Pasticcio lombardo
Guido Lapillo - 19-09-2012
Riceviamo la segnalazione di un articolo apparso su "La tecnica della scuola" qualche giorno fa. Il tema è scottante, e non solo per la situazione lombarda. Volentieri diffondiamo. Red


Riflessioni sul comunicato stampa del Direttore Usr Lombardia


Scontata la pervenuta solidarietà del Direttore Generale Usr Lombardia agli idonei del concorso DS, così come si può ritenere di rito il rammarico per non aver potuto siglare con gli stessi gli agognati contratti e spedirli a dirigere le scuole lombarde. Glisso sulla previsione che "questi docenti possano diventare risorse effettive di sviluppo qualitativo della scuola della Lombardia", anche perché il Direttore farebbe meglio aspettare e vederli all'opera, prima di azzardare ardite previsioni. Poi ci sono i soliti richiami alla correttezza procedurale dei lavori della commissione e la certezza che la giustizia non mancherà di riconoscere tale correttezza, nonché valutare gli effetti benefici che lo sblocco delle nomine avrà sulla scuola lombarda.
Suggerirei al Direttore Usr Lombardia di considerare qualche altro aspetto di questa martoriata procedura concorsuale:

- La trasparenza delle buste non è garanzia della tutela dell'anonimato in un concorso pubblico; non si tratta di accertare la violazione o meno dell'anonimato, in quanto il Direttore sa bene che nessuno potrà mai stabilirlo con certezza. L'unica certezza richiesta è che tutto sia stato predisposto al meglio per garantire la tutela del diritto all'anonimato; e ciò non è avvenuto.

- I tempi di correzione sono stati assolutamente non adeguati per una attenta valutazione degli elaborati, come a più riprese pubblicamente dichiarato anche dal commissario dimissionario, il preside D'Elia.

- La collegialità va assicurata in ogni momento della correzione, e ciò non risulta dai verbali.

- Alcuni commissari, forse per scarso allenamento allo studio dovuto ai molteplici impegni o alla raggiunta quiescenza, ne sanno meno dei candidati in materia di pedagogia, teorie di gestione aziendale, e forse anche nella materia normativa; questa mia supposizione è supportata anche da un'autorevole esperta in materia, la dott.ssa Anna Armone, in un articolo apparso su riviste specialistiche.

- La giustizia amministrativa non è tenuta ad emettere sentenze che ovvino ai guasti prodotti dall'amministrazione: se il concorso Ds è stato bandito con grave ritardo, quando la situazione cattedre in Lombardia era diventata molto difficile da gestire; se il precedente concorso non ha predisposto meccanismi per impedire la fuga dei vincitori del concorso in Lombardia verso le terre di origine dopo soli due anni; se la procedura concorsuale messa in piedi è palesemente superata (le prove scritte sono il massimo dell'oscurantismo procedurale e pertanto si prestano a ricorsi per i cavilli più svariati), è la stessa amministrazione che deve rispondere dei guasti provocati, e non già invocare la giustizia affinchè valuti le conseguenze che un annullamento del concorso provocherebbe nella scuola lombarda.

Io credo che di fronte ad una procedura concorsuale che è fin troppo chiaramente deficitaria, non guasterebbe un po' di autocritica del massimo responsabile dell'istruzione lombarda; forse aiuterebbe anche un po' smussare i toni di una contrapposizione all'interno della categoria che sta creando non poco disagio.


Guido Lapillo


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