Per un nuovo modello di scuola
Guido Durande - 01-09-2014
Il mondo della scuola, studenti e lavoratori tutti, precari e di ruolo è, ancora una volta, entrato nelle mire di chi dissimulando ampiamente la realtà, opera dei tagli, favorisce le scuole private e attua migliori strategie di controllo sociale su più livelli. Così, mentre i giornali di regime titolano "assunzioni di massa dei precari" nella realtà, il parlamento dei nominati ricorre sempre più spesso a leggi delega , ovvero delega in bianco al Governo che senza dibattiti parlamentari, confronti, senza alcuna informazione preventiva agisce con poteri assoluti.
A nessuno incanta l'escamotage di Renzi che ha rimandato le sue straordinarie rivelazioni sul mondo della scuola inizialmente previste per il 29 agosto. Evidentemente non si sarà trovato l'accordo fra chi conta, per poter poi procedere, più agilmente ad una più allegra spartizione di fondi, potere, controllo. Ad ogni modo nel disegno di Renzi e soci, si parla di aumento di ore lavorative, eliminazione dei supplenti, riduzione di un anno nelle scuole superiori, premi monetari per i docenti che dimostrano attitudine, cioè faranno tante ore in più per coprire il ruolo che oggi hanno i supplenti o saranno più docili e rispettosi del potere costituito incarnato dalla figura del Dirigente Scolastico. Si parla, inoltre, di sponsor privati nelle scuole; cesserebbe pertanto la libertà di insegnamento: come si potrebbe spiegare a un giovane che alcuni medicinali, che sponsorizzano l'istituto dove si lavora o si studia, sono potenzialmente dannosi?
La ricerca dovrebbe essere libera e non privata. Infine si parla ancora di un nuovo concorso per assumere personale: ennesimo schiaffo morale a chi è precario da dieci, venti anni ed è tale, non per proprio demerito ma per via dei tagli continui operati dai diversi governi che si sono succeduti negli anni. Forse questo concorso è un modo come un altro per favorire gli amici degli amici. Intanto le procedure concorsuali, in molte regioni italiane sono state poco chiare, con la denuncia di molti brogli a partire dalle prove pre-selettive, infine il Ministero cambia, continuamente, le carte in tavola. Prima sostiene che dal maxi concorsone di Profumo non scaturirà alcuna graduatoria infinita, invece con l'avvicendarsi della Giannini al dicastero dell'istruzione si giunge al decreto n. 356 del 23 maggio 2014 con il quale viene autorizzato lo scorrimento delle graduatorie del concorso oltre il numero dei posti banditi, alla faccia di chi ha magari 200 punti e non è di ruolo solo perché nella sua Provincia non immettono in ruolo, quindi non certo per proprio demerito. Nel frattempo tutti questi ennesimi tagli vengono camuffati con la solita scusa che non vi sono fondi ma, nel contempo, si detassano le scuole paritarie. Un evidente controsenso che dimostra una sola cosa: l'obiettivo non è né quello semplice e puro del risparmio né, evidentemente, operare un miglioramento didattico della scuola statale italiana. Si vuole solo rendere questa una sorta di scuola privata dove si parla nei distorti termini della meritocrazia; della competizione fra studenti per ottenere il miglior voto; fra docenti di ruolo per avere i premi di produttività, chiamiamoli così, dal deus ex machina del Dirigente; fra precari per ottenere un posto di lavoro. D'altronde, già da tempo, si tenta di sradicare dalla scuola quello che il potere considera un autentico male: la soggettività, contro la quale si tentano di inserire metodi di misurazione oggettiva delle competenze, delle conoscenze, della abilità degli alunni ma oggi, anche dei docenti.
Oggettivare, significa negare le differenze individuali e rendere studenti e lavoratori più disponibili a chinare la testa e ad accettare qualsiasi vessazione in nome di un sentire comune, etero-diretto dagli interessi economici di chi ha bisogno di docile manodopera da sfruttare flessibilmente e allegramente. Quello a cui oggi si tende, è una scuola dove si creano delle reti fra istituti che scambiano il monte ore dei docenti che diventano flessibili, che svolgono il loro burocratico lavoro timbrando cartellini e producendo documenti, coprendo ore da una scuola all'altra senza, però, essere persone che entrano in contatto con altre alle quali offrire il proprio sapere. Noi siamo persuasi che, uno dei principali obiettivi di Renzi sia la de-contrattualizzazione del lavoro docente. Questo significa, in altri termini, che il docente dipenderà direttamente dal Dirigente Scolastico che avrà così pieni poteri, alla stregua di un qualsiasi manager d'azienda, all'interno di una scuola statale. Non intendiamo cadere nella trappola ordita da Renzi: non vogliamo partecipare a una battaglia contrattuale che magari, vedrà il governo cedere su alcuni punti (potrebbe essere una marcia indietro sull'aumento di ore o sulla questione dei supplenti) e di contro verrà ad affermarsi il principio della de-contrattualizzazione.
Non vogliamo essere complici di questa distruzione di massa dei saperi.
Siamo altresì convinti che difendere le scuole del passato così com'erano è una battaglia che non intendiamo portare avanti. Noi vogliamo lottare per un modo diverso di intendere i percorsi di crescita e formazione oggi chiamati scuola. Per cominciare riteniamo che non sia necessario avere delle figure intese come gli attuali dirigenti, in molti paesi come la Spagna, ad esempio, sono figure la cui carica dura pochi anni. E che vengono individuate dalla collettività scolastica e non sono quindi le sentinelle governative, alla stregua dei prefetti autoritari. Siamo per una scuola dove non vigano gerarchie di sorta, poiché la gerarchia altro non è che il primo passo verso la creazione di un potere coercitivo che si autoalimenta. Spezzando le catene della verticalità, spezziamo il potere che oggi ci tiene schiavi alle catene della precarietà sia mentale che materiale. Nelle scuole nuove che non dovrebbero essere affatto i luoghi attuali della coercizione e del controllo, con telecamere , continui divieti che in realtà deresponsabilizzano studenti e lavoratori, il solo premio, se così vogliamo chiamarlo, consiste nella soddisfazione di condividere la possibilità di apprendere e se si apprende con lo scambio libero dei saperi, si apprende molto meglio. Siamo del tutto persuasi che non si apprende, come ancora molti credono, con il sacrificio, o ancora peggio attraverso la paura. Certo è così nelle scuole attuali, ma queste non coincidono con la vita reale al di fuori delle quattro mura scolastiche che talvolta possiamo scambiare con quelle degli istituti di reclusione, con i manicomi camuffati da cliniche psichiatriche, dai call center ma non nella realtà. Quanti studenti imparano, sono in grado di fare delle cose che nessun professore ha insegnato loro, ma che amano semplicemente fare. Si impara meglio senza paura e la scuola di Renzi è quella che prepara i giovani a essere meglio sfruttati mentre i lavoratori sono schiacciati da una gerarchizzazione ancora più radicata e da una precarizzazione sempre più forte. E' ora di dire BASTA. Non difendiamo il passato ma lottiamo per una scuola nuova.


U.S.I.-IUR (Istruzione-Università-Ricerca)

c/o U.S.I. ALESSANDRIA
Segretario Nazionale Guido Durante
e-mail : durante_guido@libero.it oppure usi.al@libero.it

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