Leggendo l'articolo
"SCUOLA - Lo stratagemma dell'astuto Bertoldo piace a (certi) cattolici e alla Cgil" di Giovanni Cominelli mi è venuto di fare le seguenti schematiche riflessioni.
1) L'articolista fa un'analisi delle correnti culturali, filosofiche, pedagogiche che hanno influenzato e in-formato il sistema scolastico italiano statale. Croce, Gentile, il personalismo cristiano, l'umanesimo marxista, filoni che caratterizzano la radice e l'identità culturale del nostro paese e ne costituiscono una sorta di marchio di made in Italy, spesso studiato all'estero, talvolta apprezzato, in qualche caso tenuto presente nelle riforme dei sistemi formativi di quei paesi. Buttarli a mare? Come dire agli anglosassoni di buttare al mare le loro radici pragmatistiche, Dewey, ecc. e tutta una loro tradizione che ne ha caratterizzato finora la cultura, la scienza, la filosofia, gli orientamenti pedagogici.
La "tradizione", l'identità storica, non si butta al mare. Si arricchisce, se ne ampliano i confini, se ne aggiornano aspetti e modalità, la si "fallibilizza", se ne cambiano aspetti, si contamina se si ritiene, certo. Ma non si butta al mare.
Trapiantare modelli che sono assai distanti dalla tradizione e dai filoni culturali che la caratterizzano farebbe cantare al compianto Carosone "Tu vuò fa L'Americano"...ma si' nato in Italy.
2) Ammette che le prove censuarie non hanno il fine di monitorare, studiare le competenze degli alunni, ma di modificare il sistema scolastico, al posto del ministero, al posto delle scuole, al posto degli insegnanti. Non si pone la domanda della legittimità democratica, istituzionale, costituzionale di questo fatto che rispetto alle regole democratiche e costituzionali si caratterizza come "eversivo".
3) Tutto il discorso ruota intorno al concetto della cosiddetta valutazione esterna rifiutata dagli insegnanti, dove valutazione significa giudizio, controllo, rendicontazione ad enti esterni, che non sono quelli costituzionali; non dice però l'autore dell'articolo come e a chi l'INVALSI rendiconta, chi ne è il committente, controllore, chi ne detta i parametri di azione, finalità, limiti e metodi, chi lo valuta, chi gli chiede, eventualmente, e all'occorrenza, di chiudere bottega e/o andare a casa.
Franco Labella - 04-03-2013
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Più che un commento la mia è una indicazione apparentemente "tecnica".
Quando si cita un articolo è corretto linkare al sito di origine (in questo caso ilSussidiario.net) più che al sito che riporta i materiali (Retescuole).
In questo caso non è solo una osservazione di carattere giuridico ma, semmai, anche di acutezza politica.
Leggere e scrivere anche in luoghi distanti dal proprio sentire ha un vantaggio: la diffusione del pensiero.
Fatto ancor più importante in tempi assai confusi come quelli attuali. |