Un anno nero per Renzi e il governo dei padroni
Giuseppe Aragno - 30-12-2014
E' passato ormai un anno da quando la Corte Costituzionale ha messo al bando la legge elettorale da cui è nato il Parlamento in carica. Un anno da quando entrambi i punti sottoposti alla verifica di costituzionalità sono stati dichiarati contrari alla legalità repubblicana: il premio di maggioranza e l'abolizione del voto di preferenze. Da più di anno, però, con l'attiva collaborazione del Quirinale, Palazzo Madama e Montecitorio ignorano la sentenza, tutto è ancora com'era e l'ago della bilancia della vita politica italiana è il patto del Nazareno, un accordo privato sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e da un pregiudicato, espulso dal Senato e privato dei diritti politici. In questa condizione, sperare del bene o temere peggioramenti solo perché, voltando pagina al calendario, un numero cambia e ci dice che un anno se n'è andato, è un'innocente finzione che alimenta pericolose illusioni. Quando per noi non decidono il caso, gli accidenti maligni e le insperate fortune, il futuro, figlio del passato, è in mano al presente. Il calendario non c'entra.
Potremo farci tutti gli auguri che vogliamo, sognare a occhi aperti tempi migliori e cambiamenti radicali, nulla cambierà se non sapremo dire a chiare lettere e tutti assieme, in una manifestazione pubblica di radicale dissenso, che avanti così non è più possibile andare. Non cambierà nulla, se non denunceremo con forza il crimine che si sta commettendo contro la Costituzione e contro i diritti che garantisce, se non diremo che non ci stiamo, che non siamo più disposti a subire passivamente. La tragedia della nostra democrazia è sotto gli occhi di tutti e siamo in milioni a pagarne l'inaccettabile prezzo: lavoratori, pensionati, precari e soprattutto le giovani generazioni cui si nega un futuro dignitoso. Stiamo subendo una violenza inaudita. Un Parlamento nato da una legge incostituzionale tiene in piedi a colpi di fiducia un governo automaticamente privo di legittimo morale e politica, che sta cambiando le regole del gioco, grazie a un accordo più o meno segreto con un uomo condannato in via definitiva a quattro anni di galera per gravi reati contro lo Stato. E' come se una banda di ladri, colta con le mani nel sacco in flagranza di reato, invece di finire davanti ai giudici, si arrogasse il diritto di cancellare il furto dal codice penale.
In questo clima di violenza ci avviamo al 2015. La «legalità» formale, di cui si riempiono ogni giorno la bocca gli uomini che ne calpestano la sostanza, è l'arma con la quale i ceti padronali schiacciano i lavoratori e cancellano diritti che sono costati sacrifici e sangue. Non sarà voltando pagina a un calendario che eviteremo lo sfruttamento feroce dell'uomo sull'uomo, i processi e la galera per i dissidenti, i morti sul lavoro, le scandalose sentenze che assolvono i padroni, le manipolazioni dell'opinione pubblica e la facoltà concessa agli imprenditori di licenziare chiunque si opponga a questo disegno criminale o provi a difendersi dallo sfruttamento. La via elettorale è in mano a un governo illegittimo: quando ci manderanno a votare non cambierà nulla, perché in cantiere c'è una legge elettorale più illegale di quella cancellata dalla Consulta e l'opposizione sociale, colpita pesantemente in piazza dalle forze dell'ordine e dal codice Rocco, è sotto scacco.
Che fare?
Auguriamoci tutto il bene possibile, ma diciamoci chiaro che il solo bene in cui possiamo sperare è quello che conquisteremo difendendoci dal male che ci stanno facendo. Diciamoci pure che non staremo mai bene, finché non starà male chi male ci fa. Augurarsi un buon anno, quindi, per chi subisce i colpi del governo illegittimo dei padroni, può voler dire solo giurare che l'anno nuovo sarà nero per Renzi e la sua banda, perché ogni piazza sarà una trincea della giustizia sociale.

Tags: "governo dei padroni", codice Rocco, Corte Costituzionale, Montecitorio, Palazzo Madama, Renzi


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