La globalizzazione e i suoi effetti sul piano educativo
Stefano Ulliana - 18-02-2015
PREMESSA STORICO-CRITICA

Come la posizione del santuario greco preclassico all'inizio della storia ideologica dell'Occidente definisce spazialmente all'interno della rappresentazione religiosa emergente il termine sacro di riferimento (essenziale ed elevato) e la processione religiosa il necessario procedere temporale verso di esso, dimostrando la necessità di allontanarsi da un luogo e da una potenza nei cui confronti viene esercitato il sacro potere del terrore e della maledizione, così la nuova costituzione comportamentale rappresentata dalle nuove danze (chorós), dai nuovi canti e dalle nuove musiche, approntate grazie a nuovi strumenti musicali (aulós, kithára, lyra), definiscono il corredo necessario allo sviluppo del loro intreccio, alla congiunzione fra la dimensione spaziale e quella temporale. Bandito l'uso delle percussioni,
troppo vicine al modo antico di immedesimarsi con il divino, alla penetrazione nella stessa potenza terrestre ed ai relativi culti della Grande Dea Madre, la nuova danza, la nuova musica, il nuovo canto e la nuova poesia religiosa esprimono progressivamente il distacco
dall'antica e terribile potenza naturale, costruendo degli spazi culturali astratti, nei quali la felicità immediata del contatto movimentato con il divino trova espressione corporea collettiva nella danza, mostrando un'apertura emotiva e razionale comune, all'interno della quale l'espressione musicale svolge la funzione della direzione del ritmo e della ripetizione finalizzata, mentre il canto unisce l'azione verbale come accompagnamento dell'umano, in una sua prima versione razionale, oltre l'espressione immediata della corporeità, laddove la successiva poesia religiosa compone musica e canto nella definizione dell'orizzonte di determinazione comune, nella determinazione dell'ideologia religiosa di riferimento. In tal modo l'orizzonte delle nuove potenze e divinità olimpiche riesce a sovrapporre la virtù della propria determinazione ideologica, tramite la rotazione progressiva ottenuta dall'inserzione dei nuovi schemi di movimento - la danza e la musica secondo il concetto di una finalità operativa - e di astrazione - il canto e la poesia - occultando, appunto per sovrapposizione, lo spazio ed il tempo organizzati dalla precedente determinazione religiosa (il culto aperto della Grande Dea Madre creativa). Lo spazio inamovibile dell'origine ed il tempo
eternamente presente della creatività naturale, che utilizzavano modalità espressivo-cultuali completamente aperte, innestando la propria giustificazione razionale nell'atto della liberazione comune (la sessualità orgiastica e l'immedesimazione con le potenze creative della terra), capace a sua volta di dare sostegno ad una potenza d'orizzonte - ad un cielo luminosamente e celestialmente aperto - che costituisce l'unico principio e l'unica causa motrice del pensiero e dell'azione dell'uomo.

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