All'origine della dispersione scolastica
Enrico Maranzana - 05-05-2014
Miur - 10 febbraio 2014: al via il bando per progetti didattici contro la dispersione, 15 milioni di euro alle scuole per attività integrative e pomeridiane.
La strategia di contrasto consiste nell'incremento delle risorse "destinate alla realizzazione di percorsi didattici personalizzati e per piccoli gruppi di studenti a rischio abbandono e ad attività integrative rivolte a tutti gli studenti, anche attraverso il prolungamento dell'orario scolastico".
Si tratta di un intervento a difesa della tradizionale gestione della scuola: della sua validità non si vuole discutere!
Gli studenti devono uniformarsi ad essa!
E' un piano che scaturisce sia da un'inadeguata concezione della comunicazione educativa, sia dalla mancata indagine sui modi e sui tempi della manifestazione del disaffetto per il conoscere.
Perché non è stata considerato anche l'emittente del messaggio?
Perché l'attenzione si è concentrata solo sul destinatario?
Se l'analisi avesse focalizzato i processi d'apprendimento sarebbero stati capitalizzati gli esiti del rapporto Perkins-McMurrin che, nel 1970 hanno indagato sulle problematiche studentesche registrando un drammatico crollo del tasso di apprendimento dei bambini in corrispondenza al loro ingresso nell'istituzione scolastica.
"Gli alunni apprendono nonostante la scuola", afferma.
Un tracollo causato da un'idea statica del sapere, visione che contrasta con lo spirito e la lettera dell'ordinamento vigente.

Le seguenti disposizioni esemplificative non lasciano dubbi interpretativi:

Programmi della scuola media del 1979: "Se correttamente interpretate, tutte le discipline curriculari - sia pure in forme diverse - promuovono nell'allievo comportamenti cognitivi, gli propongono la soluzione di problemi, gli chiedono di produrre risultati verificabili, esigono che l'organizzazione concettuale e la verifica degli apprendimenti sono consolidate mediante linguaggi appropriati.
Nella loro differenziata specialità le discipline sono, dunque, strumento e occasione per uno sviluppo unitario, ma articolato e ricco, di funzioni, conoscenze, capacità e orientamenti, indispensabili alla maturazione di persone responsabili e in grado di compiere scelte.
"

Legge 53/2003 - Sistema educativo di istruzione e di formazione: "è promosso l'apprendimento in tutto l'arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea".

Anna Maria Ajello, presidente Invalsi, chiarisce i termini della questione: "La nozione di apprendimento a cui si può far riferimento, se pensiamo alla competenza, si caratterizza come esito di attività autentiche a cui il soggetto prende parte e di cui conosce a pieno il significato, e non come esito di apposita memorizzazione. La sua fondamentale caratteristica è il diretto coinvolgimento dell'individuo e il suo prendere parte attiva, tanto da imparare con tutti i cinque sensi e non soltanto mediante l'ascolto e lo studio solitario".

Per contrastare gli abbandoni scolastici è necessario che il significato di SISTEMA sia interiorizzato e le scuole rivoluzionino il loro modo di operare.
La progettazione, "sostanza dell'autonomia scolastica", deve qualificare la gestione dei processi formativi/educativi/dell'istruzione.
I canoni delle scienze dell'organizzazione devono trovare rigorosa applicazione.
Il tradizionale rapporto medico-paziente, sostanza della didattica versativa, è da superare.
La professionalità dei docenti è la frontiera su cui si combatte la dispersione: la didattica ascendente, praticata nei laboratori, è la leva per la lievitazione delle potenzialità degli studenti.
Non è casuale il fatto che i nuovi regolamenti di riordino del 2010, anch'essi inapplicati, la indichino come via maestra.
Un assaggio dei risultati che si sarebbero potuti ottenere dal dovuto rinnovamento delle attività di classe è visibile in rete: un maestro di musica fa cantare all'unisono l'affollata platea di un teatro, senza intese, improvvisando: http://www.youtube.com/watch?v=ne6tB2KiZuk.
La padronanza della situazione, la piena fiducia che il maestro ha riposto negli interlocutori e la sua credibilità hanno garantito il successo dell'impresa.
Per chiarire la natura della questione posta e mettere in risalto la potenzialità della didattica laboratoriale è stato elaborato del materiale, utilizzabile a partire dall'ultimo anno della scuola primaria, visibile al seguente indirizzo: http://matematicamente.it/didattica-scuola/11128-la-cultura-informatica-per-promuovere-competenze.
E' incardinato su una tematica di logica-matematica: la ricorsività, argomento indigesto a molti studenti universitari.
L'itinerario mira principalmente alle seguenti capacità:

- Definire problemi assumendo un punto di vista funzionale al compito
- Formulare ipotesi
- Applicare modelli
- Verbalizzare
- Comunicare
- Collaborare

La strumentazione è stata sottoposta a sperimentazione: le relazioni dei tre docenti che hanno saggiato l'efficacia dell'ipotesi di lavoro, sono trascritte in appendice.
La sperimentazione ha dato alcune indicazioni:

· La proposta è praticabile, anche se gli esiti non sono stati positivi per tutti
· Gli studenti della primaria hanno dato risposte più puntuali di quelli della seconda secondaria di primo grado
· "Il lavoro ha portato grande discussione e confronto all'interno dei gruppi, in quanto le situazioni sono in grado di coinvolgere tutti, anche i ragazzi della fascia base e bassa"
· "Quasi tutti hanno messo in atto strategie di cooperative learning, cercando di coinvolgere compagni meno dotati dicendo: dai, questo problema lo sai fare, non devi tirar fuori un risultato con i numeri"
· "Gli alunni hanno palesemente gradito questa attività, hanno sottolineato come questa fosse matematica piacevole e come queste attività coinvolgono tutti perché tutti provano e insieme si arriva a concludere"
· La parola "gioco", che appare più volte nelle relazioni, è associabile ai gradi di libertà di cui gli studenti possono disporre
· "I ragazzi si sono meravigliati che i telefonini siano legati a metodi matematici".

Relazione relativa al materiale "La forma dei problemi" di Monica Redaelli

Relazione relativa al materiale "La forma dei problemi" di Lorenza Badini

Relazione relativa al materiale "La forma dei problemi" di Isabella Cozzarolo

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