Pensiero unico e tecnologia
Gennaro Tedesco - 16-05-2012
Oggi nella Scuola si tende a identificare le ideologie educative con l'Educazione. Ma è proprio l'Educazione che nelle Scuole non esiste e tanto meno viene praticata. Al suo posto, appunto, ci sono sostituti ambigui, demagogici e pericolosi che si travestono e si spacciano per Educazione. Uno per tutti, per la sua forza devastante e dirompente, è il costruttivismo. Anche quando non conosciuto e neanche praticato consapevolmente nelle aule, anzi, più precisamente, nei laboratori d'apprendimento delle nostre Scuole, esso si riconosce per il suo presenzialismo tecnologico e per la sua retorica tecnologistica. Tale presenzialismo e tale retorica sono innanzitutto rielaborate, trasmesse e imposte dalla nave ammiraglia ministeriale che cannoneggia tutti quei "residuali" docenti che non si vogliono riqualificare e riconvertire al Verbo trinitario e sacramentale della così detta Rivoluzione informatica e elettronica.
Il segnale lanciato e rilanciato è: o tecnologia e costruttivismo o morte. Il costruttivismo non è solo una metodologia didattica che privilegia le tecnologie informatiche e i suoi corollari soggettivistici ammantati di cooperativismo e di "collaborazionismo" tecnologistico, ma è anche e soprattutto una modalità di fruizione e di sviluppo di logiche e strumenti tecnologici che mirano a "disciplinare" i rapporti dell'allievo con la macchina tecnologica sia in senso concreto che in senso astratto. L'esaltazione delle conseguenze disciplinatrici della logica cibernetica e delle sue applicazioni infotecnologiche e costruttivistiche diviene il Vangelo e il Cavallo di Troia che consente a tappe forzate e a dosi massicce la reintroduzione di ideologie educative fondamentalmente circolari e assolutamente acritiche. All'allievo si fa credere di essere il protagonista di un apprendimento che, invece, rimane circolare, soggettivistico e tutto concluso e recluso dentro uno pseudo laboratorio completamente avulso dall'incontro e dallo scontro con quella che una volta tanti filosofi, pedagogisti e educatori osavano ancora definire realtà oggettiva. Ora il titanismo e il Superindividualismo cooperativo e collaborativo promette e inculca in primo luogo agli allievi, ma anche ai docenti, la "costruzione" o "cocostruzione" di una "realtà" soggettiva e artificiale i cui "costruttori" sono appunto gli allievi. Il superomismo costruttivistico di allievi e docenti crea mondi razionali e artificiali che non si incontrano e non si scontrano mai con la dura e spigolosa realtà esterna al loro "reale" o presunto circolo ermeneutico. Lo scambio transazionale con la realtà oggettiva che pure continua a esistere da qualche parte nel mondo, ma soprattutto la dialettica contraddittoria del mondo reale e la sua naturale e umana imprevedibilità, caotica o meno che sia, sono cancellati dalla "perfetta" razionalità di un pensiero soggettivistico assolutamente circolare, autoreferenziale, autoriflessivo, chiuso e conchiuso in se stesso, artificiale, convinto della propria infallibilità e per ciò stesso autistico, incapace di aprire gli occhi sulla realtà e, soprattutto, riconoscerla e fare i conti con essa. Non a caso questa logica della clausura epistemologica e della cecità oggettuale ben si conforma alla logica matematizzante e probabilistica di una informatica che immagina i dati limitati di presunta realtà immagazzinati dentro le proprie macchine come i dati dell'unica realtà totale né contraddittoria né dialettica.
Se a questa ideologia educativa del "realismo" pacificato, anestetizzato e sterilizzato attraverso le tecnologie e le ideologie paninformatiche, aggiungiamo l'idealismo individualistico del soggettivismo protagonistico e superomistico associato all'estetica della "merce" tecnologica di cui sono preda gli studenti, assistiamo alla nascita di una forza ideologico-educativa devastante e dirompente senza precedenti nella storia della Scuola italiana e non solo italiana. La Santa Alleanza tra Soggettivismo superomistico e estetismo mercificante del tecnologismo capitalistico prodottasi nella coscienza pacificata dello studente consolida il processo di "emergenza" demagogica, pseudo-pedagogica e pseudo-antropologica iniziato e voluto dalla politica tecnologistica e neo-costruttivistica delle nostre classi dirigenti.
Infatti lo studente si sentirà, erroneamente e ambiguamente, convinto, rafforzato e confermato nel suo approccio non sempre consapevole al processo di apprendimento e di "coscientizzazione" dall'ideologia educativa paninformaticistica e macchinistica che gli propone il sistema di potere tecno-scientifico e ministeriale che lo conforta e lo sostiene nel suo arroccamento autistico, individualistico e edonistico basato e amplificato dalla sua pratica extrascolastica ipertecnologica.
Come più di un filosofo della contestazione sessantottesca aveva previsto, finalmente il dominio tecnologico del tardocapitalismo neoimperialistico è riuscito, soprattutto con la fase suprema della finanziarizzazione e informatizzazione del mondo, ad annettersi tutte le forme del sapere, addirittura proponendosi, e riuscendovi, apparentemente, ma sostanzialmente, come unica modalità formale e informale di apprendimento e di educazione sia nella Scuola che nell'Università.
Ma crediamo che con la crisi economica e sociale ormai manifesta e dilagante soprattutto nell'Occidente capitalistico, la finanziarizzazione e informatizzazione del mondo e dell'educazione siano giunti al Capolinea.

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 Francesco Enrico    - 20-05-2012
Credo che osservando con obiettività la realtà del mondo della scuola il pensiero dominante non sia affatto quello costruttivista e tecnologico e, più che un pensiero unico, è più facile scorgere una babele di "pensieri" quanti sono i docenti nella scuola. Anche in una stessa scuola è difficile trovare dei punti di riferimento comuni pedagogici e didattici e nel 99% delle realtà scolastiche non si fa riferimento alcuno, se non inconsapevolmente, a qualche teoria pedagogica. Non penso che il costruttivismo sia l'unica soluzione ad un modo diverso di fare scuola e credo che la dimensione tecnologica, per quanto sbandierata, sia secondaria. Non vedo però alternative, e l'autore dell'articolo non mi sembra suggerirne, se non lasciare la scuola al suo stato attuale che è certamente deprimente. Nello stesso tempo trovo alquanto contraddittoria l'accusa di "individualismo, titanismo, superindividualismo ecc." al costruttivismo che favorisce la collaborazione e la cooperazione fra ragazzi e nella pratica è l'unica alternativa ad un sapere ed a uno studio parcellizzato, individualistico e preconfezionato. Trovo ingenuo, e fuori dalla realtà, credere che il costruttivismo abbia la capacità di essere quella "forza ideologico-educativa devastante e dirompente senza precedenti nella storia" che possa cambiare la scuola italiana. Sarebbe altresì auspicabile!

 oliver    - 22-05-2012
Per fortuna nella scuola ci sono insegnanti come Francesco, che in modo semplice e chiaro ha messo in risalto le diverse anime che convivono fra loro. Scrivere che il costruttivismo è egemone nei percorsi didattici o nella cultura dominante, denota una visione parziale e poco disponibile al dialogo con i colleghi, sembra che qualcuno si sia collocato sul trespolo del sapere e fa roteare la propria inquetudine in un mondo dove tenere in piedi percossi didattici che possono aderire alla realtà che ci circonda è sempre più difficile. La scuola non può essere scollata dal contesto. Scendere e dialogare forse è la soluzione.