricorreva ad una metafora iperbolica (la prossima volta spaccherò una vetrina) per conquistare il rango di "notizia" sui media.

Sappiamo per esperienza - nel caso ILVA ed il comitato dei "liberi e pensanti" ad esempio - che molto spesso sono le piccolissime testate locali - spesso on line - ad accollarsi l'onere di "supplire" alla carenza (o assenza) di notizie considerate scomode e, perciò, impubblicabili dai grandi organi di (dis)informazione di massa.

Non senza conseguenze come - ahinoi - insegna il "caso Loconte".

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A volte però al posto della "censura totale" della notizia (ed è il caso di Repubblica, e Corriere del Mezzogiorno Puglia per non parlare di Tg3 Regione) capita l'opposto ed è il caso della notarella apparsa sulla Gazzetta del Mezzogiorno - pagina locale di Altamura - del 29 ottobre 2015 nella quale una notizia clamorosa - quale quella di uno sciopero della fame ad oltranza proclamato da due stimatissimi professionisti della sanità pubblica che continuano, ugualmente, ad assicurare il delicato servizio sociale per il quale sono preposti - viene "cucinata" in modo tale da far apparire i protagonisti della vicenda come delle "macchiette" o, peggio, dei mitomani in cerca di facile pubblicità. Né manca - nella chiusa finale - il paternalistico invito - rivolto alla Mangiatordi - di ... "avere fiducia nella giustizia amministrativa" e di presentare ricorso avverso nelle ... sedi competenti. Ovvero nelle stesse sedi istituzionali nelle quali siedono i responsabili della"macchinazione" ordita a loro danno ... come spiega dettagliatamente Antonio Loconte in una, puntigliosa nota.

Ma lo scopo dell'articolista pagato un tot al pezzo è chiara. Insinuare il dubbio nel lettore disattento e, nello stesso tempo, cercare di spezzare il vincolo di solidarietà tra i due.
Un tentativo che si è dimostrato vano mentre prosegue - con rinnovata determinazione - la protesta che oggi - 4 novembre - è giunta all'ottava giornata e la notizia corre di bocca in bocca da Trieste a Catania, da Siena a Firenze da Milano, da Venezia (e dal Veneto) ....

Rileggendo attentamente la nota in oggetto che (in forma più addolcita rispetto a quella di una settimana fa anche se riporta un, grossolano, errore di calcolo nel titolo di testa) è stata ripubblicata oggi appare chiaro che la vera posta in gioco - oltre alle, soggettive ed inalienabili, libertà sindacali - è rappresentata dalla libertà di informazione.

Non si spiega altrimenti il perché - per la seconda volta - citando un comunicato dell'Unione Sindacale Italiana nel quale sono, puntigliosamente, elencate tutte le richieste alla base della protesta si omette di rivelare quella più importante: "Chiarire ed individuare i mandanti delle gravi minacce formulate nei confronti di Antonio Loconte "reo" di aver denunciato (dalle pagine di un quotidiano on line) "l'allegra gestione" del 118 barese."

siena

Concludendo vorremmo rivolgere alcuni suggerimenti informativi a Marina Dimattia (ovvero la redattrice locale della Gazzetta);

• I giorni di sciopero della fame della dott.sa Francesca Mangiatordi e del dott. Francesco Papappicco, in data odierna - 4 novembre 2015 - sono 8 e non 7 come "sparato" dal titolo di testa;
USI-AIT Puglia chiede l'annullamento (e non "l'archiviazione") dei procedimenti disciplinari a carico dei 2 medici in quanto viziati da illegittimità formali e sostanziali ... come ampiamente documentato nella nota di Antonio Loconte alla quale si rinvia;
• Terza - ma non meno importante - si rinnova la richiesta di "Chiarire ed individuare i mandanti delle gravi minacce formulate nei confronti di Antonio Loconte "reo" di aver denunciato (dalle pagine di un quotidiano on line) "l'allegra gestione" del 118 barese."

No cara, vecchia, Gazzetta la #censuranonpasserà!