Lettera aperta a Fabio Fazio
Chiara Grenzi - 28-11-2012
Riceviamo segnalazione della "Lettera aperta a Fabio Fazio circa l'intervista di ieri 25/11/2012 a Mario Monti" apparsa sul sito dei Docenti Scapigliati e Inviata a raitre.chetempochefa@rai.it. Nel ringraziare, volentieri la diffondiamo.
Red



Gent.mo Fazio,

mi sembra tutto un incubo: sono o no gli insegnanti della Scuola Pubblica a trasmettere il senso dello Stato, la storia di una Repubblica, il rispetto delle leggi? E dunque in nome di cosa vengono continuamente vilipesi dallo Stato stesso che loro, e non altri, difendono ogni giorno?

Lei non può nemmeno immaginare il dolore, sì il dolore, provocato dalle parole false, superficiali e sprezzanti pronunciate ieri nella sua trasmissione da un Presidente del Consiglio che, è sempre bene ricordarlo, nessuno ha votato e sta cambiando la vita di tutti i signor nessuno.
Vi è sfuggita la storia del docente suicida di Napoli di poche settimane fa? Devono forse essercene altri perché questo scempio di fermi?

Fra l'altro è bizzarro parlare così della scuola mentre contemporaneamente ci vogliono sensibilizzare al problema del "femminicidio" (bruttissima parola): non sono forse per lo più donne gli insegnanti? Non passa forse dal rispetto dei ruoli lavorativi - e non - quel senso di giusta considerazione e di relativa protezione nel contesto familiare e civile che una donna dovrebbe sentir come certo? Infangandone il lavoro siamo sicuri di non fare ulteriori danni anche in questo senso?

Un'insegnante ha recentemente trovato questa comunicazione sul diario di uno studente: "i genitori di XY lavorano 12 ore al giorno, non 18 la settimana, quindi non hanno tempo di venire a parlare con lei" . Peccato che lei si occupa di quel figlio e dei figli di tanti altri. Peccato che lei dopo aver passato "solo" 18 ore coi ragazzi (e crediamo che sia facile? volete provare? immaginate anche solo lontanamente come ci si sente dopo aver passato 5 ore al giorno con un centinaio di adolescenti diversi alla volta?), passa tutte le altre ore a pensare a loro e a lavorare per loro, domeniche comprese, perché, nonostante sia stanca, a volte delusa, incavolata, sconvolta o preoccupata, li considera preziosi e questo è più importante.

Misuratele le ore di lavoro dei prof, dotateli di cartellino e teneteli a scuola fino alle 19, come è possibile fare negli altri paesi perché ci sono ambienti e materiali appositi. Poi misuratele anche mentre cenano, mentre vanno in libreria, mentre navigano su internet o guardano la tv perché la mente mai si stacca da loro, dal cercare, vagliare, scegliere i contenuti e le parole per loro.

Chiara Grenzi
  discussione chiusa  condividi pdf

 Red    - 28-11-2012
Qui altre lettere di risposta a Fazio e Monti dopo la trasmissione

 Sergio Betti    - 02-12-2012
Collega ...che dire!
Mi riconosco nelle sue parole e sono sempre più convinto che l'attacco alla scuola pubblica (dopo il depauperamento bisogna screditare gli operatori: "...solo 18 ore!") sia il nucleo centrale di quel progetto di distruzione dello stato sociale.
Denigrare, gettare fango sul luogo della crescita individuale e sociale dell'individuo/cittadino è utile al progetto di lobotomizzazione dell'opinione pubblica ed è funzionale ad un programma più ampio di attacco alla laicità.
Cordialmente,
Sergio Betti