Un dialogo impossibile
Marcella Raiola - 11-07-2012
Vi partecipo, in questa nota, il "documento" contro le dichiarazioni dell'on. De torre e contro il PD, che molti precari della scuola hanno postato sul suo spazio virtuale, la mail che l'On. De Torre mi ha inviato in risposta e, di séguito, la mia "controrisposta" alle sue argomentazioni. Grazie.


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Documento contro il PD

«Che la sigla PD non fosse altro che una diversa declinazione dell'antica e mai scomparsa DC, i precari lo hanno capito a loro spese e per dolorose tappe, costituite da dichiarazioni e posizioni scioccanti, antitetiche rispetto a quelle che da un partito "d'opposizione" legittimamente ci si aspetterebbe: lo squallido inciucio sullo scudo fiscale; il silenzio sulla dignità delle donne, vilipesa e negata da parte di Berlusconi; l'avallo alla legge regionale Tarsia contro i consultori; l'attendismo estenuante ed esasperante di un ridicolo leader-fantoccio, sempre pronto a "salvare" la maggioranza nei momenti più critici, vendendole deputati proprio come i lenoni vendevano carne fresca di femmina al "Cavaliere"; il plauso alle politiche neoliberiste e socialmente devastanti di Tremonti prima e di Fornero oggi (Finocchiaro!); la complicità nella neutralizzazione dell'art. 18 e, con esso, della centralità costituzionale del lavoro e delle tutele dei lavoratori; la repressione sanguinosa e ottusa del movimento "No Tav"... L'elenco delle cocenti delusioni e dei tradimenti potrebbe continuare all'infinito.

La scuola statale si è accorta di essere completamente e disperatamente sola quando ha visto il Pd difendere la legge sull'autonomia, primo passo verso l'aziendalizzazione della scuola, refrattaria, per la sua specificità, all'accoglienza di modelli di gestione mutuati dalla fabbrica o dall'impresa (come comprende facilmente chi ha un minimo di intelligenza e di sensibilità culturale), quando si è accorta che nessuno fermava gli interessati e vigliacchi attacchi diffamatori contro i docenti precari in lotta, quando ha visto cadere a pioggia, sulle scuole private e confessionali e su volgari diplomifici, milioni di euro sottratti alla scuola pubblica e statale, garante di quella mobilità sociale ridotta oggi al minimo dal concomitante blocco delle borse e degli incentivi che consentivano ai giovani meno abbienti di proseguire gli studi.

Dopo dichiarazioni inefficaci, retoriche e tardive sulla volontà di "difesa" della scuola pubblica, sollecitate, peraltro, dal risentimento profondo dei docenti aggrediti e accompagnate sempre da un contraddittorio richiamo a una reale e totale attuazione di quella autonomia che rende i docenti schiavi di presidi-padroni "alla Marchionne", gli studenti "clienti da soddisfare" e le valutazioni una burla, con tanti saluti alla strombazzata "qualità", dopo il tentativo di indurre i precari falcidiati (150.000 tagli!) ad accettare ignobili contentini, finalmente, per bocca della assai poco onorevole De Torre, il PD ha gettato definitivamente la maschera, svelando la coincidenza del suo infame progetto distruttivo con quello delle forze reazionarie, golpiste e neoliberiste al potere, desiderose di ricreare un'Italia a due velocità, di annichilire le pari opportunità che la scuola pubblica garantisce e di riempire il paese di garzoni tristi e analfabeti che portino il caffé in ufficio ai figli di papà nati con la camicia!

Secondo la De Torre, precari plurititolati, abilitati e molto spesso con più di 10 anni di servizio, umiliati da uno Stato che li ha sfruttati e illusi, nel pieno della loro maturità professionale ed esistenziale, dovrebbero accettare l'idea che la loro stabilizzazione è impossibile in quanto gli sprechi e i privilegi scandalosi delle caste grandi e piccole pretendono il sacrificio dell'istruzione sui loro altari, spesso lordi del sangue degli onesti. Da bene comune non mercificabile e non negoziabile l'istruzione viene dunque ridotta ad un accessorio inutile, superfluo, troppo costoso per uno Stato asservito ai diktat delle banche e degli speculatori, che ci hanno strozzato con una crisi che è costata già sacrifici insopportabili e tremendi, come ben sanno i figli di decine di imprenditori e lavoratori onesti strozzati da Equitalia o dai debiti, indotti a togliersi la vita.

Secondo la De Torre, la "qualità" della scuola si garantirebbe sostituendo il personale specializzato e formato con investimenti pubblici e con grandi sacrifici personali, con dei neolaureati tirocinanti da sfruttare con "contratti di formazione", risparmiando, così, sugli stipendi dei supplenti e creando manovalanza "schiavile" sottopagata e contenta, allettata da una stabilizzazione che arriverà solo se i presidi-padroni troveranno di loro gusto (esteticamente? ideologicamente?) i candidati, che, assieme a quanti finora hanno operato nella scuola senza risparmiarsi, si giocherebbero il posto regione per regione, come in una surreale e grottesca riffa...

Alla soluzione oltraggiosa e irricevibile della De Torre, che dice di essere un'insegnante ma che parla da analfabeta del diritto, della scuola e dei processi educativi e culturali, si affianca quella del ministro Profumo che, mentre taglia e riduce ancora i fondi alla scuola, trova tuttavia le risorse per bandire un inutile e umiliante concorso per docenti pluriabilitati, che dovrebbero "dimostrare" non si sa quali competenze a chi verosimilmente non le possiede più o non le possiede ancora!

I precari, che prefigurano, nell'uno e nell'altro caso, sconce compravendite di posti (e di voti!), giurano che difenderanno i loro diritti inalienabili e acquisiti in ogni sede e con ogni mezzo a loro disposizione e proscrivono con il più grande disgusto e sdegno l'atteggiamento osceno e meretricio del PD che, postulando la cancellazione delle Gae, strumento trasparente di reclutamento, contribuisce a sabotare la Scuola della Repubblica, quella che, come ha efficacemente scritto Erri de Luca, nel dopoguerra ha fatto "il pari" tra le sue mura, offrendo a tutti gli strumenti per individuare e contrastare lo scandaloso e oggi più che mai evidente "dispari".

VERGOGNA!
Il Coordinamento dei Precari della Scuola di Napoli»



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MAIL INVIATAMI DALLA DE TORRE, IN RISPOSTA AL DOCUMENTO "ANTI-PD" POSTATO DA ME E DA TANTI DI NOI:

Ho già risposto ala stessa email; credo sarebbe meglio che noi docenti, dato che lo chiediamo ai nostri alunni, non copiassimo i temi ... Comunque, cara Raiola, le riporto qui sotto la risposta, con cordialissimi saluti Se mi scrive in modo personale sarò felicissima di intavolare una discussione - Letizia de torre

ECCO, sono la poco onorevole de torre. Non so chi sia l'autore del commento alla mia proposta (perché sarebbe onorevole parlarsi conoscendosi di persona), ma volentieri rispondo a tre dei temi posti, quelli che mi paiono più importanti per voi e per la scuola. poi, se vorrete rispondermi, affronteremo altri delle tante questioni che ponete.

1.innanzitutto l'autonomia: non so perché la chiamiate aziendalizzazione della scuola, ma avendo potuto conoscere a fondo i meccanismi di una amministrazione centralista, avendo incontrato non poche sacche di vera e propria corruzione di tale amministrazione, avendo assistito a raccomandazioni nei concorsi, punti delle graduatorie comperati, avendo lottato contro la poca preparazione del Ministero dell'istruzione ... mi chiedo in nome di che cosa dobbiamo mantenere tutto questo? Perché non dobbiamo avere fiducia che bravi docenti e bravi insegnanti sappiano portare avanti scuole di qualità? Essi non sono impiegati dello stato, ma professionisti capaci di ricerca didattica e di innovazione. Da dove, il coordinamento dei precari, trova passione per la burocrazia ministeriale? cose tipiche di una dittatura più che di una democrazia ...

2. no, chi vuole rinnovare la scuola non considera, io no di certo, gli 'studenti clienti', quanto piuttosto il centro della scuola, 'studenti sovrani' nella scuola, se volete, proprio come, in democrazia, i cittadini sono 'cittadini sovrani'.. Mi sono arrivate come una spada le parole di Hanushek, uno tra i maggiori studiosi internazionali dell'impatto della qualità degli insegnanti, di alta valutazione dei sistemi scolastici, di equità ed efficienza del finanziamento della scuola, del ruolo della conoscenza nella crescita e nello sviluppo, si è chiesto se «stiamo derubando i nostri figli», poiché «nei fatti, coloro che hanno le responsabilità di governo delle nostre scuole ci impediscono di fare il meglio per loro. Troppo spesso noi permettiamo che la scuola operi scelte a vantaggio degli adulti piuttosto che degli studenti, scelte che avranno forti implicazioni per il futuro benessere della società». Ho scelto di non essere - costi quello che costi - uno di quei decisori politici che, per non perdere voti, accettano che la scuola italiana continui a perdere qualità.

3. in quanto ai neolaureati e ai posti che ruberebbero, vi chiederei di leggere con attenzione tutta la proposta che trovate nel mio sito. Infatti non posso pensare che voi , essendo docenti che insegnano da tanto tempo nella scuola italiana, non abbiano colto a fondo due dei tanti problemi che il sistema scolastico italiano ha: l'elevata età media dei docenti (50 anni - nella secondaria il 56,2% hanno più di 50 anni record europeo) e, nella secondaria, l'inesistenza di una preparazione didattica (si fa il docente spesso come ripiego di altri lavori). Ebbene durante il governo Prodi si era fatta una proposta per formare meglio i docenti inserendo, dopo un concorso pubblico che verificasse competenze e attitudine, un tirocinio serio, seguiti da tutore preparati . Alcune cose sono state riprese dal Ministro Gelmini, ma in modo non soddisfacente. io propongo di tornare a quella proposta del PD con ulteriori miglioramenti. E che in quota parte questi nuovi docenti possano essere assunti perché i nostri adolescenti HANNO BISOGNO DI LORO. Voi pensate che ciò non sia utile alla scuola?

Se mi riscrivete sviluppando meglio le vostre idee su questi punti, sarò molto contenta di rispondervi La disonorevole.



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ECCO LA MIA RISPOSTA. INVITEREI TUTTI A RISPONDERE PERSONALMENTE ALLA ONOREVOLE DE TORRE, IN MODO CHE DALLE NOSTRE VOCI EMERGA UN QUADRO ARGOMENTATIVO IL PIU' AMPIO E "COGENTE" POSSIBILE:

On. De Torre,

Sono Marcella Raiola e sono proprio io l'autrice, a nome del Coordinamento Precari della Scuola di Napoli, del comunicato che Le è stato inoltrato e che è stato poi "copiato" da tanti che, evidentemente, hanno ritenuto che la mia lettera esprimesse in modo esaustivo anche le loro convinzioni e percezioni riguardo alla contiguità del Suo partito con il progetto di annichilamento della Scuola Statale così come è stata profilata nella nostra sempre più spregiata Costituzione.
I docenti che Le hanno inoltrato il mio messaggio sono capacissimi di produrre documenti autonomamente e, se hanno inviato lo stesso, è perché di fronte al continuo shock cui le dichiarazioni e comunicazioni dei politici sulla Scuola ci sottopongono, si avverte anzitutto l'esigenza di mostrare, con la rapidità che i moderni mezzi di comunicazione ci assicurano, che un certo pronunciamento ha suscitato la contrarietà di molti, perché, come si sa, "una rondine non fa primavera".

Innanzitutto plaudo alla Sua disposizione al dialogo, dal momento che da lungo tempo noi docenti subiamo, senza mai essere consultati o interpellati, riforme "epocali", che si sono poi rivelate "controriforme" invalidanti e depauperanti per la Scuola come per la nostra dignità di docenti, e mi piacerebbe che tale dialogo fosse instaurato PRIMA che le forze politiche assumessero decisioni che stravolgono la vita delle persone e le articolazioni di un microcosmo, quale quello della Scuola, assai delicato nelle sue dinamiche, e PRIMA che cominciassero ad essere utilizzate ossessivamente parole-chiave che parrebbero non lasciare altra scelta, a chi ne respinge motivatamente il senso profondo, che soggiacere al loro potere schiacciante.
Dal varo della Legge 133/08 non abbiamo fatto altro che chiedere che si aprisse un serio dibattito sulla Scuola e sulle sue problematiche, coinvolgendo tutti i soggetti interessati ai processi di educazione (non di "formazione", che è un'altra cosa) e facendo scaturire da esso impostazioni condivise, ma ci siamo ritrovati, invece, da un mese all'altro, o licenziati, o retrocessi da "incaricati" annuali a supplenti estemporanei, o costretti a insegnare, nella metà del tempo, nuove discipline inesistenti e surreali come la mitica "GEOSTORIA", che genera grande ilarità tra gli studenti, che non ha un suo statuto epistemologico e per la quale, quando è stata introdotta, non erano stati approntati manco dei testi di riferimento. Scaricare su di noi e sul nostro giusto sdegno la colpa del mancato dialogo, perciò, è veramente assurdo.
Non c'è stato ministro della P.I. che non abbia avuto la personale ambizione di "rivoluzionare" la Scuola solo per passare alla storia come il ministro capace di sostituire l'assetto gentiliano con un nuovo modello. Il problema è che, nel fare ciò, non si è tenuto affatto conto delle istanze di perequazione sociale, di istruzione e di educazione "olistica" cui la Scuola dovrebbe rispondere. Luciano Canfora, nel suo contributo intitolato: "Le ingannevoli riforme", scrive, molto opportunamente, a tal proposito: «Non si può purtroppo riformare davvero in senso egualitario la scuola senza rinnovare alla radice i rapporti tra le classi. Né controbattere che si tratterebbe di impresa smisurata basta a ridurre il contenuto di verità di questo elementare assunto».

Rispondo alle sue obiezioni attenendomi anch'io alle priorità e ai temi da Lei isolati.

1) Riguardo all'autonomia, credo sia antimetodico affastellare "guasti" che hanno diversa eziologia e diverse implicazioni, come la corruzione e il clientelismo che si registrano nei concorsi, fomentate dai partiti a caccia di voti e dai sindacati a caccia di tessere, e il "centralismo" burocratico di cui Lei parla, attribuendo a noi, che abbiamo scelto il nostro mestiere proprio perché amanti della libertà del pensiero (e quindi della responsabilità dell'azione) e insofferenti di quelle gerarchie che si vengono a creare in ambito aziendale, una "passione" per esso. Lei opera, in modo deteriormente "sofistico", un inaccettabile rovesciamento delle nostre posizioni, facendo di noi precari in lotta dei "passatisti liberticidi" a fronte della vostra presunta "modernità decentrante".
Vorrei invece farLe notare che i docenti hanno denunciato, deplorando l'autonomia e proscrivendo la chiamata diretta da parte dei presidi, PROPRIO LA PERDITA DEL VALORE PIU' IMPORTANTE DELLA SCUOLA E DELLA LORO PROFESSIONALITA', cioè LA COLLEGIALITA', vale a dire la declinazione della DEMOCRAZIA in ambito scolastico, la quale oggi viene negata e calpestata in virtù dei superpoteri attribuiti a presidi-manager, abilitati a SUBORDINARE O A CONDIZIONARE OGNI SCELTA DIDATTICA E PROGETTUALE ALLA POSSIBILITA' DI BATTERE CASSA, spinti o costretti a ciò dalla necessità di COMPETERE con altri istituti, di reperire "clienti", di soddisfarli (con promozioni facili e attività "extra" inutili ma allettanti) e di ampliare quella che volgarmente ormai si chiama "offerta formativa", come se educare al libero pensiero e alla consapevolezza un individuo fosse lo stesso che vendergli una Fiat Panda.
Voi non fate altro che sostituire un presunto "centralismo" statale, che si pone come atto politico vincolante per tutto il paese, a garanzia delle pari opportunità e della "tenuta" etica e culturale, con un reale e autocratico centralismo padronale, assai più violento e vessatorio, perché "soggettivizza" la gestione della scuola e lascia al singolo dirigente e alla sua EVENTUALE "benevolenza" la decisione di concedere o meno, a studenti e docenti, la "grazia" di partecipare alle decisioni! QUESTA, SI', E' "DITTATURA"!
Io non ho mai percepito lo Stato democratico, per cui tanti uomini e tante donne hanno dato la vita, come un ostacolo alla mia professionalità, ma come la cornice unitaria, garantita dalla Carta Costituzionale, fondativa dei nostri "valori" nazionali, entro cui esplicare la mia libera attività di educatrice e di "intellettuale" a largo raggio.
Potrei citarle mille casi, occorsi in ragione e in virtù dell'autonomia, di umiliazione e riduzione mortificante al silenzio di quei "bravi docenti" di cui Lei parla (mi ci metto, se consente, anche io, non perché mi reputi brava, ma perché sono incorsa in casi di repressione "dall'alto" e di mobbing, per essermi opposta a "progetti" da me considerati antitetici rispetto alle finalità educative che la Scuola dovrebbe perseguire), che hanno visto azzerato il loro prestigio, la loro autorevolezza e la loro funzione dalle nuove priorità (meramente economiche) e, spesso, dallo stravolgimento, per ragioni "finanziarie" e "imprenditoriali", delle loro valutazioni, frutto di lavoro certosino e complesso.
Non finga di non sapere che autonomia è sinonimo di privatizzazione, per favore! La Legge Aprea, che voi appoggiate, decreta la morte del Collegio docenti e l'ingresso dei privati in quelli che saranno i "Consigli d'affari" delle scuole, con tanti saluti alla paideia e tante concessioni, invece, ai grandi e piccoli Marchionne nostrani, che chiedono manodopera a basso costo, privata di ogni diritto e, soprattutto, di ogni consapevolezza storica necessaria ad intraprendere la via per rivendicarlo!
Qui è in gioco la FUNZIONE della Scuola, non solo la sua GESTIONE! Il problema non è amministrativo, ma politico. La contestualizzazione delle politiche scolastiche degli ultimi governi, mi dà ragione (inutile menzionare l'accanimento, per nulla necessario ai fini della "ripresa economica" contro l'art. 18, ormai perduto anche grazie al PD) quando dico che, col pretesto della crisi, si sta riportando indietro il paese all'anno zero dei diritti e si sta avallando l'idea, già denunciata icasticamente da Pasolini, che il "progresso" coincida con lo "sviluppo economico", che è tutt'altra cosa, invece! Infine, credo di dire cosa condivisa anche da moltissimi altri docenti se dico che preferisco essere una impiegata dello Stato (quanto disprezzo nell'uso spregiativo che Lei ha fatto della parola "impiegato"... perché? Anche i politici sono "impiegati" per il bene pubblico, o, almeno, dovrebbero!) piuttosto che la sguattera di un preside-padrone che minaccia di licenziarmi non appena mi rifiuto di eseguire un ordine o di "passare" un 4 a 6! Sed de hoc satis.

2) Per quanto riguarda la "centralità" degli studenti, non mi pare che il taglio di 8 milioni di euro alla scuola, la formazione di ingestibili classi-pollaio, la revisione idiota degli orari, con l'eliminazione di ore e ore di materie "caratterizzanti" ogni indirizzo, la soppressione dei laboratori, l'utilizzo demansionante dei tecnici di laboratorio come bidelli e dei docenti "in esubero" come insegnanti di discipline in cui non sono abilitati, e tutto solo per risparmiare denari, siano contrassegni della "messa in evidenza" dello studente! Non mi pare neppure che gli studenti stiano appoggiando il vostro presunto, generoso tentativo di dare loro "centralità"; anzi, abbiamo avuto gli studenti sempre con noi nelle nostre lotte e abbiamo sfilato insieme contro la "riforma" Gelmini che, essa sì, ha tagliato il loro futuro e il nostro.
Lei cita americani illustri con quella esterofilia tutta nostra che palesa un non giustificato e non giustificabile senso di inferiorità nei confronti della cultura anglofona, che non condivido. Non credo che tutto quello che viene dagli USA sia giusto e buono solo perché viene dagli USA! Mi riservo di mantenere le mie riserve e ragionare sempre con la mia testa. Mutuare sistemi di valutazione dagli USA e dall'Inghilterra, per esempio, quando già da loro erano stati rigettati per manifesta inefficacia (parlo dell'INVALSI: legga anche qualcosa di Chris Hedges contro i test-quiz e il loro devastante impatto sullo sviluppo delle funzioni cognitive dei ragazzi: è un americano pure lui!) è stato fallimentare per noi e per il nostro sistema di istruzione, tanto è vero che abbiamo laureandi che non padroneggiano la lingua madre, il che non può certo essere addebitato ai docenti, che, come voi dite, sarebbero diventati tutti fannulloni, ignoranti e lavativi o tutti vecchi incartapecoriti incapaci di trasmettere passione per lo studio; questa, infatti, è una menzogna.
Io e i miei colleghi potremmo inondarLa di mail dei nostri ex studenti che ci ringraziano proprio per lapassione che abbiamo loro trasmesso e che esprimono il rammarico di averci "perduto" a causa della nostra precarietà, che infatti ci impedisce di seguire i nostri alunni fino alla fine della loro carriera, "precarizzando" anche loro! Tra l'altro, abbiamo spesso fatto notare quanto sia contraddittoria una linea politica che considera troppo vecchio un 35enne o un 40enne per avere finalmente in modo definitivo una cattedra cui aspira con pazienza e sacrificio magari da 10 anni, ma non considera troppo vecchio un docente di 67 anni per continuare a restare in cattedra onde consentire allo Stato di non erogargli la pensione!
Siete VOI che state derubando, e non da oggi, noi e i NOSTRI figli, che non sono quelli delle persone come la Fornero, per intenderci, i quali hanno le carriere già bell'e pronte, e state facendo ciò diffamandoci e riducendoci allo stremo, perché volete che i giovani ragionino il meno possibile e ubbidiscano perinde ac cadaver al diktat di un classe dirigente parossisticamente neoliberista e devoluta alla distruzione del welfare, delle pari opportunità e dell'uguaglianza! Le scelte che si fanno in relazione agli insegnanti sono in corrispondenza biunivoca con le sorti dell'istruzione e la "centralità" degli studenti. Non sono mica discorsi separati, scusi! Uno studente che vede una faccia nuova ogni tre mesi per un turn-over pazzesco di supplenti mai stabilizzati, demotivati, stanchi, esasperati e costretti, con laurea, abilitazione e dottorato di ricerca in tasca, a correre a km e km da casa per mendicare 15 gg. di lavoro, è uno studente che abbandona la Scuola, giustamente schifato, o la strumentalizza per ottenere il massimo col minimo sforzo, sfruttando l'inoppugnabile argomento della "discontinuità", spesso usato astutamente e artatamente anche dai genitori.

3) Sulla faccenda della "necessità" che gli alunni avvertono di avere insegnanti-adolescenti, non so davvero se ridere o piangere, sinceramente! Credevo che avessero bisogno di docenti preparati, animati da fervore euristico e didattico, curiosi, dialettici, coinvolgenti, cose che non dipendono certo dall'età! Mi spiega, per favore, quale avallo scientifico o pedagogico avrebbe la teoria che sostiene che un professore "giovane" (giovane quanto, poi? Io ho 41 anni, insegno, da precaria, da quando ne avevo 31 e mi sento, oggi, nel pieno della mia maturità didattica e professionale!) DEBBA NECESSARIAMENTE ESSERE PIU' CAPACE DI DIALOGARE CON UN ADOLESCENTE DI UN PROFESSORE CON QUALCHE ANNO DI ESPERIENZA IN PIU' (quanti)? Il discorso che Lei fa è pericolosissimo! A quando l'introduzione di un discrimine ancora più restrittivo e balordo, come il colore dei capelli, degli occhi o, magari, il sesso?
Io non voglio credere che Lei sia tanto carente sul piano logico da non rendersi conto di quanto idiota sia questo assurdo pseudopostulato! Inoltre... Lei è un'insegnante e io sono certa che, se ci parlassimo a quattr'occhi, ne avremmo delle belle, da raccontarci, riguardo alla "antichità" e vetustà dei metodi dei neolaureati rispetto al dinamismo e allo sperimentalismo innovativo che connota, spesso, i "maturi"! Non è forse vero? Il "progressismo" e l'approccio didattico più giusto si imparano! Non sono doni di natura, ma frutto di una onestà intellettuale che non ha età e non ha bandiera, ma solo amore per il proprio mestiere. Se si acquisissero o si perdessero con l'età, se fossero un fatto "biologico" ed intrinseco, non ci sarebbe manco bisogno di formare i docenti! Basterebbe prendere insegnanti di 22 anni e licenziarli non appena cominciano a puzzare di naftalina!
Quanto alla formazione, poi, è falsissimo che i docenti non abbiano formazione didattica, perché da 10 e più anni le SSIS operano in tal senso. Io stessa ho fatto 250 ore di tirocinio in classe e 150 di tirocinio teorico con elaborato finale, sotto la guida di un tutor esperto (un preside selezionato con procedura appositamente disposta dall'Univ. Federico II). La SSIS prevedeva corsi e esami di didattica generale, pedagogia, psicologia di gruppo e psicologia dell'età evolutiva, diritti umani, storia delle istituzioni scolastiche, legislazione scolastica etc.etc. Tale sistema di formazione è ora stato rinnegato in ragione di un ritorno alla vecchia logica del concorso, che il ministro Profumo minaccia di bandire a breve, con un dispendio enorme e inutile di risorse, per gente che lavora da decenni nella scuola e che ne ha già superati 3 o 4!
Non è colpa nostra se siamo "invecchiati" nelle Graduatorie (concorsisti e sissini !), e se siamo stati vittime della corruzione di un sistema che taglia l'istruzione per alimentare circuiti viziosi e ingrassare le "caste"! Il blocco del turn-over e il mancato pensionamento dei docenti sono all'origine dell'invecchiamento della popolazione docente, assieme al taglio delle risorse e alla diminuzione del numero delle classi. Abbiamo acquisito dei DIRITTI, se questa parola vale ancora qualcosa in questo paese sporcato da biechi interessi sorretti da squallide formulette "efficientizzanti", e pensiamo sia un pessimo esempio, per i ragazzi, anche in prospettiva, mostrare loro quanto sia facile "bruciare" vite che si sono preparate con sforzo ad essere "significative" per la loro crescita, in ragione di un principio puramente economico. Che messaggio mandiamo, per esempio, ai ragazzi che volessero fare a loro volta i docenti? Che verranno sfruttati fino a 40 anni e che poi li si liquiderà con il pretesto che sono troppo "vecchi" per avere una cattedra? E non è forse questo genere di messaggi che uccide la Scuola?

La mia proposta?
ASSUMETE TUTTI I PRECARI, TAGLIANDO I PRIVILEGI DELLA CASTA, TASSANDO LE RENDITE E I PATRIMONI, TAGLIANDO LE SPESE MILITARI ODIOSE E GLI SPRECHI VERI; RESTITUITE ALLA SCUOLA PUBBLICA E STATALE TUTTO QUELLO CHE LE AVETE TOLTO PER DARLO ALLE SCUOLE CONFESSIONALI E AI DIPLOMIFICI; ELIMINATE LA RELIGIONE DALLA SCUOLA LAICA E PUBBLICA E RECUPERATE RISORSE PER I DOCENTI E LE MATERIE IN CUI PIU' E' CARENTE, OGGI, LA GIOVENTU', per processi che vanno letti "olisticamente" e storicamente (precocità nell'uso del computer, frammentazione linguistica e recupero "nazionalistico" dei dialetti, mutamenti antropologici e sociali etc.) e non semplicisticamente ascrivibili al fatto che il docente ha 50 anni!
Ma, soprattutto, smettete di offendere la nostra intelligenza e la vostra, millantando di avere un piano di "rinnovamento" della Scuola, quando continuate a tagliare risorse, a umiliare chi lavora bene, a propagandare una logica "premiale" che troviamo degradante e repellente, perché il nostro "premio" non sta nell'intascare qualche euro in più rispetto al collega cercando di strappargli cariche e incarichi extradidattici con il servilismo e la piaggeria, fenomeni che si instaurano con più facilità nelle realtà "aziendalizzate", appunto, ma nella soddisfazione CORALE e COLLEGIALE per aver portato una ragazza, un ragazzo, a capire il mondo che lo circonda a tutti i livelli e a sapervisi orientare in autonomia e con dignità. Noi vogliamo fare il nostro dovere con le garanzie che un paese decente non può non offrire a lavoratori specializzati e da anni sfruttati e vilipesi. Non potete liquidarci con "tante scuse" per passare a illudere una nuova generazione di "fessi" che al momento appaiono più funzionali, perché più ricattabili, ad un progetto che non ha alcun fondamento didattico o pedagogico, come già quello della "ministra" Gelmini, ma solo un'istanza di risparmio su una cosa ritenuta superflua e che tradizionalmente è la prima, anche per la sua "pericolosità" politica, a essere sacrificata: la cultura!
Noi non lo permetteremo. Lo dobbiamo ai nostri ragazzi, al futuro del paese, cui guardiamo con angoscia, e a noi stessi.

Marcella Ràiola (ins. precaria di Lettere classiche, prov. di Napoli)

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