Le prove che hanno superato sono ben altre
Claudia Fanti - 18-09-2012
La questione del concorso e dei precari dovrebbe muovere ogni coscienza che si dica democratica e civile. Non ci sono giri di parole, analisi storiche, giustificazioni di alcun tipo per sostenere che questo concorso annunciato debba essere bandito. Non ci possono essere né se né ma. Spero ancora che il ministro Francesco Profumo si renda conto della disfatta politica, umana e professionale, a cui vanno incontro lui, i suoi sottosegretari e molti silenti dirigenti e docenti di ruolo.

E' inaudito che a personale scolastico che ha già conquistato sul campo il diritto a essere rispettato per i sacrifici, l'infinita pazienza profusa nell'attesa di un posto a contratto a tempo indeterminato venga posto l'ennesimo intoppo di un "esame". Non si capisce nemmeno come possano certi partiti nicchiare, non gridare allo scandalo. Non si capisce.

E non si venga a dire che i concorsi vanno banditi secondo Costituzione, perché la Costituzione viene tirata per la giacca sempre e solo quando fa comodo. Prima di tutto la Costituzione sancisce il rispetto per il lavoro e se i concorsi sono stati bloccati per anni non sono le persone che si trovano ora in stato di precariato che devono pagare e ripagare, non sono loro che devono sottoporsi a prove ulteriori. Le prove che hanno superato sono ben altre, in particolare sono quelle relative al dispendio di energie per la scuola, per costruirsi famiglie con fatica mentre gli anni della giovinezza scorrevano, nonostante la precarietà e l'incertezza di una vita in attesa.

Ho letto le dichiarazioni di sindacalisti, di politici, di esperti, ho ascoltato i "mi e i ma" di persone che stimavo personalmente e sono delusa dalla mancanza di una loro chiara posizione. Ho pensato che tra questi ci siano persone che non sanno, che hanno una totale ignoranza del problema! Ma non è una scusante. Anzi, ritengo sia una aggravante. La mia delusione assomiglia a quella di molti, anche tra gli stessi precari, i quali si fidavano dei loro sindacati e dei politici che avevano votato.

Lasciamo poi perdere i media che affrontano le difficoltà di tutte le categorie di lavoratori a eccezione di quella dei precari della scuola. Ma già, cosa disse Tremonti? Disse che la cultura non si mangia...evidentemente a quel livello di espressione e pensiero ci sono tanti e tanti personaggi. Passi l'ignoranza dei giornalisti che rincorrono ciò che fa audience, ma non si può accettare la sciatteria ideologica di chi di scuola dovrebbe intendersene per mestiere ed esperienza! Non si può accettare proprio perchè chi fa formazione, istruzione, educazione o si occupa di esse, deve conoscere e far conoscere i doveri, ma anche i diritti sacrosanti dei lavoratori.



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