Un appello che parla alle coscienze: la repressione incalza
Gianluca Gabrielli - 07-05-2013
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Non occorrono commenti o spegazioni. I fatti denunciati, così tristementi coincidenti con quelli che quotidianamente accadono ovunque si provi a manifestare dissenso - nelle scuole, nelle università, nelle piazze - sono più eloquenti di ogni discorso. Tutto quello che si può fare è cercare l'unità e opporsi con grande civiltà alla minacciosa barbarie che si profila all'orizzonte.

La Redazione


----------

Car* amic*,

tra il 2008 e il 2010 in tutta Italia si sono succedute contestazioni pacifiche di massa contro i tagli e le controriforme della scuola targate Gelmini. A Bologna il 7 giugno 2010 tra le altre iniziative è stato calato uno striscione dalla torre degli Asinelli che diceva "No ai tagli" mentre ai piedi della stessa veniva esposto un altro striscione con scritto "Difendiamo la Scuola Pubblica".
Il prossimo 20 maggio Sandro e Pino, due insegnanti e militanti cobas bolognesi, dovranno comparire davanti al giudice accusati, sulla base di una legge scritta durante il Regime Fascista (art. 18 R.D. n° 773/1931), di essere i responsabili della manifestazione non autorizzata.
Anche noi, genitori, insegnanti, studenti, cittadini di questa infelice nazione, abbiamo manifestato più volte contro quella disastrosa riforma.
Per questo diciamo che anche noi quel giorno eravamo lì, insieme a Sandro e Pino, a difendere la scuola pubblica, a ribadire e ribadire "no ai tagli". Se c'è un prezzo da pagare per poter continuare a manifestare pacificamente e collettivamente per i nostri ideali, siamo pronti a pagarlo. Processate anche noi.

Se vuoi firmare la petizione per Sandro e Pino, questo è l' indirizzo.
Qui il link all'articolo di "Repubblica" di quel giorno.
Se la ritieni un'iniziativa giusta appoggiala e diffondila ai tuoi contatti.

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf