Dunque, le notizie che arrivano sullo stato della 'costituente per la scuola' sono contraddittorie. E non sarebbe certo una novità. In sintesi, si starebbero ancora scaldando i motori. Siamo, cioè, nell'ordine delle buone, anzi buonissime, intenzioni. Ecco come è stato presentato l'evento (ma è un evento?) dal sito
voceditalia.it: "La Costituente per la scuola lanciata dal Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza è sicuramente una iniziativa utile se riuscirà a contribuire a far uscire la scuola dalla rincorsa delle diverse emergenze costruite per farla avvicinare all'efficacia degli interventi utili per una concreta politica scolastica".
A parte lo stile che ricalca il peggiore burocratese della peggiore prima repubblica, la domanda è: siamo ancora a questo? Qua non si tratta di decidere se pagare una tassa o meno, e neanche di fare le primarie; ma una consultazione per capire 'quali sono gli interventi utili per una concreta politica scolastica', sembra un po' troppo, e anche troppo stupida. Sarebbe meglio essere sinceri e dire, 'sbizzarritevi pure, tanto stiamo solo perdendo tempo'.
Alla fine cosa ci potremo attendere? Ognuno dirà quale scuola vuole, tanto si sa, siamo tutti esperti di scuola. Avremo in Italia un aumento vertiginoso degli intenditori, noi che già siamo la patria degli esperti di calcio (ogni italiano medio ha una sua propria formazione della nostra nazionale), ora avremo una foltissima schiera di affezionati alla propria idea di scuola. Non c'è che dire. O meglio, qualcuno, a sproposito, su questo tema, ha tirato fuori che 'sono passati dodici anni dagli ultimi Stati generali della scuola', come se quell'evento (ma fu un evento?) fosse stato così tanto risolutivo o comunque indicativo per il presente. Forse non è inutile ricordare che gli Stati generali della scuola furono organizzati dal ministro Moratti nel 2002. Fu, a detta dello stesso ministro, una grande consultazione dal basso, fatta attraverso una lunga serie di audizioni dei più importanti esperti di scuola, un'indagine su un campione di ottomila insegnanti italiani, una visita a 36 scuola italiane, una lettera con dieci domande a 150 destinatari privilegiati e un forum aperto a tutti sulla rete. Nella realtà, sei commissari nominati direttamente dal ministro, tanto per far capire quanto contavano le opinioni degli altri, elaborarono una proposta prima ancora che la discussione sul forum si fosse conclusa, cioè un mese prima della data di convocazione degli Stati generali.
In più, ci fu il finale, cioè l'evento (questo sì) mediatico, che iniziò alle 9,15 del 19 dicembre con un saluto del ministro e si concluse il 20 dicembre all'ora di pranzo con l'intervento di Berlusconi. La giornata e mezza fu scandita da una scaletta rigidissima, con interventi di massimo 6,5 minuti, la crisi di nervi di una studentessa che si ribellò a tanta rigidità e settantamila studenti che sfilarono per le strade di Roma per protestare contro quella farsa.
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Il ministro Carrozza non demorde, incamminatasi su una strada, la sta percorrendo a ritmo spedito. L'ultima sua proposta ai sindacati è questa: assunzione di 82mila tra docenti e Ata, ma a patto che per alcuni anni lo stipendio resti congelato. Più o meno una stessa proposta era stata fatta anche dal ministro Gelmini (non per questi numeri, però). La Cgil non ci sta e si dice pronta a dare battaglia.
Senza essere ipocriti, si può presumere che parecchi insegnanti, pur di vedersi stabilizzati, sarebbero anche d'accordo. Solo che spunta una domanda: quando sentiremo la proposta che se non si è d'accordo verranno assunti insegnanti di altri paesi europei o extracomunitari? Tanto, si sa, loro si accontentano di poco...
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È uscito un articolo su
Tecnica della scuola su come motivare gli insegnanti. La categoria è, per unanime consenso, bistrattata, derisa e sottomessa. Un modo per ridare dignità, si evince dall'articolo, è quello di migliorare lo stipendio, dare più soldi ai docenti. Da qui, si capisce, partirebbe una sorta di riscatto per cui gli insegnanti si sentirebbero gratificati e più sicuri di sé, e potrebbero riuscire ad invertire il livello di considerazione sociale che adesso è sottozero. Come nel film
La ricerca della felicità, quando tutto va male, basta poco per essere felici.