L'indecente Fornero
Giuseppe Aragno - 29-06-2012
Dopo le infelici "uscite " della Fornero, che sul lavoro si è espressa e si comporta in maniera a dir poco indecente, non mancano a sua difesa avvocati d'ufficio e azzeccagarbugli. Su Affari italiani brilla in questo senso un articolo di Gianni Pardo, il quale dovrebbe sapere - e probabilmente finge d'ignorare - che le parole "fondata sul lavoro" indicano soprattutto un connotato economico-sociale, politico e storico del tessuto costituzionale. In quanto al valore giuridico all'interno dell'articolo uno della Costituzione, che Pardo nega, esiste e non c'è nulla di demagogico. Giuridica, infatti, è anche una formula che, di fatto, vieta qualcosa. Che sia così, lo si vede chiaro leggendo ciò che affermò chi le propose, quando spiegò: "dicendo che la Repubblica è fondata sul lavoro, si esclude che essa possa fondarsi sul privilegio e sulla fatica altrui". Che, guarda caso, è proprio quanto va facendo la signora Fornero, la quale non solo appare a questo punto un'emerita ignorante, ma dimostra di avere un'idea così autoritaria della sua funzione di ministro del lavoro, da risultare assolutamente incompatibile con la forma e la sostanza del dettato costituzionale. Fornero certamente non lo sa e bisognerebbe che qualcuno glielo spiegasse: la formula non fu proposta dalle sinistra ma da Fanfani, il quale sottolineò che senza creare le condizioni per dar lavoro a tutti, una comunità popolare si priva del contributo che ognuno dei suoi componenti può dare alla prosperità collettiva. E' evidente perciò che la Fornero, favorendo i licenziamenti, invece di adoperarsi per creare lavoro, viola lo spirito della Costituzione.

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