Cazzullo, ottimo giornalista del Corriere, con molta tranquillità dichiara a Ballarò di non "scandalizzarsi" per il colloquio tra il Presidente della Repubblica e il pregiudicato Berlusconi. E' un esponente legittimo della cultura "italiana".
Una giornalista europea, non italiana, al contrario, sempre a Ballarò, ritiene il fatto, e non pare la sola, "gravissimo".
Gravissimo. Ormai è chiaro. In questo nostro Paese sfortunato,
il divario, il profondo scollamento non è più solo tra classe politica e popolo, ma anche tra popolo e responsabili dell'informazione e, in qualche modo, tra popolo e "intellettuali".
Troppi politici, troppi giornalisti, troppi intellettuali giustificano l'ingiustificabile solo perché a scuola non hanno mai studiato "educazione civica", base fondamentale per un minimo di cultura liberale.
Nessun testo di educazione civica parla dell'obbligo per il Presidente della Repubblica di ricevere un pregiudicato. Nessun obbligo, ma Napolitano ha scelto di ricevere Berlusconi. Una scelta, quindi, con un valore politico, a esempio di confusione e non rispetto di un limite.
Eppure se il popolo del sì all'acqua pubblica fosse oggi chiamato
a giudicare dell'incontro tra Berlusconi e Napolitano direbbe, non da "italiano", è un fatto gravissimo.
Forse il popolo italiano è civicamente più educato di tanti intellettuali.
O no?
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