La calza della Carrozza
Gianfranco Pignatelli - 07-01-2014
Di depravazione in depravazione. Dopo un ventennio di depravazione morale e culturale berlusconiana siamo passati alla depravazione relazionale e istituzionale del grillismo, prima, e del renzismo, poi. Un segno? La ministra dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, intervistata nel baretto sottocasa alla vigilia dell'Epifania, coglie l'occasione per lanciare una consultazione online. Sulla leadership tra Babbo Natale e la Befana? No, sulla scuola! Sì, proprio sulla scuola. Un sondaggio, "naturalmente" anonimo, sulla scuola che verrà. Una sorta di ricerca di mercato, come si fa alla vigilia del lancio di un nuovo detersivo in fustino. Un test, composto da dieci domande e risposte preconfezionate, alle quali apporre solo crocette. Niente opinioni, nessuna proposta, solo crocette. E non basta, perché il sondaggio non sarà aperto solo a studenti, genitori o addetti ai lavori, ma proposto a tutti! Tanto i "testati" sono anonimi... Come se la ricerca di mercato sul detersivo non sia circoscritta a massaie e lavandaie, ma aperta a meccanici, notai, attori e minatori. Insomma, a tutti.
E quando le risposte saranno espresse - magari date a vanvera, da chi la scuola non la frequenta, non la vive e non la cerca - che cosa si dirà? Si dirà che, vi piaccia o no, questa è la scuola voluta dagli italiani. Assimilando sessanta milioni di cittadini a qualche centinaia di internauti che, chiusi nel loro eremo informatico, non vivono nulla ma smanettano su tutto perché non c'è consultazione online alla quale facciano mancare il loro post delirante e, naturalmente, anonimo. Così pure la scuola subirà l'onta dell'ennesima grillata che fa rima - per tenersi sobri - con cavolata.
Al test, ci fosse modo, aggiungerei questo post scriptum: Suvvia ministra Carrozza, superi la vigliaccheria e l'ignavia dei suoi più recenti predecessori, tenga fede a quanto promesso all'indomani del suo insediamento, incontri fondazioni, comitati e associazioni delle più disparate componenti della scuola, parli coi rappresentanti di studenti, genitori, personale docenti e non, stabilizzato e precario che sia. Lì guardi in faccia, li ascolti con attenzione e con rispetto. Senta le donne e gli uomini della scuola militante, quelli che la vivono e, per questo, ne conoscono pregi e limiti ma, più di tutto, la amano, la rispettano e non disperano di renderla migliore. Una scuola libera, laica e, soprattutto, pubblica, ossia di tutti e per tutti. Eserciti con serietà il suo ruolo di amministratrice, lo faccia con umiltà, presti ascolto ai bisogni, alle aspettative, ai suggerimenti e alle proposte, non tema le critiche. La scuola è cosa viva, fatta di persone vere, non è un insieme di granuli chiusi in tanti fustini pronti a farsi centrifugare un po' verso destra un po' verso sinistra in attesa di essere usati e poi scaricati.
Per finire un consiglio personale: per la Befana che verrà, nel baretto sottocasa, si limiti a scegliere i dolci per la calza. In caso di indecisioni ci consulti pure, naturalmente online. Le garantiamo l'anonimato, ovviamente.
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