De Magistris, sospesa la sospensione
Giuseppe Aragno - 30-10-2014
«(ANSA) - NAPOLI, 30 OTT - Il Tar, sul ricorso presentato da Luigi de Magistris, ha deciso di inviare gli atti alla Consulta per non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale degli articoli 10 e 11 del decreto legislativo 235 e ha sospeso l'efficacia del provvedimento fino alla Camera di Consiglio successiva alla decisione della Consulta.La prima sezione del Tar della Campania, presidente Cesare Mastrocola, era stata sollecitata ad esprimersi sul ricorso presentato da Luigi de Magistris contro il provvedimento del prefetto di Napoli che lo scorso primo ottobre lo aveva sospeso dalla carica di sindaco del capoluogo partenopeo in base alla Legge Severino».

Ero certo che sarebbe andata così, ma l'emozione è fortissima ugualmente. Proprio oggi, dopo le manganellate di ieri agli operai di Terni e quelle di stamattina a Napoli, questa sentenza assume un valore simbolico altissimo. Contro l'attacco ai diritti si può formare uno schieramento ampio e Napoli può diventare un laboratorio alternativo a quello di Renzi e dei suoi camerati. Attorno a De Magistris è possibile raccogliere un fronte di lotta che si schieri nella trincea dei diritti e affronti il tema centrale della crisi: quello della democrazia, per il quale evidentemente passa la questione del lavoro.
L'arroganza preoccupante e pericolosa di questa classe dirigente ha superato ogni limite. Valgano per tutti l'esempio di Grasso, Presidente del Senato ed ex magistrato, che si affrettò per primo a domandare le dimissione del sindaco e quello della "senatrice nominata" Angelica Saggese, che, senza ritegno, giunse a chiederne addirittura il "confino politico".
Nel conformismo imperante, nessuno chiede ora le sacrosante dimissioni di Grasso né, sua sponte, la Saggese decide di cambiare mestiere. Attaccare i diritti e sfidare la popolazione sul terreno della democrazia proprio a Napoli, capitale dell'antifascismo e medaglia d'oro per le sue memorabili Quattro Giornate, è tuttavia un suicidio politico che solo la pochezza del pupo fiorentino poteva causare. Ambienti bene informati riferiscono che Renzi, dopo avere programmato per il 7 novembre una visita a Napoli, nel quartiere di Bagnoli, epicentro del terremoto che ha prodotto il dissennato attacco al sindaco della città, ora non se la senta di venirci e stia brigando per mandare al suo posto il riottoso Delrio con la scusa di una riunione dell'ANCI. Consapevole della Waterloo, sa che il suo PD gli somiglia maledettamente. Inesistente per spessore politico e rappresentato da gente come Bassolino, è più impresentabile degli uomini di Aurelio Padovani. La città lo attende al varco per presentargli il conto.
La sospensione, come era prevedibile, si è rivelata un vero e proprio regalo per Luigi De Magistris. Più che mai ora la città si stringe attorno al sindaco che ha eletto e si interroga sulla legittimità democratica di Renzi e del suo governo. Più che mai sente che val la pena di andare avanti nella battaglia. Mentre in piazza, ormai, ovunque il governo scatena le forze dell'ordine contro chi protesta e aggredisce i lavoratori, è sempre più chiaro: si lotta soprattutto per i diritti e la democrazia. In questo clima politico di regime che si consolida, con un Presidente della Repubblica eletto due volte e un Parlamento di "nominati" accampati alle Camere grazie a una legge dichiarata incostituzionale dalla Consulta, De Magistris e i napoletani, anche quelli che non l'hanno votato ma si ribellano all'idea che gli elettori non contino più nulla, possono diventare un baluardo e un esempio; un modello nuovo che, nella città di Giovanni Amendola, accende luci impensate nel buio che avvolge il Paese.
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