Valutazione: 1. la scuola non ha bisogno di Cacasenno
Cosimo De Nitto - 20-02-2014
La cosa che forse il nostro Cacasenno di turno argutamente trascura di precisare nel suo panegirico* del 4° Rapporto della Fondazione Agnelli dedicato alla valutazione è questa: i due punti fondamentali in premessa sono stati argomenti molto seri che proprio quel sempliciotto di Bertoldo, ancorché arguto perché 'ccà niusciuno è fesso, ha sempre sostenuto contro invalsilandia. Fa ovviamente piacere che anche Cacasenno li abbia assunti, d'altronde è suo nipote e potrebbe ammetterlo con onestà intellettuale, se non altro per dovere di copyright.
I due punti sono:

1) ".. non esiste in astratto un unico o il giusto modello della valutazione. Al contrario, la scelta del modello di valutazione dipende dall'idea sottostante di scuola. Per questo, il rapporto rappresenta il monito per i decisori politici di esplicitare innanzitutto la loro idea di scuola."

2) "... le prove standardizzate sono corrette per valutare gli apprendimenti, mentre potrebbero non essere adeguate per valutare gli insegnanti o la qualità dei processi interni delle scuole."

Trascuro, ma Bertoldo non farebbe così, la contraddizione evidente tra l'affermazione "le prove standardizzate sono corrette per valutare gli apprendimenti" (quali apprendimenti? chiederebbe Bertoldino) e il precedente "monito per i decisori politici di esplicitare innanzitutto la loro idea di scuola". Infatti come si fa a giudicare corrette le prove standardizzate senza un'idea di scuola sottostante? Corrette rispetto a cosa? O c'è questa idea ma non si ha l'onestà, il coraggio di dichiararla per evitare che sia messa in discussione, sia non condivisa e bocciata democraticamente attraverso il dibattito pubblico? Bertoldo strizzerebbe i suoi occhietti furbi a questo proposito.

Il motivo per cui Cacasenno fu chiamato così, e ben se ne rese conto il povero Re Alboino, viene alla luce quando il modello di valutazione esterna, e conseguentemente l'idea di scuola sottostante che nemmeno lui, al pari dei governanti, vuole esplicitare, viene individuato nell'Ofsted del Regno Unito.

Cacasenno vuole riuscire dove la Gelmini, Profumo e da ultima la Carrozza non sono riusciti? Complimenti sig Cacasenno, complimenti anche alla Fondazione Agnelli&C.*. Con quali procedure, poi? Se il modello è l'Ofsted allora vorrà dire che bisogna creare un ente "ispettivo"(?), che questo ente formato da ispettori centrali sarà "esterno" e indipendente.
A propositi di esterno e indipendente l'INVALSI lo è?
Peccato che in Italia non c'è la regina cui questo ente "riferisce". E poi, è sicuro che la scuola in Inghilterra funzioni meglio, e che funziona meglio perché ci sono gli ispettori esterni? Non è mai venuta in testa l'idea, magari come mera ed accademica ipotesi, che se la scuola italiana vive un profondo "disagio" ha mille difficoltà, come la maggior parte dei sistemi scolastici occidentali fra l'altro, ivi compreso quello inglese che non se la passa meglio, i problemi possono derivare da altre trascurabili quisquilie e pinzillacchere?
Che ne so, dico a caso: gli insegnanti sono mal pagati, screditati da chi dovrebbe difenderli, le scuole sono fatiscenti, manca tutto ciò che oggi è indispensabile a farne una scuola moderna, manca una classe dirigente all'altezza, manca un'organizzazione che non sia quella ereditata da Gentile, manca un rapporto col sistema produttivo che favorisca il passaggio dai banchi di scuola e università ai luoghi di lavoro, manca una seria attenzione alla ricerca e alla sperimentazione ecc. ecc.?
Il nostro Cacasenno&C. pensano davvero che i problemi della scuola italiana si esauriscono e risolvono aumentando i capibastone, con l'accanimento dei test/quiz, con "l'oliatura" della catena di comando, anzi affidando ad un ente privato esterno le sorti della formazione e dell'istruzione del nostro Paese?

Ma vediamo un po' più da vicino l'Ofsted.

Cosa fanno gli ispettori dell'Ofsted in Inghilterra?


- CONTROLLANO il servizio educativo.

- CONTROLLANO il servizio e i livelli di apprendimento delle scuole pubbliche.

- CONTROLLANO i finanziamenti dati dalle autorità locali alle scuole.

- CONTROLLANO il sistema di formazione professionale e l'educazione degli adulti.

- CONTROLLANO la leadership e la gestione delle risorse.

- Forniscono una VALUTAZIONE ESTERNA delle scuole.

- Informano le famiglie sulla qualità delle scuole che potranno (o dovranno?) scegliere.

- Danno INDICAZIONI al Governo per il miglioramento del sistema.

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L'ispezione ha:

- Cadenza triennale, viene notificata alla scuola con 2 - 5 giorni di anticipo e dura due giorni.

(PROPRIO COSI' DUE GIORNI! In due giorni si rendono conto, guardano, verificano, leggono, parlano, controllano tutto (carte, documenti, amministrazione, didattica tutto proprio tutto, visitano le classi, assistono alle lezioni, parlano con gli insegnanti, con gli studenti e con i genitori e in più "VALUTANO")

- Ne esce un documento di massimo sei pagine (non una di più non una di meno) con quattro livelli di giudizio: Ottimo, buono, sufficiente, insufficiente. (Un giudizio molto articolato, come si vede!)

- Se il giudizio è insufficiente si prendono misure speciali (ripetute ispezioni durante l'anno) e se la scuola non migliora il Chief Inspector informa il Governo e può essere chiusa o affidata al Capo d'istituto di una scuola vicina.


Ma è così perfetto questo modello? Appare evidente lo squilibrio tra routine molto lunga di controllo burocratico ed elaborazione e stesura del documento valutativo, per non parlare del giudizio di sintesi draconiano. Il principio dominante è il CONTROLLO, che può essere solo burocratico e superficiale. E' una pagellina col voto ridotto ad una scala di quattro soli voti/possibilità: ottimo, buono, sufficiente, insufficiente. La valutazione ridotta ad atto di pura ragioneria, computo. E che idea sottostante di scuola c'è dietro questa banalità? Quale idea di educazione, formazione?
Qualunque sia questa idea di scuola è misera, perdente, arretrata e assolutamente inadeguata per affrontare le sfide del presente e soprattutto del futuro.


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*Valutazione, ecco perché l'INVALSI fa paura a Bertoldo (Gianni Bocchieri)


*Alla Fondazione Agnelli sono da associare Renzi/Ichino che hanno scritto il programma sulla scuola col quale l'attuale Presidente del Consiglio in pectore affrontò la competizione con Bersani nelle primarie del 2012. Per precisione si tratta del punto due di quel programma che recita così:

2.la valutazione degli istituti scolastici attraverso il completamento e il rafforzamento del nuovo Sistema di Valutazione centrato sull'azione di Invalsi e Indire, con la prospettiva di avvicinare gradualmente il nostro modello a quello britannico centrato sull'azione della Ofsted.

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