2020: ottantapercento di diplomati
Lorenzo Picunio - 11-03-2013
Questo l'obiettivo dell'Unione Europea.

In scuole dove non si chiamano i supplenti, dove i tagli hanno abolito ogni forma di contemporaneità fra gli insegnanti, dove le classi sono sempre più numerose, dove i soffitti crollano perchè non si spende per l'edilizia scolastica, dove i computer si rompono e non ci sono i soldi per aggiustarli.
E ancora, qualcuno ipotizza tagli al sostegno per gli alunni disabili, la cosa più odiosa che può essere imposta a chi è più debole.

L'Unione Europea afferma, giustamente, che il futuro è nell'innovazione, nella ricerca, nelle nuove produzioni, nei servizi alle persone. Tutte attività che richiedono conoscenza; per questo c'è l'obiettivo dell l'80% dei diplomati al 2020, cioè alla classe che oggi è la quinta della scuola primaria. Siamo, in Italia, ben al di sotto di questo obiettivo.

Chi opera nella politica, chi sostiene di rappresentare l'interesse generale vuole modificare questa realtà, che tocca la vita quotidiana di milioni di cittadini? Scuola, università, ricerca, sanità, previdenza, tutela degli anziani, patrimoniale e taglio delle spese militari sono terreni concreti sui quali si misura l'effettiva risposta alle domande di cambiamento
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