Quante ore dedico al mio lavoro di insegnante?
Anna Caterina Cabino - 23-10-2012
Cari ragazzi e cari genitori è domenica e guardo i fogli dei compiti da correggere, ma oggi mi sono imposta di non metterci mano. Mi è venuta la voglia di raccontarvi quel che succede quando suona la campanella e il mio orario di lezione termina.
Di solito il rientro a casa comporta prima di tutto il ritorno, almeno per un paio d'ore, al mio ruolo di madre e moglie: il pranzo da preparare, il caffè e un'occhiata al quotidiano (cosa che non guasta mai) e poi in studio a preparare la lezione del giorno dopo.
Cosa potrò far leggere agli studenti per rendere più interessante e produttiva la lezione? Certo gli argomenti sono noti: una rivoluzione francese in seconda , un po' di Kierkegaard in terza e la Reconquista e i Normanni o forse Eraclito in prima.
Tutto sommato sono anni che affronto gli stessi temi, direte voi ... Non è proprio così: gli argomenti sono gli stessi, lo stesso è il suono della campanella ma non è mai la stessa cosa.. E sapete perché? I ragazzi che ho di fronte non sono mai gli stessi! Magari sono un po' più pigri di altri, o più curiosi, o più silenziosi e più vivaci: sempre diversi. E allora non si può affrontare la lezione nello stesso modo: mi scopro a ricercare su YouTube qualche video che, disponibilità del laboratorio permettendo, potrà rendere più interessante l'argomento, oppure mi invento un esercizio da svolgere in classe, magari per far lavorare in gruppo che vorrebbe proprio starsene per conto suo, perché qualcuno gli ha detto che "Chi fa da sé, fa per tre" e invece io continuo a ripetergli che "Chi fa da sé, fa da solo e basta".E poi c'è l'ultima ora: la famigerata sesta ora che è proprio difficile da mandar giù. Mi dico che può diventare meno pesante, piuttosto che ascoltare la lezione, esporre le proprie idee su un tema kierkegaardiano in prima persona, così l'ora è meno dura e i ragazzi studiano Kierkegaard senza accorgersene (forse). Certo forse ... Perché, cari ragazzi, io non so se proprio funzionerà e soprattutto se funzionerà per tutti. Ma se qualcuno proprio con la testa non ci sta ... beh ... dopodomani ci torniamo su. Ci vediamo un filmato del Don Giovanni di Mozart e via!
Però ... so già che c'è qualcuno che dopo una decina di minuti si stanca di stare a sentire (diciamo la verità, alcuni temi sono un po' ostici da mandar giù ...) e allora può servire una presentazione: sapete com'è il computer, proprio perché a scuola sa ancora di esotico, calamita l'attenzione. E allora forza con qualche presentazione ... Certo ci sono quelle dell'anno scorso, ma in qualche caso non vanno .... Mi ricordo che quella diapositiva proprio non funzionava, non era abbastanza incisiva. E allora bisogna lavorarci un po' e poi caricarla sulla Community online, (non tutto è a disposizione a scuola, sul manuale e allora è bene costruire da sé un luogo virtuale nel quale caricare materiali interessanti) insieme col link a quella lezione del prof universitario che parla di Nietzsche in maniera diversa da come ne ho parlato io, così i ragazzi imparano a confrontare vari punti di vista!
Non so quante ore siano passate, so che nessuno le conterà e che qualcuno sta pensando che i prof lavorano solo la mattina per quattro(cinque )ore al massimo. Mah...
A volte però il mio rientro a casa semplicemente non c'è per il semplice fatto che arrivare alle 14.00 per rientrare a scuola alle 15.00 è piuttosto una fatica. E sì, capita che ci siano riunioni di varia natura: consigli, dipartimenti, commissioni, collegi... La fantasia non ha limite ... per fortuna non capitano sempre tutti i pomeriggi! Se così fosse quando potrei preparare le mie lezioni?
Altra opzione: domani c'è compito! ... E allora (direte voi) la prof si riposa! Non è così: le prove strutturate sono facili da correggere e lunghe da preparare le prove semistrutturate impongono una ricerca paziente e ponderata dei materiali. Mi direte: ma prof. i quiz sono sui libri, basta una fotocopia! E no, perché le verifiche che si trovano sui manuali non sempre mi vanno a genio. Sapete com'è: credo che i ragazzi debbano mostrare di far bene ciò che sanno e non manifestare ciò che non sanno ... e siccome nessun manuale o computer è in grado di sostituirmi (orgogliosa, eh?) devo dedicarmi anche a questo.
Quante ore dedico al mio lavoro di insegnante? Non lo so, nessun conto è esatto! E' faticoso? Certo, ma lo faccio con passione e mi amareggia essere governata da chi pensa che i docenti vadano in classe a ripetere monotonamente sempre le stesse cose ... che una videoconferenza costi poi di meno di un docente che in fondo sarebbe solo un raccoglitore di contenuti triti e ritriti che riversa stancamente su giovani menti incolpevoli di tanto accanimento immotivato. Hanno pensato ad una scuola dove i ragazzi stiano il tempo necessario per un sapere in pillole, dispensabile a distanza, ad una scuola dove tutto è misura, dimenticando che invece la relazione interpersonale non è riducibile a merce e che l'apprendimento è solo dentro la relazione. Per questo tutto torna: anche le 24 ore invece delle 18. Non conta la qualità, e la legge del risparmio monetizza anche il tempo, anzi, da sempre, soprattutto il tempo. Testardamente gli insegnanti continuano a pensare che il modello trasmissivo del sapere non sia quello corretto e si ostinano a far pensare ... . Bene impediamo a questo testardi di lavorare come fanno e sanno fare anche bene ... . Stremiamoli ..., almeno saranno i fedeli esecutori di quel disegno di smantellamento della scuola pubblica che con lucidità abbiamo perseguito.

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 Roberto Colombo    - 28-10-2012
E' una delle descrizioni più belle e precise che mi sia mai capitato di leggere sul reale lavoro degli insegnanti (ma vorrei aggiungere: degli insegnanti seri!). Esprimo il mio caloroso plauso all'autrice, e mi impegno a diffondere il testo a più colleghi possibile! Mi resta il dubbio: ma il nostro ministro (e dintorni) queste cose le sa, o fa finta di non saperle? Oppure, davvero, non ci resta, per dirla con le parole di Paola Mastrocola, che "togliere il disturbo"?