Occupazione delle scuole: quanti vaniloqui!
Enrico Maranzana - 11-12-2014
Davide Faraone, sottosegretario all'istruzione, ha sollevato un vespaio valorizzando le occupazioni delle scuole: " Iniziative culturali e sociali, momenti di aggregazione e di partecipazione democratica che, con quelle di oggi, hanno in comune il tema centrale intorno al quale ruotavano: la riforma della scuola di cui anche allora si discuteva».
Il fatto è significativo e inquietante: un inequivocabile sintomo del generale disorientamento e del mancato riconoscimento della mission della scuola.
Traslando la situazione in ambito sanitario se ne coglie la sostanza.

Una questione di professionalità
Finalità
L'apparato ospedaliero tratta i degenti in base a specifici protocolli: la loro condizione di salute è da riequilibrare avndo a riferimento i valori elaborati e esplicitati per l'occorrenza.

L'apprendimento, lo sviluppo di capacità e di competenze, sono le linee guida del sistema educativo.
Traguardi dal significato variegato:
• apprendimento: si tratta dell'acquisizione della conoscenza o della promozione di comportamenti produttivi?
• capacità: da un lato chi afferma "ho le mani e perciò ho la capacità di suonare il piano" dall'altro lato chi le considera dei processi e ne esplicita l'evoluzione: necessaria premessa alla "Programmazione dell'azione educativa".
• Competenze: l'attenzione generale si concentra sull'aspetto certificativo. L'elaborazione strategica delle modalità per la loro promozione è trascurata.

Progettazione
Le èquipe mediche operano sui singoli pazienti seguendo le indicazioni terapeutiche che elaborano nel momento del loro ricovero.

La progettualità è pratica che la scuola non conosce, sorda al decreto sull'autonomia delle istituzioni scolastiche che l'ha prescritta nel 1999.
Progettare implica:
• la definizione degli obiettivi,
• il reperimento e l'organizzazione delle risorse,
• la formulazione di ipotesi,
• la concretizzazione delle ipotesi in strategie,
• l'applicazione delle strategie,
• l'ottenimento di risultati,
• la capitalizzazione degli scostamenti obiettivi-risultati.
La progettualità unifica tutti gli insegnamenti: i traguardi formativi, quelli educativi e dell'istruzione sono condivisi.
E' da abbandonare la gestione scolastica parcellizzata, come dispone la legge del 1974 che ha mutuato dalla scienza dell'amministrazione una struttura organizzativa articolata che incrocia le responsabilità dei soggetti interagenti.

Punti di vista
L'identificazione e la prescrizione dei farmaci sono compiute in base alle necessità.

Nella scuola la scelta degli ambienti e delle occasioni di apprendimento avviene o per motivi esogeni o per le qualità dei singoli oggetti.
Il Piano nazionale scuola digitale e il coding sono d'esempio: ogni riferimento alle finalità del sistema educativo e ai canoni d'una comunicazione efficace è assente.
Emblematico il caso delle Lim introdotte a difesa della tradizionale, unidirezionale, versativa lezione.
Sul versante comunicativo/tecnologico si consideri il tema "La battaglia di Waterloo":
 L'origine, le date, i luoghi, i personaggi, gli effetti sono gli aspetti che qualificano l'attività scolastica.
 Nel gioco di simulazione sulla battaglia di Napoleone si sollecitano l'analisi del campo, la modellazione, lo formulazione d'ipotesi, la loro concretizzazione in strategie, la validazione delle scelte, l'analisi critica dei piani d'attacco dei due schieramenti: capacità e competenze di cui si sostanzia la finalità del sistema educativo.
Due mondi separati:
 Il primo descrittivo, finalizzato alla trasmissione d'un sapere statico;
 il secondo coinvolgente e dinamico che, utilizzando strumentalmente la conoscenza, promuove comportamenti produttivi.
L'immagine delle discipline insegnate si dilata: le conoscenze sono correlate ai problemi e ai metodi risolutivi che le hanno generate.

Sono questi i temi di cui discutono gli studenti che occupano gli istituti prefigurando la scuola riformata?

La professionalità dei medici e dei docenti matura in anni di studio e di pratica: con quale preparazione ne possono discutere malati e studenti?

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Lucia Magani    - 12-12-2014
L'articolo dichiara di voler affrontare "una questione di professionalità". La redazione propone una chiave di lettura diversa.

 Enrico Maranzana    - 13-12-2014
Non capisco la vostra presa di distanza. Il mio scritto ricerca una soluzione a “la scuola è in ginocchio” avendo presente che la complessità del problema formativo implica l’adozione delle ordinarie procedure scientifiche per il suo abbattimento: da qui l’astrattezza di cui parlate. E’ un intervento a difesa della partecipazione di genitori e studenti che, nella confusione derivante dal malgoverno delle singole scuole, non possono percepire l’origine del disservizio. E’ un intervento a difesa della dignità del docente che, in un ambiente fuori controllo, non può valorizzare il proprio operato.

 La Redazione    - 11-12-2014
"Ospitiamo questo articolo per rispetto dell'autore, che spesso ci invia validi contributi, ma riteniamo che si inserisca a pieno titolo nei vaniloqui che intende attaccare. Se la scuola, come scrive Maranzana, ignora la progettualità, è sorda al decreto sull'autonomia delle istituzioni scolastiche, non prescrive i suoi "farmaci" in base alle necessità e chi più ne ha più ne metta, perché i "malati" dovrebbero accettare le sue cure? In genere, essi non sono in grado di discutere di medicina, ma possono valutare l'effetto di un farmaco e si accorgono della fatiscenza delle strutture ospedaliere. Maranzana sottovaluta gli studenti e le loro lotte e parla di una scuola astratta, che non ha nulla da spartire con quella che vive la realtà quotidiana. Il primo presidio dell'autonomia è l'indipendenza economica, che a scuola non esiste e peggio sarà quando dipenderà dai privati, come vuole il governo. La scuola è in ginocchio. Ce l'ha messa chi l'ha governata; i docenti, spesso troppo arrendevoli, sono tra i meno pagati del mondo "civile", si formano nelle pessime università volute da "baroni" e politici incompetenti e danno probabilmente già troppo. Gli studenti, che non sono "medici", ma hanno letto il progetto di "Buona scuola" di Renzi, sanno distinguere tra studio e lavoro e fanno bene a protestare. Sarebbe ora, anzi, che genitori e docenti li affiancassero".