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Ancora sulle elezioni sindacali
Pasquale Piergiovanni - 13-03-2012
La rappresentazione grafica è estremamente semplice ed efficace: il significato inequivocabile. L'unico modo per combattere e sconfiggere il "pescecane" (in senso metaforico) è l'unità dei lavoratori che, liberamente, si associano per il fine comune.
L'unione, in sé, non è - né può esserlo - sufficiente al definitivo affrancamento dalla schiavitù del lavoro subordinato. Ciò che, storicamente, ha differenziato e diviso il movimento sindacale è la scelta dei mezzi da utilizzare nella lotta sociale.

Tralascio qui di approfondire le motivazioni che indussero gli anarchici italiani - all'indomani della Liberazione - a non ricostruire l'Unione Sindacale e a scegliere l'unità (intesa come valore) con la CGIL guidata da Di Vittorio ... nonostante fosse ben noto (per lo meno ai reduci del '36/'39) il ruolo svolto da quest'ultimo nella repressione violenta delle collettivizzazioni operate dalla CNT in Aragona e nella soppressione (anche fisica) del POUM. Il tutto in osservanza alle disposizioni staliniane che culminarono nelle giornate di maggio del '37 a Barcellona e nell'omicidio di Camillo Berneri.

Essi preferirono non "macchiarsi dell'onta" di rompere l'unità sindacale in quel particolare momento storico ... cosa che non impedì - subito dopo il fallimento del "Fronte unico" alle elezioni del '48 - la nascita della Cisl e, successivamente, della Uil ... con buona pace dell'unità sindacale propugnata dagli anarchici.

bandiera

Da allora ci sono stati numerosi tentativi de risollevare l'antico vessillo dell'anarcosindacalismo con scarsa fortuna e, aggiungerei, convinzione. A 100 anni esatti dalla nascita l'USI è, sostanzialmente, una entità sociale assolutamente marginale ed ininfluente. Molti soggetti che si dicono anarchici o libertari hanno scelto - come accadde nel 1945 - "l'entrismo" nella CGIL nell'illusione di modificarla dall'interno; ve ne sono alcuni (di mia conoscenza) che, pur non aderendovi, si sono candidati nelle liste Cobas scuola; altri ancora hanno costruito e coltivato un personale "orticello" di potere, altri ancora vaneggiano di "democrazia sindacale" nelle scuole da conquistare ... con il voto e, infine, alcune sezioni dell'USI (in particolare nel settore scuola e sanità) che hanno scelto anch'esse di partecipare alla competizione elettorale con buona pace del postulato anarchico che impone - nella scelta dei mezzi da utilizzare - la rigorosa coerenza con il fine dichiarato. Accettare - sia pure "obtorto collo" - le regole che essi stessi definiscono "truccate" - della competizione elettorale per ottenere - dallo Stato! - i privilegi riconosciuti alle grandi organizzazioni è, per un libertario, una contraddizione in termini.



Valgano, per tutti, il monito e le considerazioni espresse da Malatesta (cfr. U.N. n. 164 del 21 ottobre 1921) sul "voltafaccia" di Giuseppe Di Vittorio che, eletto deputato, riuscì con un sotterfugio a rimanere Segretario dell'Usi di Bari nonostante questo fosse in contrasto con lo statuto. "(...) Il suo caso" - ammonisce Malatesta - "ci interessa poco. Egli che forse dando le dimissioni da Segretario della Camera del lavoro era sicuro che le dimissioni sarebbero state respinte e quindi faceva la commedia, scenderà tutta la china, come hanno fatto tutti coloro che han messo il piede sul terreno sdrucciolevole del parlamentarismo e l'azione rivoluzionaria del proletariato avrà un nemico in più. Ce ne sono tanti ed un Di Vittorio in più o in meno non cambierà la situazione. Quel che ci interessa e ci accora è la incoscienza e la servilità degli operai organizzati di Bari. Essi erano rigidi antiparlamentari quando tale era Di Vittorio: Di Vittorio cambia idea ed essi cambiano con lui. Ora, se l'Unione Sindacale resterà fedele alle sue direttive antiparlamentari, la Camera del lavoro sindacale di Bari passerà alla Confederazione generale perché così conviene a Di Vittorio. Pecora più pecora fa mandria di pecore".
E' necessario aggiungere altro?

Approfondimenti:

http://archivo.cnt.es/Documentos/panf_elecc_sind.htm

http://archivo.cnt.es/Documentos/DocOtra.htm

http://archivo.cnt.es/Documentos/CamNoe.htm
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