In Italia c'è di nuovo una dittatura
Giuseppe Aragno - 21-04-2015
In Italia c'è la tortura, abbiamo il codice fascista di Rocco, stiamo stracciando la Costituzione antifascista, i deputati non li ha eletti nessuno e la nostra barbarie sta ammazzando migliaia di sventurati. Sono eventi apparentemente isolati l'uno dall'altro e si potrebbe dire, sbagliando, che non si tratta di tessere d'un unico mosaico.
Renzi sostituisce dieci commissari del PD perché si appongono al suo tentativo di far approvare dal Parlamento una legge elettorale reazionaria. Non chiediamoci se si può fare, proviamo a capire per conto di chi lo fa e dove vuole arrivare.
A scuola i presidi minacciano di sostituire chi sciopera contro l'Invalsi e di obbligare gli studenti a fare i test. Che importa se si può fare? Lo fanno e a noi interessa capire chi li comanda e dove si intende condurci.
Mentre le merci e i capitali possono girare liberamente, uomini donne e bambini sono bloccati ai confini, sicché il Mediterraneo è diventato un immenso cimitero. Si è giunti al punto di sequestrare le barche ai pescatori che aiutano i disperati in fuga dalla fame e dalla guerra. Non chiediamoci se si può fare. Si fa. Diciamoci piuttosto che è una vergogna inaccettabile e proviamo a capire come se ne'esce.
Non è più tempo di domande inutili. Troviamo il coraggio di dire quello che è, senza girarci attorno: è nata e si sta consolidando una terribile dittatura. Prendiamone atto e ricaviamo dalle nostre parole la sola possibile conseguenza logica. La dittatura c'è ed è sempre più feroce. Quello che manca è la scelta di affrontarla con tutte le armi possibili, come hanno già fatto una volta Amendola, Matteotti, Gobetti, Parri, Rosselli, Pertini, Gramsci e migliaia di migliaia di uomini liberi, che scelsero di combattere, piuttosto che piegarsi.
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