Gruppi di studi Docenti Roma
Gruppi di studi Docenti Roma - 19-12-2014
4. Alternanza scuola-lavoro (cap. 5)

Qui gli articoli precedenti:
Assunzione e formazione
Valutazione e merito
La didattica



Verrebbe da dire, (af)fondata sul lavoro
L'ideologia che sottende ogni pagina della Buona Scuola è in sintesi questa: la "buona" scuola è quella che aderisce ai meccanismi di mercato (concorrenza, competitività, produttività, legge della domanda/offerta)
.

Coerentemente con tale impianto ideologico la scuola non deve formare cittadini consapevoli equilibrati, capaci di affrontare in modo trasversale la complessità del mondo contemporaneo, bensì tecnici specializzati, nuovi portabandiera del Made in Italy.

E come si formano gli studenti super-tecnici, ricercatissimi dal mondo del lavoro?
Grazie all'alternanza scuola-lavoro, tema centrale del capitolo 5 del testo, che verrebbe intensificata ed estesa in varie forme a tutte le scuole secondarie superiori (anche nei licei!).
Gli effetti secondo chi ha redatto il testo sarebbero miracolosi:
1. si combatterebbe l'abbandono scolastico;
2. si ridurrebbe la disoccupazione, partendo dall'assunto che i livelli attuali di disoccupazione, specie giovanile, non sono da attribuire alla crisi economica, quanto al fatto che la scuola non prepara adeguatamente gli studenti per il mondo del lavoro.

Perché la scuola ha perso tale capacità?
Nel testo si ammette che "la scuola ha perso costantemente risorse negli ultimi anni, in particolare per l'offerta formativa".
Ricordiamo a tal proposito i tagli della Riforma Gelmini alle ore di indirizzo e di laboratorio negli Istituti Tecnici, emblematici della volontà di depotenziare la formazione delle competenze più specifiche e direttamente spendibili nel mondo del lavoro.
Il piano di Renzi su questo tema non reintegra l'iter formativo di quanto attualmente decurtato, bensì prospetta una massiccia delega formativa a realtà lavorative esterne che sfrutteranno il lavoro gratuito degli studenti secondo quattro modalità:
1. Alternanza obbligatoria scuola-lavoro: 200 ore l'anno negli ultimi tre anni dei Tecnici e Professionali (oggi vengono fatte circa 60 ore in stage della durata di 1/2 settimane e in genere solo negli ultimi due anni);
2. Impresa didattica: trasformare le attività formative scolastiche in attività che producano reddito, incoraggiando l'uso della doppia contabilità nelle nuove scuole-azienda;
3. Bottega Scuola: inserimento degli studenti in contesti imprenditoriali legati all'artigianato;
4. Apprendistato sperimentale: inserimento durante gli ultimi due anni di scuola in imprese secondo un sistema di convenzioni che stabilisce le modalità di impiego. Ed è già legge, altro che consultazione! (articolo d.l.104/13). Secondo quanto stabilito nelle riunioni di intesa su tale progetto (02/04/2014, fonte Gilda) è stato stabilito un monte orario del 35% dell'orario complessivo scolastico da destinarsi all'esperienza di apprendistato.

Dunque nel migliore dei casi gli studenti vedranno decurtato 1/5 del proprio diritto allo studio, in cambio di 1/5 di dovere al lavoro!

Per sanare al disallineamento tra domanda/offerta nel mondo del lavoro viene illustrato il progetto dell'atlante del lavoro che cambia, "strumento di mappatura della domanda di competenze del nostro paese", ad opera del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero del Lavoro.
Dovrebbe servire alle scuole per l'orientamento e "per la revisione dei curricoli scolastici stessi".

Criticità:
Coperture finanziarie:
L'intensificazione dei progetti di alternanza scuola-lavoro costerà 100 mln di euro (rispetto agli 11 mln attuali). Rispetto a questo sottoineamo che:
1. la stima ci sembra al ribasso se è vero che attualmente sono stati coinvolti solo il 9% degli studenti su progetti molto meno impegnativi in termini di orario e solo in ambito tecnico e professionale.
2. si prevede che la maggior parte dei finanziamenti provenga dai privati stessi che, come finanziatori parziali dei progetti, avranno buone possibilità di indirizzarne gli obiettivi a proprio vantaggio. In ogni caso il tronaconto delle imprese chiude in attivo dal momento che sia nel capitolo 5 che nel 6 sono prospettati incentivi economici di varia natura per le imprese che aderiscano ai progetti di alternanza.

Impatto sulla didattica:
E' evidente che:
1. un'alternanza scuola-lavoro intensiva parcellizza il tempo in della didattica generale rendendo il lavoro negli ambiti della didattica tradizionale frammentario e improduttivo.
2. necessita di figure che garantiscano il rispetto e l'omogeneità in contesti diversi degli obiettivi formativi. Attualmente sono previsti docenti tutor che seguono ed indirizzano il percorso nelle diverse realtà.

Modalità attuative:
Il testo non specifica molto rispetto all'iter di attuazione di tali progetti. Sorgono così naturali alcune domande.
1. Chi sceglierà le realtà con cui collaborare?
2. Attualmente il Collegio Docenti o il Consiglio d'Istituto delibera a riguardo, ma in più passi del testo viene ribadita la volontà di "snellire" la burocrazia della scuola imputando spesso l'inefficienza decisionale alla presenza degli organi collegiali. Nel capitolo 3 espressamente si afferma: "la governance interna della scuola va ripensata: collegialità non può essere sinonimo di immobilismo, di veto, di impossibilità di decidere alcunché. Vanno ridisegnati al meglio gli organi collegiali della scuola, distinguendo tra potere d'indirizzo e potere di gestione. Il Consiglio dell'Istituzione scolastica diventerà titolare dell'indirizzo generale e strategico dell'Istituzione; il Collegio docenti avrà l'esclusività dellla programmazione didattica; e il Dirigente scolastico sarà pienamente responsabile della gestione generale (coadiuvato dal Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi) e alla realizzazione del progetto di miglioramento definito sulla base della valutazione".
3. Chi valuterà gli effetti formativi di tali pratiche? Chi stabilirà le modalità, i doveri, i diritti, le finalità? Chi garantirà la qualità dell'offerta formativa?
Di tutti questi aspetti fondamentali attualmente è responsabile il docente tutor su cui viene a gravare un compito sovradimensionato, visto che si deve e sempre di più dovrà "aggregare intorno ai progetti di formazione congiunta tutti gli attori rilevanti del territorio." A questo proposito vengono menzionati i Poli Tecnico-Professionali e le 65 Fondazioni nate in Italia che comprendono scuole, imprese, università, centri di ricerca, enti locali. Di che cosa si tratti realmente, non è chiaro...

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