breve di cronaca
Quiz d'estate
Sardegna Democratica - 26-07-2012
E' estate e, come soprattutto d'estate, ci può essere chi si diverte in spiaggia, sotto l'ombrellone, a leggere le "curiosità" della "Settimana Enigmistica" o a risolvere quiz di spicciola erudizione. Ma costui sappia che può trovarne tanti e 'divertirsi' ancor più partecipando alle prove di preselezione per l'ammissione alla frequenza del TFA, cioè dell'anno di Tirocinio Formativo Attivo. I TFA, che saranno organizzati dalle Università, dovrebbero dare l'abilitazione all'insegnamento a un contingente limitato di docenti precari della scuola o aspiranti docenti che finora non abbiano potuto abilitarsi, dopo l'abolizione delle SSIS (Scuole di Specializzazione per Insegnanti della Secondaria).

Sono tanti coloro che sperano di essere ammessi a frequentare i TFA, ma i posti disponibili non sono altrettanti. Sperano così di guadagnarsi un titolo in più, l'abilitazione, necessaria (ma non sufficiente) per trovare, prima o poi, davvero posto nella scuola. Dunque in tanti, tantissimi, in tutta Italia, pagando una tassa di iscrizione (che a Cagliari è di 120 euro) per ogni classe di concorso da tentare (si può partecipare alla preselezione per più classi) stanno facendo in questi giorni i quiz arrivati dal Ministero ed elaborati dal Cineca, che farà in fretta a valutarli. Sono 60 domande a risposta chiusa: si deve scegliere quella giusta tra le quattro proposte, e si ottiene un punteggio di 0,50 per ogni risposta giusta, di 0 per ogni risposta sbagliata o non data. Dunque, tra le giuste, finiscono anche quelle date per caso. Questo sarebbe già un grosso errore, per test fatti seriamente; ma per questi quiz su quisquilie la cosa finisce per essere irrilevante. Quiz o estrazioni a sorte per decimare speranzosi candidati, pari sarebbero...

Si vada sul sito tfa.cineca.it. Ci sono già le domande e i risultati per le classi di concorso la cui preselezione nazionale è stata già fatta. E si possono vedere i quesiti già dati. Si scopre così (e la stampa ha già colto questa come notizia da evidenziare) che per insegnare "Filosofia, psicologia e scienze della formazione", in molte sedi, tra cui Cagliari e Sassari, nessuno ha raggiunto il punteggio minimo di 21/30 per essere ammesso. E a Cagliari c'erano per questa classe concorsuale 15 posti. Ma non è il solito problema di un Sud che dà risultati più scarsi, dato che siamo in buona compagnia: anche a Trento (molto in alto nelle classifiche delle università migliori) o a Milano Cattolica il risultato è stato lo stesso. Mentre esiti migliori, con almeno un certo numero di ammessi, si sono avuti a Palermo e a Bari (e un po' di sospetto sul perché può essere a questo proposito inevitabile).

Ma questo è solo il dato più clamoroso della mattanza in corso, che finirà per selezionare non necessariamente i più preparati e portati all'insegnamento tra i candidati. Saranno selezionati solo i più infarciti di nozioni spesso inutili, per di più spesso chiamati a misurarsi con domande mal poste e con risposte mal formulate, quando non addirittura sbagliate. Questi 'eletti' parteciperanno poi alle prove elaborate localmente dalle commissioni nominate nei singoli Atenei (una prova scritta e una orale) e infine, se supereranno tutti gli ostacoli, saranno ammessi a frequentare l'anno di TFA pagandone profumatamente (sarà perché l'attuale ministro si chiama Profumo?) le tasse di iscrizione: 2500 euro almeno. Per giovani disoccupati non è poco. Per che cosa? Per sperare che nel frattempo qualche scuola sopravviva alla spending review (che ha già fatto sparire molti posti di dirigenti scolastici appena usciti vincitori da un concorso). E per sperare che si sblocchi il blocco delle assunzioni...

Una beffa? No, è il MERITO, miei cari, ci dicono; così come sarà il MERITO a far decidere (a commissioni universitarie composte da professori ordinari che, a loro volta, dovranno fare una specie di concorso per far parte delle commissioni) quali aspiranti professori universitari meriteranno di guadagnarsi l'abilitazione nazionale che potrà poi consentire alle Università di chiamarli a insegnare. Naturalmente, quando e se il blocco del turn over smetterà di esserci, in Atenei che intanto diventano sempre più 'magri' per il pensionamento di chi ci insegna. Un dato su cui riflettere: l'Università di Cagliari ha perso negli ultimi due anni circa duecento docenti.
Ma quando mai sarà premiato il merito di essere pazienti, sobbarcandosi calcoli complicati di mediane di produttività scientifica, tollerando criteri nuovi applicati retroattivamente, in base ai quali se non hai pubblicato su riviste inserite (ora) in fascia A i tuoi scritti valgono poco o niente sul piano scientifico, e via scemenzeggiando, seguendo le direttive di ANVUR, GEV e simili? Sono, queste, sigle di oscure fattezze per i più, di organismi composti naturalmente da 'luminari' di semplice nomina politica, condita magari con un po' di internazionalismo, dato il coinvolgimento di qualche docente straniero...

Purtroppo questi meccanismi sono oscuri a tanti, e annoia cercare di capirli. Ma il succo politico di questo discorso è che il MIUR sta giocando a temporeggiare, e intanto ha messo in moto una complicatissima macchina per dare abilitazioni (sia per la scuola che per l'Università), che costerà tempo e denaro (ogni occasione è buona per fare cassa) ai partecipanti. Mentre le speranze concrete di poter davvero far fruttare tali abilitazioni sono quasi nulle. Almeno per i prossimi tre anni, come minimo.

Cristiana Lavinio
25 luglio 2012


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