Correva il ventennio
Marco Barone - 01-11-2014

Il crocifisso nelle scuole "è una benemerenza del fascismo"

Nella Seduta del 17 dicembre 1924 si affrontava, alla Camera, la discussione del disegno di legge: "Stato di previsione della spesa del Ministero dell'istruzione pubblica per l'esercizio finanziario dal «luglio 1924 al 30 giugno 1925". Prenderà la parola il Deputato Leonardi il quale ricorderà che "Aver ricollocato il Crocifisso nelle aule scolastiche, aver incluso nei programmi delle scuole elementi di insegnamento catechistico, aver definito con un colpo netto le varie questioni dell'insegnamento religioso, per cui in Italia erano corsi fiumi di inchiostro e di parole in un cinquantennio di discussioni bizantine nel Parlamento nella stampa, nei giornali, nei Consigli comunali è una benemerenza del Governo fascista che non si può cancellare. Ed è quella che meno di ogni altra benemerenza gli perdona l'odio settario, che forse proprio per questo motivo, all'interno e all'estero, ed all'interno per conto dell'estero, organizza tutta le avversioni contro di esso ! (Approvazioni). Onorando nelle scuole italiane la religione e la tradizione cattolica, il Governo fascista ha compiuto un alto dovere nazionale, ha obbedito ad una finalità nazionale, se bene rammentiamo la massima di G. Battista Vico che « Nazione di atei o di casisti o di fatisti al mondo fu mai »".
Trascorre qualche anno e nella seduta del 29 maggio 1929 prenderà la parola MACARINI-CARMIGNANI: "il Fascismo è veramente benemerito della religione; il Fascismo appena divenuto Governo riportò il Crocifisso nelle scuole, ed è partendo da questo primo atto che siamo poi arrivati alla Conciliazione; perchè la Conciliazione si era già prima compiuta nello spirito in quanto il Fascismo aveva tradotto in varie leggi dello Stato quelli che sono i precetti fondamentali della religione cattolica. Ma accanto a questo primo atto io vorrei che si aggiungesse una cosa: che si desse ora ai giovani la perfetta cognizione del Cristo. Io non intendo che in ogni scuola si debba impartire un insegnamento teologico, ciò che sarebbe assurdo, e neppure che la scuola invada quel campo che è esclusivamente riservato alla Chiesa; ma penso che se vogliamo formare veramente una classe dirigente nuova, con finalità nuove, se vogliamo veramente risolvere tutti i vasti problemi che si affacciano alla cultura nazionale, è indispensabile che si dia a coloro che saranno i professionisti di domani, che guideranno domani la vita intellettuale della Nazione, una conoscenza esatta del problema religioso almeno dal punto di vista storico".
Cosa è cambiato dal ventennio fascista ad oggi in tal senso? Che chi si è azzardato a pretendere di operare in un luogo di lavoro pubblico nell'Italia del 2014, senza simboli religiosi, protestando contro la continua ingerenza di una Chiesa nelle cose interne dello Stato italiano, rivendicando diritti giusti contro l'omotransfobia, è stato investito da scomuniche, insulti, offese ed invitato a confessarsi o pregare nella migliore delle ipotesi.
Certamente non sono mancate prese nette di posizioni di solidarietà, di sostegno, ma leggere ancora oggi concetti che erano tipici nel ventennio fascista, non può certamente lasciare indifferenti,no.
D'altronde di cosa stupirsi visto e rilevato che ci troviamo a discutere di una disposizione normativa partorita proprio dal regime fascista ed ancora sussistente, quale quella che riguarda la presenza del crocifisso a scuola?

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