Ciò che non è scritto non è vietato
Giocondo Talamonti - 25-09-2014
E' avvilente che in circostanze che meriterebbero ben altra unità di vedute e di interventi, ci sia ancora in Consiglio comunale chi si intrattenga a contemplare e alimentare fantasie dialettiche o, peggio ancora, a supporre che dietro una posizione obiettiva e disinteressata, mirata solo al bene della comunità, si nasconda chissà quale nefandezza personalistica.
La vicenda che ha recentemente investito il Consiglio in materia di istituzione di Centri per l'istruzione permanente degli Adulti (CPIA), è sintomatica di un atto masochistico consumato nella più totale assenza di idee e di conoscenza del territorio.
L'esclusione di Terni, quale sede provinciale per la gestione autonoma di un Centro, così come decretata da una recente disposizione regionale, reclamerebbe reazioni veementi da parte della classe politica locale, senza distinzioni di ispirazioni partitiche, dal momento che un luogo dedicato a rispondere alle esigenze nuove di formazione c'è sempre stato a Terni, operante presso l'Ipsia"Sandro Pertini".
L'Istituto Professionale ha maturato esperienze quasi ventennali, sia in termini di qualificazione delle docenze, sia in termini quantitativi di interventi mirati alla formazione, riconversione, aggiornamento e apprendimento dei saperi.
La difesa del sito non nasconde supposti interessi, né si espone ad essere 'un mercato delle vacche', come ottusamente emerso da una deprimente espressione udita in sede consiliare. Bene ha fatto il Presidente del Consiglio a riprendere con fermezza chi le aveva pronunciate perché gli emendamenti, all'atto d'indirizzo predisposto dalla commissione, presentati dai Consiglieri Mascio Giuseppe (Presidente del Consiglio), Piccinini Sandro, Ricci Silvano, Bartolini Renato e Pennoni Michele andavano nella direzione di rivedere le scelte, di dare concretezza all'atto, di favorire una più incisiva discussione regionale, che desse a Terni quelle opportunità di cui la città ha bisogno in tema di istruzione professionale ed educazione degli adulti.

Un interesse, per la verità, c'è. Non è personale e non è partitico. E' rivolto esclusivamente ai bisogni dei cittadini e guarda a un futuro prossimo, purtroppo tristemente incerto, dove la riconversione, l'ampliamento e l'arricchimento delle conoscenze e delle abilità di tanti lavoratori dovranno avere riferimenti sicuri per sfuggire all'isolamento che attanaglia quanti sono in attesa di un'occupazione. Le risposte possono venire dalla costituzione di un Polo professionale dove sia possibile armonizzare gli obiettivi dell'Istituto S. Pertini e il Centro provinciale d'istruzione per gli adulti.

Si è parlato della circolare n.36, in realtà la normativa riguardante i Centri per l'Istruzione degli adulti è corposa, dalle linee guida emanate dal MIUR e dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, al dpr n.63/2012 ( Il nuovo regolamento CPIA) al D.Lgs 297 del 16 aprile 1994 :Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione. Non ravvedo nulla di "illegale" nella costituzione di un Polo professionale; non c'è scritto da nessuna parte che ciò non sia possibile. Vorrei ricordare, con le parole di Berlinguer, che ciò che non è scritto non è vietato.

Terni, 24.09.2014
Giocondo Talamonti
(Associazione "E. Berlinguer")

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