breve di cronaca
Le banche entrano a scuola per insegnare l'educazione finanziaria
Antonio Cajelli - 01-07-2012
Era nell'aria, me lo sentivo. Erano mesi che sentivo che stava per succedere e la notizia di ieri, potete immaginare, non mi lascia indifferente.
L'11 giugno scorso Il Consorzio PattiChiari e il MIUR hanno siglato un Protocollo di collaborazione per la diffusione dell'educazione finanziaria presso le scuole di ogni ordine e grado. L'obiettivo è promuovere un programma pluriennale di attività di informazione e di formazione sui temi dell'economia, della finanza e del risparmio. Qui trovate il testo del protocollo d'intesa.
Se pensate come me che l'educazione finanziaria debba essere fatta da soggetti che non siano in conflitto di interessi e che insegnino nozioni che vadano realmente a favore delle persone, la notizia non vi avrà fatto particolare piacere.
I presupposti davvero non mi convincono. Ditemi voi cosa ne pensate.
Innanzitutto il tema: l'accordo prevede che siano attivati percorsi di "informazione/formazione" (quindi non di educazione, ma lì dentro la sanno la differenza??) su temi di economia, finanza e risparmio. Lo scopo è di dare ai giovani "specifiche competenze atte a fornire comportamenti attivi e consapevoli in relazione ai succitati temi". L'accordo - di fatto - esclude (o non prevede) soggetti terzi se non altri soggetti 'Istituzionali': il Cajelli della situazione non entrerà nei programmi (tanto non ci sarebbe entrato). Ma vi garantisco che per me non è un cruccio.
Chi incontrerà studenti ed insegnanti? "Esperti di banca ", manco a dirlo. Chi promuove gli incontri nel territorio a favore di scuole o reti di scuole? "Esperti del sistema bancario ".
Lodevole, al contrario, il tentativo di pensare anche alle famiglie dei giovani, anche se il terreno del web, come supporto di informazione, non è ancora efficace, per tanti adulti. Ma tanto stiamo sempre parlando di informazione e di formazione, non di educazione, non di emozioni legate all'uso del denaro, non di consumo critico. Va bene così, non tocchiamo cose che fanno male...
Leggete l'articolo 8 del protocollo d'intesa. È vietato fare promozione di prodotti finanziari e andare contro lo spirito educativo dell'iniziativa. C'è qualche bancario che sappia agire secondo queste linee guida e sappia spiegare, ad esempio, che si può fare rivalutazione e previdenza senza usare i fondi comuni di investimento? Che sappia parlare di risparmio senza parlare necessariamente di banca o che si ricordi di parlare, ad esempio dei buoni fruttiferi postali?
Un'amica mi ha suggerito subito di provvedere a richiedere l'esenzione dall'ora di banca a scuola. È un'idea, ci penserò. Pensateci anche voi.
Staremo a vedere. Se qualcuno pensa che sia la Pearl Harbour dell'educazione finanziaria indipendente ricordo a tutti che quell'attacco segnò l'entrata in guerra dell'America.
Da quando ho letto questa notizia ho in mente una scena sola. Quella di un paese che ride mentre si fa male.

www.antoniocajelli.it


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