Carciofi alla romana
Emanuela Cerutti - 09-12-2011
Fa davvero impressione leggere il richiamo valutativo del prof. Profumo al ritorno dalle prove di accertamento linguistico indette dal Mae gli scorsi giorni.
Non entro in nessun altro tipo di merito, perché la questione degli insegnanti all'estero è annosa e conflittuale. Non mi soffermo sui ritardi enormi di tali prove, e neppure sull'intenzione direi piuttosto chiara di limitare fortemente il pubblico anche all'estero. Non cito nemmeno la nuova legge che, infilata nell'ultimo milleproroghe, ha modificato quasi di soppiatto la durata dei mandati, creando situazioni di evidente disequità.
Resto alla valutazione, quella finalizzata al miglioramento della scuola e organizzata per "prove".
Prove ripulite da rischi soggettivi, "strutturate e standardizzate" che, tra l'altro, permettano un trasparente e, appunto, oggettivo confronto.

Bene. E' la seconda volta in pochi mesi che i nostri apparati "valutativi" utilizzano questo sistema.
Prima per gli aspiranti dirigenti, poi per gli speranzosi migranti.
Quiz, certo, solamente preselettivi nel primo caso. E sarà forse per quello che, nonostante la pioggia dei ricorsi, il carrozzone non si è fermato.
Nel secondo caso no: chi passa il quiz entra in graduatoria e, prima o poi, varca il confine.
Questo significa che la prova è discriminante: in 45 minuti di tempo il correttore ottico ti dà l'ok. Idoneo, non idoneo. Parti o non parti. Rischiatutto. La stampa ne ha parlato e non mi dilungo.
Vorrei solo raccontare la sensazione di umiliazione provata come docente per l'assenza di organizzazione, per gli errori nei test, sia nelle domande sia nelle possibilità di risposte, per lo spreco di carta utilizzata e ovviamente trafugata, per la presenza di quiz già proposti lo scorso 12 ottobre, per il tempo, lunghissimo, perso ad attendere un gioco dallo svolgimento nebbioso e dal finale incerto.

La domanda sorge spontanea: chi sono i nostri valutatori? I cavalieri del merito? I garanti della qualità? La risposta è talmente scontata che ci si è ormai abituati. Anestetizzati. O forse così di-sperati che anche un sottoscala va bene se ci illude di cambiamento.
Formez Italia, società per azioni a stampo privatistico, da stipendi a molti zero per dirigenti e responsabili, i cui nomi rimandano a pensieri infelici.

Chi esamina gli esaminatori? Chi controlla i controllori?

In una trattoria un po' defilata, a Trastevere, il compagno di prove, tra l'altro candidato dirigente, certificazione europea C2 in lingua francese, riacquista il sorriso dopo un carciofo alla romana notevole.

Ci sono - dice - la soluzione è un ristorante. Sono stanco di essere giudicato da incompetenti. Sono stanco di buttare via i miei soldi e la mia preparazione per giocare alla roulette russa. Guarda, prima o poi mollo tutto e apro un ristorante. Per lo meno sarò il solo responsabile di un eventuale fallimento.

Roma è bella, tiepida per noi del nord. E la ragazza della trattoria gentile, mentre i turisti stranieri si affollano ai tavoli.

Forse ce ne andremo tutti, ma non sarà il tuo ristorante, collega, a risolvere il problema della riqualificazione della nostra scuola, pubblica. Sarà, sarebbe, uno scatto di dignità.
Sarà la cura nelle cose, saranno le risorse e i fondi necessari per far fronte alle richieste, saranno investimenti a lunga distanza, come lunga e distante dall'oggi è la prospettiva del domani.

Sai cos'è - si siede il cuoco, così giovane - a me la cucina me viene bene, c'ho pure studiato, ma qua siamo tutti bravi. C'abbiamo messo 'n sacco de quatrini, ma è il locale che ce 'nteressa, perciò che funziona. 'A gente va via contenta..

E a voi, ministri, segretari, sottosegretari, ispettori, tecnici, azionisti e abitanti di palazzi scolastici, quale locale interessa?

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 Flavia De Luca    - 11-12-2011
Ergife o del girone dantesco. Romana e amante dei carciofi, con comando al Liceo francese di Roma, decido di andare a scuola, martedì mattina, prima della prova "rinviata" di francese. Mi vergogno di raccontare al Proviseur quello che è successo, mi vergogno di chiedere un ulteriore giorno di permesso (concorso DS, preselezione passata, due giorni per gli scritti, prove di accertamento 3 più 1 uguale quattro giorni) per giocare al librone e ai pallini. Vado a scuola, faccio l'appello, assegno un compito, affido i ragazzi a una collega disponibile e corro all'Ergife in motorino. L'Aurelia è bloccata, c'è una manifestazione, arrivo tardi, ma sento il Gentil Operator del villaggio turistico che sta dando le spiegazioni. La prova - tecnicamente - non è iniziata. Chiedo di entrare ma niente, torno a scuola, per venire poi a sapere che, a prova davvero iniziata, con libroni aperti eccetera, un gruppetto di colleghi è entrato in aula. Come al solito, nessuna certezza del diritto, nessuna certezza della legge, Se volete aprire un ristorante di cucina romanesca sono un'ottima cuoca e i carciofi mi vengono bene ! :-)